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2 giugno 1891, 132 anni fa l’introduzione del calcio di rigore

di Gianluca Scognamiglio

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Il 2 giugno ha la sua importanza anche nel mondo del calcio. Non sarà la Festa della Repubblica ma per la storia di questo sport la data di oggi ha una valenza non indifferente. 132 anni fa, infatti, veniva introdotto per la prima volta il calcio di rigore. Dall’idea del direttore di un’industria tessile al rigore che conosciamo oggi, diamo uno sguardo da vicino alla storia del 1891.

Combattere le ingiustizie: il calcio di rigore

La storia, come detto, risale al diciannovesimo secolo. L’idea di introdurre una punizione più severa del classico “free-kick” è di un 25enne, portiere del Milford Everton. Si chiama William McCrum, gioca a calcio, dirige un’industria tessile e, per non farsi mancare impegno, è anche membro della Federcalcio irlandese. Non è difficile pensare che per la testa di William passassero idee diverse ogni giorno, tra cui quella che ha cambiato il gioco del calcio.

Il “football“, infatti, stava acquisendo fama in quegli anni e il regolamento pareva troppo permissivo. Commettere un’infrazione a pochi passi dalla porta favoriva enormemente la difesa. Il caso più lampante e che fece scattare la scintilla risale alla primavera del 1891, in occasione della sfida di Coppa tra Stoke City e Notts County. Gli ospiti, avanti di una rete a poco dalla fine, si difendono con le unghie, con i denti e con… le mani! Un salvataggio pallavolistico sulla linea di porta salva il risultato, portando così lo Stoke a dover battere una punizione impossibile dalla linea, con tutti gli avversari a coprire lo specchio.

La situazione pareva dunque insostenibile: bisognava intervenire per evitare certe ingiustizie. McCrum ci pensa, propone l’idea di una punizione più severa: un tiro libero da 12 yards, con il solo portiere a difendere la rete. Uno scenario interessante, a cui la Federazione prova a dare fiducia. Così, il 2 giugno 1891, in un albergo di Glasgow, l’International Board ufficializza l’introduzione del “penalty” per la stagione 1891-92. La nuova regola non è subito apprezzata da tutti i club ma, con il passare del tempo, diventa un’abitudine, fino ad essere una parte fondamentale del gioco di oggi.

L’evoluzione dei rigori

Sin dall’inizio la regola prevedeva una distanza di 12 yards (11 metri) tra il punto di battuta e la linea di porta. Il portiere inizialmente poteva avanzare fino a 5,5 metri dalla palla; soltanto nel 1929 fu introdotto il divieto di muoversi in avanti prima della battuta. Per il rigido rispetto di questa regola bisognerà però aspettare tempi più recenti, con l’arrivo del VAR e delle telecamere a guardare nel dettaglio la posizione degli scarpini del massimo difensore.

Arbitro al VAR (@Shutterstock)

Nel corso degli anni non sono mancate le variazioni ipotizzate per rendere più spettacolare l’esecuzione del calcio di rigore. L’idea più geniale non poteva che arrivare dagli Stati Uniti: in MLS, infatti, furono introdotti nel 1996 i cosiddetti “shoot-out“. Veri e propri uno contro uno in cui i due calciatori potevano affrontarsi a distanza dalla linea di porta: l’attaccante partiva dai 30 metri e aveva a disposizione 5 secondi per arrivare a calciare. La proposta durò sole quattro stagioni, fino al 1999, non riuscendo a fare breccia nel cuore degli appassionati oltreoceano.

E voi, sapevate di questa storia? Per essere sempre aggiornati sulle news provenienti da tutto il mondo continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Calcia.

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