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Trump ironizza: “Bombardiamo la Russia fingendoci cinesi”

di Vincenzo Del Bello

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Trump, l’ex inquilino della Casa Bianca, ha come di consueto parlato a ruota libera anche sulla tremenda Guerra in Ucraina, lasciandosi andare ad evitabili attimi di ironia. Secondo alcune dichiarazioni, il Tycoon riterrebbe una valida idea bombardare la Russia fingendosi cinesi.

Trump e un rilassato file audio

Il Washington Post ha recentemente divulgato un file audio nel quale l’ex presidente Donald Trump espone la sua personalissima opinione circa il conflitto che sta funestando il suolo ucraino. L’audio non cattura il Tycoon in un contesto intimo e rilassato. Al contrario, il file in possesso della testata americana riporta l’intero discorso tenuto da Trump durante un evento ufficiale del partito repubblicano. L’intervento, della durata di 84 minuti, riporta l’incontro tenutosi a New Orleans tra l’ex presidente e i cosiddetti “big donor”, ovvero i grandi finanziatori del partito.

“Dovremmo mettere la bandiera cinese sui nostri caccia F22 e bombardare a tappeto la Russia“. Come si può notare, il dramma vissuto dal popolo ucraino non è riuscito a scalfire la capacità d’ironia del Tycoon. L’ex presidente ha proseguito nelle sue colorite affermazioni: “Poi diciamo, è stata la Cina, non siamo stati noi e loro cominciano a combattersi tra di loro e noi ci sediamo a guardare”.  Una strategia senza dubbio curiosa, ma non del tutto originale.

Biden

USA – Russia @Shutterstock

Una certa visione del mondo

La tattica del combattimento sotto falsa bandiera è vecchia quanto la guerra stessa, nessuno però si era mai preso la briga di annunciarla prima di metterla in atto. Le considerazioni non si sono arrestate a ciò, l’ex presidente si è anche pronunciato in merito al leader della Corea del Nord. Il dittatore Kim Jong Un sarebbe, a detta di Trump, “un tipo duro”, “uno che ha il controllo totale”. Per concludere, il Tycoon, non ha mancato di ricordare a tutti come la situazione in Ucraina sarebbe potuta essere totalmente diversa con lui alla presidenza.

“Io ho conosciuto bene Putin, non l’avrebbe fatto, non l’avrebbe mai fatto”. Se lo studio ovale fosse ancora il suo ufficio non vi sarebbe alcuna guerra, è quanto si evince dalle sue stesse dichiarazioni. Da queste, però, emerge pure una certa idea di stato, più che di democrazia, che l’imprenditore possiede e non manca di esternare. Uno stato retto da uomini forti, da tipi duri, direbbe il nostro. Emerge una certa idea di realtà in cui tutto è permesso, il fine giustifica sempre i mezzi, non importa quanto brutali. Si evince quasi il ritratto di un principe machiavellico che però non riesce ad essere volpe e leone. Non basta, infatti, impastare la crudeltà con l’arroganza per essere al comando.

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di Vincenzo Del Bello

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