di Matteo Baresi
I videogiochi sono una forma di intrattenimento che nel passare dei decenni ha preso sempre più piede nel mondo. Negli ultimi quindici anni questa forma di intrattenimento ha riscosso enormi traguardi, grazie anche alla massiccia diffusione di internet nelle case di milioni di persone. Oltre al grande successo ottenuto da questa forma di intrattenimento, alcuni ricercatori hanno svolto importanti studi basati sulle abilità che vengono acquisite giocando. Qui di seguito vi parliamo, nel dettaglio, di un particolare studio, che riguarda le patologie dello spettro autistico.
Videogiochi: la terapia alternativa per le patologie dello spettro autistico
Nelle ultime ore, in rete, si è parlato molto di uno studio rivoluzionario, che utilizza i videogiochi come una terapia sanitaria. La ricerca prende il nome di “Randomized Controlled Trial of a Video Gaming-Based Social Skills Program for Children on the Autism Spectrum”. È stato redatto dai ricercatori Renae Beaumont, Hugh Walker, Jonathan Weiss e Kate Sofronoff. Lo studio parla dei disturbi legati allo spettro autistico e di come impattino sullo stile di vita delle persone che ne sono affette. Ma non solo. Gli studiosi infatti hanno evidenziato come l’uso dei videogiochi possa rivelarsi una terapia alternativa a quella di tipo farmacologico. Il loro utilizzo, ovviamente supervisionato da esperti in campo neuropsichiatrico, ha degli enormi vantaggi, poiché i videogiochi fanno sviluppare delle abilità comunicative e sociali nelle persone. Per provare al mondo scientifico l’efficacia del trattamento, i ricercatori lo hanno sperimentato su un campione di 70 bambini americani affetti da queste patologie, di età compresa tra i 7 e i 12 anni. E i risultati sono stati sorprendenti.
I soggetti studiati infatti hanno tratto grandi benefici da queste sessioni di gaming, limitando in maniera significativa i tratti più negativi dovuti alla propria condizione e migliorando la propria capacità di relazionarsi col prossimo. Un enorme punto a favore dei mondo videoludico, troppo spesso additato come “il male del mondo” senza reale cognizione di causa.
Ennesimo punto a favore dei videogiochi
Se da un lato ci sono sempre più studi che riguardano i benefici ricevuti dai giocatori durante le loro sessioni di gioco infatti, dall’altro lato della medaglia sempre più persone utilizzano i videogiochi come capro espiatorio per i problemi che affliggono il mondo. Come ad esempio la recente vicenda, che ha coinvolto un politico italiano. La speranza di ogni gamer è che in un non lontano futuro, il mondo del gaming possa essere visto come una forma di aiuto e non solo come un problema da estirpare. E voi cosa ne pensate di tutto ciò? Fatecelo sapere con un commento sulle nostre pagine social.
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