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Vaiolo delle scimmie, tutto quello che c’è da sapere sulla malattia arrivata anche in Italia

di davide gerace

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Il vaiolo delle scimmie inizia a fare paura. La malattia virale è giunta nei giorni scorsi in Italia dopo i diversi casi identificati in Europa. Adesso cresce il timore per una sua possibile diffusione. Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Vaiolo delle scimmie: sintomi e trattamenti

Il vaiolo delle scimmie è una rara malattia virale presente finora soprattutto nei paesi tropicali dell’Africa Centrale e Occidentale. Il virus venne osservato per la prima volta nel 1958 in alcune scimmie di laboratorio, dei macachi di Giava.

Come spiega l’OMS, tra i sintomi comuni del vaiolo delle scimmie troviamo febbre, mal di testa, dolori muscolari e eruzioni cutanee, molto simili a quelle del vaiolo classico, e hanno una durata che va dai 14 ai 28 giorni. Spesso i sintomi scompaiono spontaneamente. Il periodo d’incubazione di solito è compreso tra i 6 e i 13 giorni, ma questo può variare dai 5 ai 21 giorni.

 

Macaco (@Shutterstock)

 

La malattia non è molto contagiosa, l’uomo può contrarre il vaiolo delle scimmie attraverso un morso o il contatto diretto con sangue, liquidi organici o lesioni di un animale infetto. Il virus si può però diffondere anche da uomo a uomo attraverso diversi modi:

  • per via orale durante il contatto diretto;
  • contatto faccia a faccia prolungato;
  • tramite il contatto diretto con i liquidi organici di una persona infetta;
  • con oggetti contaminati dal virus quali biancheria o abbigliamento.

Il virus è comunque meno contagioso e mortale del vaiolo “normale”, il suo tasso di mortalità è di circa il 10% delle persone che lo contraggono, contro il 30% del vaiolo. Per curare la malattia sono stati approvati un vaccino (MVA-BN) nel 2019 e un trattamento specifico (tecovirimat) nel 2022. Attualmente però, l’OMS fa sapere che la disponibilità di queste contromisure è molto limitata. Le persone più a rischio di contrarre il virus sono gli individui con età inferiore ai 40 anni. Questi non hanno beneficiato del programma di vaccinazione del vaiolo, che limita molto la diffusione della malattia.

I casi in Europa e America del Nord

Negli ultimi giorni il vaiolo delle scimmie è arrivato in diversi paesi europei. L’agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) ha confermato circa sette casi di persone infettate dal virus, tre dopo un viaggio in Nigeria e le altre quattro infettate dopo dei rapporti sessuali con altre persone.

In Portogallo ci sono circa venti casi sospetti, di cui cinque confermati, tutti di sesso maschile. In Spagna i casi sospetti sono circa ventitré, di cui otto confermati. La malattia è arrivata anche oltreoceano. Dodici i casi confermati in Canada e il primo negli Stati Uniti.

Il virus è arrivato anche in Italia. L’ospedale Spallanzani di Roma ha identificato il primo caso di vaiolo delle scimmie in un uomo rientrato dopo un soggiorno alle Canarie. L’Istituto Superiore di Sanità in una nota ha spiegato: “Il ministero della Salute sta monitorando attentamente i casi di vaiolo delle scimmie segnalati in Italia e che sarebbero al momento pochi e ha allertato le Regioni per un tracciamento degli eventuali casi. Anche l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha attivato una task force per seguire al meglio l’evoluzione della situazione. Al momento nel nostro Paese non si registra una situazione di allarme ed il quadro è sotto controllo”.

Niente allarmismi, ma prestare comunque molta attenzione, soprattutto quando si hanno rapporti occasionali.

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