di Lorenzo Peratoner
Da quando Elon Musk ha acquistato Twitter, il nuovo CEO ha cercato di rinnovare il social introducendo delle novità che, nel bene o nel male, hanno fatto molto discutere. Il caso più eclatante è stato sicuramente quello relativo alle spunte a pagamento, che hanno generato una quantità notevole di profili fake tali da interferire persino nel mercato della Borsa.
L’ultima trovata dell’imprenditore è stata quella di interpellare gli stessi utenti del social sulla riammissione o meno di Donald Trump, estromesso dalla piattaforma dopo gli eventi di Capitol Hill del gennaio 2021. L’improvvisa vocazione populista di Musk, tuttavia, non si è fermata qui; scopriamo nei prossimi paragrafi le novità…
Twitter: l’amnistia generale appesa a un sondaggio
Come riporta Open, Elon Musk ha deciso di affidare le sorti di quasi tutti gli utenti bannati nelle mani del “popolo” di Twitter.
“Dovrebbe Twitter offrire un’amnistia generale agli account sospesi, a patto che non abbiamo violato la legge e non abbiano attuato uno spam eclatante?”
Così recita il sondaggio di Musk, registrando un’affluenza di oltre 3 milioni di voti, che, in larghissima maggioranza, hanno decretato la riammissione degli utenti bannati con ben il 72,4%. Il risultato va a braccetto con l’intento del CEO di garantire la libertà di parola a tutti, senza alcuna distinzione. Il problema, tuttavia, consiste adesso nelle modalità di amnistia, in quanto è necessario attuare una scrematura tra un numero probabilmente molto alto di utenti che negli anni sono stati banditi (ricordiamo che un ban può scattare anche nel caso di contenuti violenti e offensivi). Molteplici le perplessità anche sulla votazione stessa, dato il rischio di ingerenze da parte di bot. Il “Vox Populi, Vox Dei“, infatti, è senz’altro un principio nobile, ma che rischia di essere facilmente calpestato in ambienti molto tossici e poco controllati come quelli dei social network.
Le scelte di Elon Musk si rivelano sempre più controverse agli occhi di molti, tra licenziamenti, spunte, e amnistie; ambigua inoltre è la direzione stessa che il CEO vuole improntare a un social, che, ricordiamo, non naviga in buone acque. Solamente il futuro ci dirà se il l’imprenditore riuscirà a riformare e a rilanciare Twitter.
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