fbpx "Anna Nicole Smith: la vera storia" - Recensione: un'amara retrospettiva, davvero di cattivo gusto!
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“Anna Nicole Smith: la vera storia” – Recensione: un’amara retrospettiva, davvero di cattivo gusto!

di Domenico Scala

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“Anna Nicole Smith: la vera storia” è un docu-film che ripercorre la vita e le tragiche vicende dell’ex modella, attrice e “musa” delle copertine di Playboy, protagonista di diverse controversie legali e sempre al centro dell’attenzione mediatica. In particolare, fece scalpore il matrimonio nel 1993 con l’ottantanovenne magnate petrolifero James Howard Marshall II quando lei di anni ne aveva soltanto ventisei. Questo ed altri interessanti particolari sulla sua vita ci vengono raccontati attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuta; per la regia di Ursula Macfarlane, il docu-film è disponibile dal 16 maggio su Netflix.

 

Anna Nicole Smith, una vita travagliata fatta di scelte discutibili

Quella di Anna Nicole Smith risulta senza ombra di dubbio una vita a dir poco travagliata, ricca di eventi e di controversie forse difficili da comprendere per una persona comune. Nata Vickie Lynn Hogan nella piccola cittadina di Mexia (Texas) e cresciuta senza un padre, all’età di quindici anni lasciò la scuola per iniziare a lavorare come cameriera in un ristorante; lì conobbe il suo primo marito, un cuoco all’epoca sedicenne. Dall’unione dei due nacque Daniel, primogenito di Anna Nicole, che avrà un peso specifico fondamentale nelle scelte di vita di sua madre.

Dopo la fine del matrimonio, la donna iniziò infatti ad esibirsi per necessità come spogliarellista in uno strip club di Houston; e fu in quel frangente che conobbe il miliardario petroliere che poi sposò in seconde nozze. La netta differenza d’età che separava i due (63 anni!) suscitò subito l’ilarità di comici e giornalisti, ma anche la rabbia di Pierce Marshall, figlio dell’imprenditore che non ebbe mai rispetto per le volontà di suo padre.

 

Howard Marshall – L’affetto verso sua moglie

La donna lasciava spesso intendere che la proposta di matrimonio fosse un’iniziativa del signor Marshall (più volte rifiutata); nonostante questo, si arrivò comunque alle già citate nozze e Anna Nicole decise di concedergli anche l’adozione di Daniel. L’anziano imprenditore era infatti innamorato al tal punto di sua moglie da essersi convinto di doverle garantire una vita agiata, un futuro migliore rispetto al triste passato che l’attanagliava; voleva pertanto adottare il bambino per renderlo futuro erede di gran parte del suo patrimonio…

Non è un caso che la modella giustificasse ogni sua scelta di vita in nome di suo figlio, che però si ritrovò ben presto schiacciato dalla pressione (mediatica e non) cui venne sottoposto senza essere adeguatamente preparato ad affrontarla. Fatto sta che, con l’aiuto economico del signor Marshall, la carriera della Smith riuscì finalmente a decollare, permettendole di raggiungere le vette di fama e successo cui abbiamo già fatto riferimento in precedenza.

 

Anna Nicole Smith

 

La morte di Howard Marshall, controversie sull’eredità e relative conseguenze

Howard Marshall morì quattordici mesi dopo le nozze e, come da accordo prematrimoniale, lasciò ad Anna Nicole (e a suo figlio Daniel) il grosso dei suoi averi. Inutile dire che la cosa scatenò una feroce battaglia legale che caratterizzò sostanzialmente il resto della vita della sfortunata ragazza texana, che si ritrovò fagocitata da qualcosa di più grande di lei. Le vicende giudiziarie si protrassero molto a lungo e gli anni seguenti furono tremendi, caratterizzati da una carriera che subito appariva in declino; anche l’asfissiante attenzione mediatica sembrava ormai soffocare Anna Nicole, che pure era particolarmente avvezza a ricevere questo tipo di attenzioni…

Dopo un primo ricovero d’urgenza per overdose, e con la questione dell’eredità di suo marito sempre più incerta, Anna Nicole Smith sorprese tutti annunciando di essere incinta. Nacque perciò la secondogenita Dannielynn, che però fu a sua volta al centro di una lunga battaglia legale per stabilirne la paternità. La madre aveva infatti pianificato una sorta di “magheggio” per crescere sua figlia senza obblighi nei confronti del padre biologico, il fotografo Larry Birkhead, che alla fine riuscì comunque ad ottenerne l’affido.

