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Alla scoperta di Vlahovic: dalla medicina alle bistecche

di Redazione NCI

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Il nome è ormai sulla bocca di tutti: Dusan Vlahovic. Il giovane attaccante serbo tiene banco sia in campo che fuori, dopo che il suo trasferimento alla Juventus è stato uno dei più chiacchierati dell’intera sessione di mercato invernale. Ma chi è Dusan quando esce dal campo e torna a casa?

Vlahovic, un ragazzo tutto casa e.. ospedale?

La famiglia è sempre stata fondamentale per Dusan, sin dalle prime scelte: la madre, dentista di professione, aveva suggerito al figlio di frequentare l’università, e così è stato.

Infatti, Vlahovic si era iscritto alla facoltà di medicina dell’università di Belgrado, ispirato proprio dalla madre, di cui racconta così al “Corriere dello Sport”: “Ci ha sempre tenuto alla mia formazione e io ho da subito condiviso questa sua attenzione”. Il perché abbia poi smesso è sotto gli occhi di tutti.

Il doppio impegno non lo spaventava, anche perché il serbo è sempre stato uno duro, un vero e proprio “vento dell’Est”. Attenzione, il soprannome scelto non è casuale: proprio come un giovane Shevchenko che impressionò tutti, a Vlahovic non bastano le normali sessioni di allenamento, ma lavora anche individualmente per migliorarsi in ogni minimo dettaglio.

E allora sotto con lavoro tecnico sui fondamentali, lavoro fisico per prevenire gli infortuni ed esercizi per migliorare il piede debole, senza sosta.

Ibra, Jovetic e il basket

Come ognuno di noi, anche Dusan ha le idee chiare sui suoi idoli: Ibrahimovic, dal quale ha tratto ispirazione più di una volta, li batte tutti, ma hanno un posto speciale anche Jovetic (da ragazzino impazziva per lui) e Michael Jordan.

Sì, perché Vlahovic ha cominciato la sua avventura sportiva con la palla a spicchi, come raccontato a “La Gazzetta dello Sport“: “Mi allenavo a pallacanestro, in un club di Belgrado. Ho iniziato che avevo quattro o cinque anni. Non ero altissimo ma mi piaceva il basket, poi a dodici anni sono cresciuto di 15 centimetri. Il calcio, però, nella mia vita era sempre presente, e quando ho detto ai miei genitori che volevo dedicarmi solo a questo mi hanno sempre sostenuto”.

vlahovic

Vlahovic “italiano”: Ribery e fiorentine

Un mese dopo il suo arrivo in Italia, la Fiorentina pianse la scomparsa del suo capitano Astori. Questo segnò uno spartiacque nella società viola, ma il serbo seppe tirar fuori il meglio anche da una situazione scomoda come quella.

Individuato in Ribery il suo mentore, Vlahovic si aggrappò a lui, lavorando duro sia in prima squadra che in Primavera. Tutti gli allenatori che hanno avuto la fortuna di averlo in squadra ne rimangono estasiati, e lui di conseguenza, specialmente con Prandelli“Nessuno ha fatto per me quello che ha fatto lui”.

Per concludere il puzzle della sua ambientazione in Italia mancano due pezzi: Fantacalcio e bistecche. Il primo lo ha scoperto qui e subito ha capito di doversi mettere sempre titolare, visti anche i messaggi dei fantallenatori: “Mi mandano più messaggi loro che le ragazze”. A proposito di ragazze, lui preferisce proprio non parlarne: gli piace avere la sua privacy.

Per le bistecche, invece, andava matto anche in Serbia. A Firenze è finito per innamorarsene del tutto, ma sempre con un occhio molto attento alla linea: mai sgarrare, al ristorante al massimo due volte al mese.

Insomma, speriamo che a Dusan piacciano i gianduiotti torinesi!

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di Federico Minelli

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