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USA, Corte Suprema contro il diritto all’aborto. E ora?

Dopo quasi 50 anni dalla sentenza che decretò l’aborto come uno dei diritti fondamentali, presenti nel 14esimo emendamento, gli Stati Uniti rischiano di tornare indietro di mezzo secolo e rendere illegale l’interruzione di gravidanza. A rendere pubblica la bozza del decreto che andrebbe ad abolire la precedente regolamentazione è stato Politico, importante quotidiano americano che si occupa di politica.

La sentenza “Roe e Casey” sull’aborto

Il fulcro della discussione impugnata dai giudici, repubblicani, che hanno scritto la bozza sarebbe proprio la sentenza “Roe e Casey” del 1973. Quest’ultima, è la storica sentenza che inserì l’aborto all’interno dei diritti alla privacy garantiti dal 14esimo emendamento. Per i giudici Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett, che hanno redatto la bozza, c’è la necessità di ridare voce sull’argomento ai rappresentanti eletti dal popolo.

Riteniamo che “Roe e Casey” debba essere annullata“, si legge nella bozza intitolata Parere della Corte. Si continua poi sempre con gli stessi toni: “È tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo“. Tuttavia, si sottolinea che una decisione a riguardo non è ancora stata presa. Inoltre, il presidente della Corte Suprema USA, John G. Roberts, ha comunicato di aver aperto delle indagini per capire come Politico sia entrata in possesso della bozza, ancora in fase preliminare.

 

Manifestante pro aborto (@Shutterstock)

Cosa succederà ora

I tre giudici democratici Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan stanno lavorando a una contro-bozza, comunica Il Sole 24 Ore. La sentenza, però, verrà emanata soltanto quest’estate, tra giugno e luglio. Intanto il presidente Joe Biden ha affermato la propria contrarietà sulla questione: “Il diritto di scelta di una donna è fondamentale. La sentenza Roe vs Wade non deve essere ribaltata“.

Il governo ha già comunicato di voler prendere iniziativa ma solo a seguito della sentenza. In molti, però, sono pessimisti sulla vicenda. Per introdurre una legge che vada a regolamentare l’aborto a livello federale si necessità della maggioranza assoluta dei voti in parlamento. Al momento, i democratici ne disporrebbero solo della metà e, a seguito delle elezioni di metà mandato. previste a novembre, forse anche meno.

Per questo motivo, negli States si urla a gran voce la necessità di una legge che renda legale, una volta per tutte, l’interruzione di gravidanza. L’unica speranza per i democratici nel breve periodo è quella di “indirizzare questa ondata di indignazione per raccogliere voti in vista di novembre” sottolinea Politico.

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Gianmichele Trotta

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