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TikTok: gli USA chiedono agli app store di rimuovere l’applicazione

di Francesco Ferri

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Proseguono le proteste nei confronti di TikTok. Dopo la denuncia di una moderatrice per le condizioni disumane dei dipendenti, sono dure e pesanti le accuse mosse nei confronti del social network cinese da Brendan Carr, commissario della Federal Communications Commission

“TikTok non è quello che sembra essere”

Stando a quanto pubblicato sul profilo Twitter di Brendan Carr, l’agenzia governativa statunitense per le comunicazioni avrebbe inviato delle lettereGoogle e Apple per chiedere la rimozione dell’app di TikTok dai loro store digitali.

Secondo l’accusa, infatti, come si legge nel tweet, l’applicazione non sarebbe utilizzata solo per condividere video divertenti, ma come strumento di sorveglianza per raccogliere i dati personali di ogni utente. Queste ipotesi vengono rafforzate dalla menzione di un rapporto a riguardo, redatto da BuzzFeed News; dall’indagine trapelava che, tra il settembre 2018 e il gennaio 2022, i tecnici del social avrebbero avuto accesso a dati non pubblici di utenti statunitensi.

Interrogata sulla vicenda, la portavoce di TikTok Maureen Shanahan ha rilasciato una breve dichiarazione, riportata da TGCOM24, nella quale sostiene:

“Sappiamo di essere tra le piattaforme più esaminate dal punto di vista della sicurezza e miriamo a rimuovere ogni dubbio sui dati degli utenti statunitensi. Ecco perché assumiamo esperti nei loro campi, lavoriamo continuamente per convalidare i nostri standard e coinvolgiamo terze parti affidabili e indipendenti per testare le nostre difese”.

Non è la prima volta che la piattaforma si trova al centro di situazioni complesse

Già durante la presidenza di Donald Trump era stata resa nota l’intenzione di vietare TikTok nel Paese. L’operazione, però, non riuscì e nel giugno 2021 il presidente Joe Biden revocò gli ordini esecutivi che avrebbero imposto la cessione del social a una società statunitense.

Come spiegato da Brendan Carr, infatti, TikTok appartiene a ByteDance, un’organizzazione legata al Partito Comunista Cinese; ciò, secondo il commissario, sarebbe inaccettabile dal punto di vista della Sicurezza Nazionale. Il rischio sarebbe quello di veder rubati i dati sensibili dei propri cittadini senza che questi se ne rendano conto.

 

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