di Redazione Network NCI
Filippo Turetta, dopo l’arresto e la condanna all’ergastolo (25 novembre e 3 dicembre 2023), si trovava nella sezione “protetti” del carcere di Montorio. Tuttavia è stato trasferito, nei giorni scorsi, nella zona di “media sicurezza”, ovvero quella dei detenuti comuni. I motivi del trasferimento sembrerebbero essere il sovraffollamento dell’area e la volontà di permettere al detenuto di iniziare il suo percorso di recupero in altre sezioni del carcere. A questa decisione si sono opposti i suoi legali, preoccupati.
Cosa temono Turetta e i suoi legali
Turetta, allarmato per le “eventuali violenze” che potrebbe subire, ha dato la notizia del trasferimento ai suoi avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera.
I legali hanno richiesto la riassegnazione alla sezione protetta convinti che sia necessaria “una particolare attenzione del detenuto in questo momento“, poiché nei prossimi giorni sono attese le motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo.
La loro richiesta sarebbe, inoltre, motivata “dalla giovane età di Filippo, dalla gravità del reato che ha commesso, dalla risonanza mediatica della vicenda e dal generalizzato sentimento di orrore che il fatto ha suscitato nell’intera comunità nazionale. L’interesse mediatico, diffuso e morboso ha creato un clima di violenza verbale e reale“. Ne è consapevole lo stesso avvocato Caruso, minacciato per aver garantito il diritto alla difesa di Turetta e tuttora sotto protezione.
In vista delle motivazioni, secondo la segnalazione, fuori dal carcere “le manifestazioni di ostilità andranno ad amplificarsi“. E, conclude il quotidiano La Repubblica, “non è possibile escludere che il clima di violenza verbale che ha accompagnato la stigmatizzazione extra processuale della pur gravissima vicenda – è il timore – non possa contaminare negativamente anche l’ambiente” dove si trova Turetta.
Fonti: RaiNews, Ansa e AdnKronos
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Articolo di Noemi Barlocco
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