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Rita Levi-Montalcini: a dieci anni dalla scomparsa riscopriamo la sua storia

di Francesco Ferri

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Il 30 dicembre 2012 si spense Rita Levi-Montalcini, una delle figure italiane più importanti della storia contemporanea. Neurologa, insignita del Premio Nobel per la medicina nel 1986 e divenuta in seguito Senatrice a vita della Repubblica Italiana, nell’anniversario della sua morte ripercorriamo brevemente la vita di questa donna straordinaria, sottolineando l’importanza delle sue ricerche e le sue fondamentali scoperte.

La giovinezza

Rita Levi-Montalcini nacque a Torino il 22 aprile 1909. Nacque in una famiglia ebrea, figlia di un ingegnere elettrotecnico e di una pittrice. Ebbe un fratello e due sorelle, fra cui una gemella di nome Paola. Furono proprio i genitori, colti e amanti della ricerca intellettuale, ad instillare in Rita l’amore per il sapere. Iniziò i suoi studi, laureandosi in medicina con 110 e lode presso l’università di Torino, specializzandosi in psichiatria e neurologia. Con l’approvazione delle leggi razziali in Italia, nel 1938, fu costretta a emigrare in Belgio, precisamente a Liegi. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, nel ’39 trovò rifugio a Bruxelles. Nel frattempo stava proseguendo le sue ricerche scientifiche che portò avanti anche una volta tornata a Torino, allestendo in casa sua un piccolo laboratorio. In seguitò si trasferì a Firenze riuscendo a sfuggire alle persecuzioni naziste fino all’agosto del 1944, quando i partigiani e gli Alleati liberarono la città e Rita divenne medico presso il Quartier generale anglo-americano.

Le scoperte fondamentali

In seguito alla fine del conflitto, nel 1947 Rita si trasferì negli Stati Uniti d’America. Qui proseguì le sue molte ricerche presso la Washington University di Saint Louis. Proseguendo nei suoi studi e nei suoi progetti arrivò, nel 1954 a scoprire il Nerve Growth Factor, una proteina molto importante perché coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso centrale. Questa scoperta fu portata a termine grazie alla collaborazione dell’allievo Stanely Cohen. Ritornò a vivere in Italia solo nel 1979. Nel 1986, però, arrivò il suo riconoscimento più importante: il Premio Nobel per la medicina, insieme al biochimico Cohen, lo stesso con cui fece la famosa scoperta nel ’54.

Il lascito culturale di Rita Levi-Montalcini

Nel 1992 fondò la Fondazione Levi-Montalcini insieme alla sorella Paola, con il fine di supportare la formazione e l’educazione dei giovani. In particolare uno degli obbiettivi era il conferimento di borse di studio universitarie a studentesse africane, progetti tutt’ora portati avanti. Proprio le donne, infatti, furono al centro della sua attenzione; donne desiderose di studiare, imparare e approfondire argomenti che da sempre erano retaggio quasi esclusivamente maschile. Nel 2001 divenne senatrice a vita, proprio grazie all’apporto culturale che ha fornito all’Italia. Si spense a Roma il 30 dicembre 2012, all’età di 103 anni. Una vita piena, ricca e importante. Un’esistenza dedicata alla ricerca e alla scoperta. Rita ha insegnato a tutto il mondo che anche le donne possono e devono prendere parte al mondo accademico perché “Le donne sono la colonna vertebrale della società“, usando una sua citazione. E mai come oggi è importante ricordare Rita Levi-Montalcini per tutto ciò che ci ha lasciato in fatto di scoperte scientifiche e valori morali.

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