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Nord Stream: ecco cosa sta succedendo tra tensioni e fughe di gas

di Enrico Tiberio Romano

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La vicenda che riguarda i danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 si fa sempre più grave e intricata. E dopo la fuga di gas, sembra che si stiano venendo a creare nuove tensioni; infatti, la situazione è piuttosto tesa proprio a causa dei malfunzionamenti nell’approvvigionamento di metano…

Nord Stream: la teoria di Svezia e Norvegia sulle fughe di gas

Ben 40.000 tonnellate di gas metano sarebbero state rilasciate nell’ambiente a causa di una possibile compromissione del gasdotto. Come riportato da ANSA, Stephen Matthew Platt, scienziato norvegese, ha affermato che si tratta di quantità di emissioni mai viste per l’area e che risultano fortemente pericolose per l’ambiente.

Le indicazioni degli esperti affermano che il gas si stia muovendo verso nord; secondo le previsioni, potrebbe addirittura arrivare a toccare i cieli delle isole Svalbard entro un paio di giorni. Questo tipo di inquinamento ambientale, principalmente causato dal metano, non rappresenta direttamente un pericolo per l’uomo, ma per l’ecosistema.

In una lettera congiunta al consiglio di sicurezza dell’ONU, Danimarca e Svezia dichiarano che le perdite dai condotti Nord Stream potrebbero essere dovute a delle falle, generate sfruttando degli esplosivi; a questo proposito, i Paesi esprimono serie preoccupazioni per il clima e l’ambiente marino, mentre le indagini sull’accaduto continuano.

Il capo dei Servizi Segreti russi Sergey Naryshkin, ha dichiarato: “A mio parere l’Occidente sta facendo di tutto per nascondere i veri responsabili e organizzatori di questo attentato terroristico” [ANSA]. In questo clima diplomatico particolarmente teso, le posizioni degli attori in causa si fanno sempre più distanti, e una risoluzione in tempi brevi appare quanto mai complicata…

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