Oggi ritorna la Champions League, nel giorno dei 50 anni da una delle partite più importanti della storia della competizione. Proprio il 7 marzo 1973 si giocò l’andata dei quarti di finale della Coppa dei Campioni tra Ajax e Bayern Monaco. L’incontro terminò con la vittoria per 4-0 degli olandesi, ricordata come una delle partite più belle della storia del calcio.
Durante le partite dei lancieri i tifosi rimanevano estasiati dal gioco che la squadra metteva in atto. Il club olandese era oramai temuto in tutta Europa per la semplicità con cui giostrava la fase offensiva e quella difensiva. Sotto la guida del tecnico Rinus Michels era stato ideato il cosiddetto calcio totale, una tattica che rendeva partecipe all’azione tutti giocatori.
Lo schema predefinito dell’Ajax prevedeva un 4-3-3, con il libero davanti alla difesa, che durante l’attacco si trasformava in un modulo 3-7. Il punto forte della squadra erano la mentalità e lo stile di gioco portate dal tecnico olandese; ampio possesso palla ed azioni rapide per creare quante più occasioni pericolose possibili.
Altro segnale della potenza di questa squadra era l’immensa fiducia che Michels riponeva nei suoi ragazzi. Gli allenamenti non venivano mai svolti a livelli estenuanti per fare in modo che si sentissero più freschi e dare il massimo durante le partite. Il tecnico riteneva i giocatori intelligenti al punto di non dover dar loro alcuna indicazione tattica, lasciando che il calcio venisse giocato al meglio.
Negli anni precedenti le squadre olandesi si erano affermate anche a livello europeo nella Coppa dei Campioni. Già nella stagione 1968/69 la squadra di Michels aveva raggiunto la finale, persa però con un sonoro 4-1 contro il Milan di un ispirato Pierino Prati che segnò una tripletta. Il 1970 era l’occasione per il Feyenoord di portare il trofeo in Olanda, forti del 12-2 rifilato al Reykjavik, diventata la partita con più gol della storia della competizione. Il 6 maggio di quell’anno si giocava la prima di 4 finali consecutive portate a casa da squadre olandesi. Dopo il successo della squadra di Rotterdam sarà l’Ajax ad iniziare una serie positiva che porterà ad Amsterdam ben 3 Coppe dei Campioni. Grazie alla carica di una nazione intera e alla sintonia con cui i giocatori si muovevano in campo riuscirono a ribaltare ogni pronostico, imponendosi contro squadre impensabili da superare.
Stagione 1972/73, Coppa dei Campioni. L’Ajax viene da una duplice vittoria contro il CSKA Sofia agli ottavi di finale, eliminato con un totale di 6-1. La squadra di Kovács, subentrato al posto di Michels, deve affrontare al turno successivo il Bayern Monaco, in un periodo non semplicissimo. Nonostante i tedeschi abbiano facilmente raggiunto i quarti di finale segnando 20 reti, il club rimane in ansia per il suo bomber Gerd Müller. Neanche un mese prima l’attaccante del Bayern è stato vittima di un duro contrasto che metteva a rischio la sua presenza contro gli olandesi. Tuttavia alla partita sarà presente.
L’incontro da subito è nelle mani dell’Ajax che con il suo possesso palla riesce a contenere l’attacco bavarese e portarsi costantemente nella metà campo avversaria. Si conclude quindi un primo tempo all’insegna del calcio totale dei lancieri e qualche occasione offensiva non concretizzata. Dal 50esimo minuto si concretizza il dominio degli olandesi con il tap-in vincente di ArieHaan, ed è il colpo che affonda il Bayern Monaco. Neanche un quarto d’ora dopo, il centrocampista Gerrie Mühren libera un tiro al volo da 25 metri che trafigge la porta di Maier, lasciando lo stadio senza parole. Sull’onda di tanto spettacolo l’Ajax non si ferma ancora, così Haan segna un’altra rete e anche capitan Cruyff mette la sua firma definitiva sull’incontro. Al triplice fischio finale la gioia dei tifosi olandesi può finalmente esplodere, consapevoli di aver assistito ad una delle partite più belle del secolo giocate con un nuovo ideale di calcio.
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