di Francesco Ferri
Sono almeno 130 le persone decedute tra Somalia, Kenya ed Etiopia, nella regione del Corno d’Africa, a causa delle forti precipitazioni. Queste ultime stanno proseguendo ormai da ottobre con gravi ripercussioni su queste zone, come riportato da Il Post.
Le piogge intense
In Somalia l’Agenzia nazionale per la gestione delle catastrofi ha sostenuto che attualmente sono morte ben 51 persone, con la possibilità che il numero possa aumentare estremamente dato che molte persone risultano attualmente disperse. Da inizio novembre sono quasi 800mila le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, mentre alcune zone del Paese sono attualmente irraggiungibili per l’acqua delle piogge che ha ostruito strade e ponti. In Kenya i morti sono oltre 50 e 30mila le persone che risultano sfollate. In Etiopia di morti se ne registrano circa 30.
Thousands of displaced families, including refugees in Ethiopia, Kenya and Somalia, are on the move yet again, escaping severe floods precipitated by ongoing heavy rains across the region. UNHCR and partners are distributing relief items, as well as dignity kits to women and…
— UNHCR, the UN Refugee Agency (@Refugees) November 17, 2023
Situazione emergenziale
Moltissime delle persone sfollate, come riportato da la Repubblica , sono state costrette a trasferirsi nelle zone più alte delle città e dei villaggi, senza avere la possibilità di portare con sé nulla. In questo momento infatti sono in migliaia ad aver bisogno di aiuti di diverso genere: da cibo e provviste a ripari sicuri, da acqua pulita a servizi igientici. Le conseguenze di questa situazione potrebbero essere gravissime, da malnutrizione a epidemie di malattie mortali come colera e morbillo, sopratutto fra i tantissimi bambini protagonisti di questa tragedia. Ecco perchè Save The Children sta distribuendo materiali di soccorso in Etiopia, fornendo anche assistenza in denaro e distribuendo articoli per la casa agli sfollati in Kenya. In Somalia invece gestisce servizi mobili sanitari e nutrizionali nei diversi luoghi di evacuazione.
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