di Denieli Freitas Nogueira

È successo la notte scorsa a Foggia, quando una donna di mezza età ha simulato un malore per ottenere un passaggio gratuito in ambulanza. Al telefono con il 118, la donna ha dichiarato di avere la tosse da giorni, ma dopo essere arrivata al Policlinico Riuniti, si è subito dileguata, per poi dichiarare senza alcun problema di aver solo avuto bisogno di un passaggio. Come riportato da TGcom24, purtroppo questa non è la prima volta che un’ambulanza viene usata come taxi.

Foggia: la vicenda

Tutto è iniziato con una chiamata al 118 proveniente da Carapelle, in provincia di Foggia. Al telefono una donna ha descritto sintomi di tosse persistente e ha richiesto di essere trasportata in pronto soccorso per ricevere cure e accertamenti, richiesta che è stata ovviamente accolta. Un’ambulanza si è dunque recata al domicilio della donna attivando un “codice giallo”, quello che generalmente designa i casi di urgenza relativa.

Una volta giunti davanti al Policlinico Riuniti, a circa una ventina di chilometri di distanza, la paziente è scesa dall’ambulanza e si è dileguata velocemente. La donna, che è stata successivamente rintracciata nei dintorni dell’ospedale, ha confessato tranquillamente di aver utilizzato l’ambulanza come mezzo di trasporto per raggiungere Foggia, giustificandosi con un semplicissimo “mi serviva un passaggio”.

Le conseguenze

La paziente è ora accusata di interruzione di pubblico servizio, poiché ha chiamato il 118 simulando un malore solo per ottenere un passaggio conveniente, impendendo al personale sanitario di soccorrere qualcuno che ne avrebbe davvero avuto bisogno. Purtroppo, però, questa non è la prima volta che un’ambulanza viene usata impropriamente. Episodi simili sono stati registrati a Napoli, Imola, e infine a Macerata, dove a dirottare l’ambulanza è stato proprio l’autista, desideroso di andare a ballare.

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