di Cristian Castellini
Gian Piero Gasperini è uno dei migliori tecnici italiani degli ultimi anni. Ha rivoluzionato l’idea di calcio nel nostro Paese portando pressing, difesa a 3 e marcatura “uomo su uomo”. Eppure, durante la sua lunga carriera da allenatore, non ha mai vinto un trofeo. Ciò lo rende poco vincente?
Gasperini non ci sta
Al termine del successo in trasferta contro il Monza, un giornalista ha rifilato la più scomoda delle domande al tecnico dell’Atalanta. “Nel calcio è vincente solo chi ottiene trofei?” — una questione aperta da tempo e che spacca l’opinione sportiva. Gian Piero Gasperini ha risposto a tono, quasi infastidito:
Questa è un’idiozia. Nel giornalismo allora si vince solo se si diventa direttori. Questa è un’idiozia grande come una casa che non so da chi è alimentata, forse da qualcuno frustrato. Noi cerchiamo di dare soddisfazioni ai nostri figli e al nostro popolo. Poi magari non sarà questa una Champions o uno Scudetto.
Cosa significa, quindi “essere vincenti”?
Essere vincenti
La vita segue una strada imprevedibile, tortuosa e piena di problemi. Le insoddisfazioni e le delusioni sono all’ordine del giorno, ed è molto arduo coronare i propri sogni. Se fosse così semplice, d’altronde, saremmo tutti felicemente disoccupati e con un conto gonfio in banca. I progetti invece falliscono molto spesso, ma bisogna essere sempre in grado di trovare un obiettivo concreto e cercare di conseguirlo nel migliore dei modi. Il tutto, possibilmente, riuscendo a fare qualcosa di buono per chi ci circonda.
Ecco quindi che la parabola di Gasperini si realizza. Chiaramente il tecnico di Grugliasco avrebbe voluto mettere sulla mensola qualche trofeo, ma bisogna analizzare la sua carriera nel complesso. Il calcio in Italia e in Europa è cambiato radicalmente anche grazie ai suoi principi di gioco. Nel nostro Paese sempre più squadre hanno optato per le idee “gasperiniane” , abbandonando i tradizionali schemi difensivi. Inoltre una schiera di allenatori è nata dal suo lavoro — Thiago Motta, Raffaele Palladino, Alberto Gilardino, Ivan Jurić e Igor Tudor sono gli esempi più eclatanti. Infine Gasperini è stato uno dei primi a sdoganare la demonizzata difesa a 3, oggi adottata persino dal Manchester City di Guardiola campione d’Europa in carica.
E tralasciando l’apporto dato alla filosofia del calcio, pensiamo a quanti giocatori è riuscito a valorizzare. Un numero immenso, di cui Josip Ilicić, Papu Gomez e Robin Gosens sono gli esempi meglio riusciti. Il tutto all’Atalanta, squadra che lottava ogni anno per la salvezza, e che oggi è la società economicamente più florida in Italia, ha uno stadio avveneristico ed è una presenza costante nelle competizioni europee.
Questo dovrebbe essere il curriculum di un perdente?
Conclusioni
Nel calcio, come nella vita, il vincente è chi si realizza, ma soprattutto chi riesce a lasciare un segno, anche piccolo, nelle dinamiche del nostro mondo. Chiunque può farlo, nel piccolo o nel grande. Ma senza dubbio in pochi sono riusciti a incidere di più rispetto a Gian Piero Gasperini nel suo ambito. Certo, il palmarès non è pieno di titoli, ma tralasciando il fatto che potrebbe essere arricchito in poco tempo da Coppa Italia e Europa League, la cosa è irrilevante. Che ne pensate?
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