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Uomini velenosi come serpenti? Arriva la conferma scientifica

di Antonio Stiuso

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Secondo una ricerca gli esseri umani potrebbero diventare velenosi come i serpenti. Anche nell’uomo ci sarebbero tutti gli elementi genetici che stanno alla base della produzione di veleno orale; le ghiandole salivari e quelle velenifere, infatti, hanno molti geni in comune.

Un morso velenoso come i serpenti?

Sembra la classica storia della nascita di un nuovo supereroe e invece è proprio la scienza a consegnarci questa nuova teoria. Anche gli esseri umani avrebbero il potenziale per un morso velenoso come quello dei serpenti. Questo sarebbe possibile grazie ai geni che regolano le nostre ghiandole salivari che, a quanto pare, sono gli stessi presenti nelle ghiandole velenifere dei serpenti.

A sostenerlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), secondo cui gli elementi genetici che permettono ai serpenti di produrre veleno siano presenti anche nei mammiferi. La ricerca fornisce una prova concreta sul legame ghiandole velenifere/salivari e, di conseguenza, quella che un giorno potremmo anche noi produrre veleno dalla bocca.

Mammiferi e rettili hanno dei geni in comune

Grazie al confronto tra il DNA dei rettili e dei mammiferi, i ricercatori hanno evidenziato che i loro geni non sono un’esclusiva come credevamo. L’unica differenza sta nel fatto che i due tipi di ghiandole svolgono funzioni differenti, ma questo non esclude il fatto che siano molto simili geneticamente.

La similitudine evidenzia, probabilmente, un passato evolutivo comune ed è “la prima vera e solida prova a sostegno della teoria secondo cui le ghiandole velenifere si sarebbero evolute dalle ghiandole salivari” secondo quanto afferma Agneesh Barua, uno degli autori dello studio. Nelle ghiandole velenose di un serpente taiwanese, ad esempio, sono stati identificati 3.000 geni “cooperativi”, che svolgono un ruolo importantissimo nella protezione delle cellule. Comparandoli, infine, a quelli di alcuni mammiferi hanno scoperto come i geni seguissero un modello di attività simile a quello osservato nelle ghiandole del serpente.

Serpente Bruno Orientale (@Shutterstock)

Come nasce il veleno?

I veleni sono miscele proteiche tracciabili in posizioni ben distinte; questo fornisce un vantaggio nello studio dei processi di evoluzione molecolare che sarebbe altrimenti difficile da ottenere. Ciononostante, usare le famiglie di tossine presenti nei serpenti moderni per comprenderne l’evoluzione fin dalla sua origine risulta difficile; questo perché si evolvono rapidamente e quelle odierne sono diventate parte stessa del veleno nel tempo. Tutto questo, quindi, le rende poco utili nel comprendere gli eventi che hanno portato alla nascita dei sistemi velenosi negli antenati non velenosi dei serpenti.

Come si può tracciare, quindi, la sua evoluzione nel tempo? Grazie alle reti di coespressione genica. Queste reti mirano a identificare i geni che interagiscono tra loro sulla base di profili di espressione comuni, consentendo di distinguere tra moduli genetici antichi, che rappresentano processi fondamentali, moduli in evoluzione, che danno origine a differenze specifiche, e moduli altamente flessibili, che si sono evoluti in modo diverso.

Rete metavenom, la prova di un passato comune

Analizzando le reti di coespressione genica coinvolte nella produzione del veleno di serpente, le cosiddette reti metavenom, i ricercatori sono riusciti a determinarne l’evoluzione nel tempo. La natura conservata in questa rete, infatti, suggerisce che i sistemi di veleno orale sono iniziati con una base regolatrice genetica comune e, in seguito, hanno subito delle modifiche dando origine a diversi sistemi di veleno in serpenti, lucertole e persino in alcuni mammiferi.

Tutte le tossine del veleno secrete, infatti, sono state trovate nella rete metavenom e il loro tracciamento nelle ghiandole velenifere dei serpenti e in quelle salivari dei mammiferi suggerisce che entrambi questi tessuti hanno avuto probabilmente un antenato comune. Pertanto, non si può escludere la possibilità che in futuro anche noi potremmo sviluppare questa capacità che ora è una prerogativa dei serpenti.

I componenti chiave dei veleni orali del serpente e di alcuni vertebrati, quindi, non sono prodotti differenti con un’evoluzione convergente, come si credeva in precedenza, ma condividono una profonda uguaglianza di base. Da questo è lecito dedurre che l’evoluzione della tossicità nella saliva dei vertebrati potrebbe essere più comune di quanto si pensasse; in altre parole anche l’uomo, in futuro, potrebbe avere un morso velenoso.

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