 

L’amara fine di una storia triste

La nascita della bambina non fu però un momento di gioia, anche per altri e ben più gravi motivi. In quel periodo la protagonista delle vicende era chiaramente tossicodipendente, schiava del metadone che assumeva abitualmente per combattere depressione, insonnia e dolori. Ma insieme con lei anche suo figlio Daniel si stava ormai perdendo nell’abuso di alcol e sostanze stupefacenti; morì infatti a soli 20 anni, tre giorni dopo la nascita di sua sorella. Questo gravissimo lutto gettò Anna Nicole in una profonda depressione da cui non riuscì più a riprendersi, tanto che le toccò la stessa triste fine solo pochi mesi più tardi, nel tragitto verso l’ospedale dopo essere stata ritrovata priva di sensi in una stanza d’albergo di Hollywood.

Anni dopo la morte, anche la beffa finale: a sua figlia Dannielynn non spettava nulla del patrimonio di Howard Marshall, rimasto in eredità al figlio Pierce, uscito vincitore dalla battaglia legale contro Anna Nicole Smith e suo figlio Daniel.

 

Considerazioni finali

Senza scendere ulteriormente nei particolari della vicenda, di cui vi abbiamo comunque abbondantemente dato conto, vogliamo soffermarci adesso sulle intenzioni della pellicola, a nostro avviso davvero di cattivo gusto. Oggi come in passato, su Anna Nicole Smith e Howard Marshall si ironizza sempre con fin troppa facilità, atteggiamento che poco si addice quando di mezzo c’è letteralmente la vita delle persone. Per quanto discutibili, difficili da comprendere e per certi versi anche moralmente criticabili, le scelte di vita di entrambi i coniugi non vanno “ridicolizzate” nel campo dei giudizi personali, non in un ambito “istituzionale” e/o imparziale come dovrebbe essere quello di un docu-film, pensato per un pubblico più ampio.

Tutto il girato non fa altro che proporci testimonianze di diverse persone legate a vario titolo ad Anna Nicole Smith, dai parenti più o meno stretti agli amici e conoscenti, ricostruendo l’intera vicenda in maniera frammentaria, in diversi punti perfino confusionaria e approssimativa. Dispiace constatare che la narrazione non sembra avere un filo conduttore unico né un’idea precisa sulla protagonista da portare avanti attraverso le opinioni personali di chi è coinvolto; anzi, arrivati all’ultima parte del racconto lo scenario cambia completamente!

 

Confusione e incoerenza di un documentario poco rispettoso

Se in un primo momento l’intero impianto si regge sull’idea di una Anna Nicole cresciuta in povertà, succube di tante difficoltà e legittimata nelle sue scelte da una vita fatta di tristezza e repressioni, sul finale gli autori sembrano rovesciare completamente le carte in tavola; lasciano intendere a chiare lettere che Anna Nicole Smith avesse mentito a più riprese, che fosse una manipolatrice senza scrupoli dedita soltanto al denaro e alla fama, e che tutto quanto non fosse altro che un’enorme bugia raccontata per ammaliare uomini e persone, avvicinandole a sé con il suo irresistibile fascino. A pochi minuti dalla conclusione delle quasi due ore di visione, la stessa infanzia della protagonista sembra essere una gigantesca menzogna, da cui però la diretta interessata non può ovviamente difendersi. Tutto viene perciò messo nuovamente in dubbio, rendendo sostanzialmente vana ogni valutazione o considerazione personale avanzata dallo spettatore.

 

Anna Nicole Smith

 

Pro:

  • La storia di Anna Nicole Smith, piuttosto famosa negli Stati Uniti ma non altrettanto in Italia, meritava di essere riproposta in un prodotto pensato per il grande pubblico.

 

Contro:

  • Non è così che va concepito un documentario! Dopo averci proposto le testimonianze di innumerevoli amici, parenti e conoscenti della donna, il girato si lascia andare ad accuse piuttosto pesanti alla protagonista, che non può più difendersi. E il fatto che parte di questi “attacchi” giungano dalla defunta madre della Smith non fanno altro che aggravare ulteriormente la faccenda. Più in generale, lungo tutta la visione sono diverse le accuse mosse con fin troppa facilità anche ad altre persone parte della sfortunata vita della modella;
  • Gli autori sembrano “cambiare idea” lungo la strada, rovesciando completamente l’immagine iniziale proposta di Anna Nicole Smith e delle sue controverse scelte di vita;
  • Il racconto risulta frammentario, a tratti confusionario e approssimativo; si ha sempre la sensazione che manchi qualche pezzetto di storia…

 

Ecco a voi il trailer ufficiale sottotitolato in italiano di “Anna Nicole Smith: la vera storia“:

 

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