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The Mandalorian, Stagione 3: la recensione del terzo episodio

di Andrea Antinori

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È finalmente tornata sugli schermi con una terza stagione “The Mandalorian“, la serie ambientata nell’universo di Star Wars prodotta da Disney+. Gli episodi arriveranno ogni Mercoledì per 8 appuntamenti sulla piattaforma streaming della casa di Topolino. Nel cast ritroviamo Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano Din Djarin. Tornano anche Carl Weathers nel ruolo di Greef Karga; Katee Sackhoff come Bo-Katan Kryze; Emily Swallow come L’Armaiola. Senza perderci in ulteriori chiacchere, eccovi la recensione del terzo episodio della terza stagione.

The Mandalorian: Il Convertito

Terzo episodio dalla durata di ben 58 minuti. Si apre subito da dove ci eravamo lasciati con la puntata precedente, con Bo-Katan che salva Din Djarin dal fondo delle miniere di Mandalore. La apparente quiete che però accompagna i primi minuti viene bruscamente stravolta dall’arrivo di caccia Tie, che vogliono vendicarsi di Bo-Katan. Subito dopo la intro veniamo poi catapultati su tutt’altro pianeta della galassia di Star Wars, uno che i fan dei Prequel conoscono bene: Coruscant. Qui (e per la maggior parte della puntata) andiamo ad approfondire molto uno dei personaggi che ci accompagna fino dalla prima stagione, il Dottor Pershing. Oramai si è lasciato l’impero alle spalle e ha iniziato a vivere una comunissima vita sul “pianeta città“. Un pensiero però lo tormenta, e riguarda il suo progetto sulla clonazione…

 

The Mandalorian

Una puntata strana

Se non fosse per le parti iniziali e per il finale, questa puntata non sembrerebbe essere un episodio di The Mandalorian. Infatti, finché ci troviamo su Coruscant, non è quasi presente nessun genere di azione. Tutta la lunga sequenza sul pianeta sembrerebbe quasi presa da una puntata della serie “Andor“, altro prodotto targato Star Wars. Questo è dato in particolare dall’ambientazione, molto utilizzata nella serie appena citata, ma anche da una fotografia molto pulita, utilizzata per rendere al meglio il caotico ordine del pianeta. Ma in fin dei conti ciò che risalta di più da questo episodio è proprio Coruscant, reso alla perfezione e che è capace di togliere il fiato ogni volta che mostra il suo Skyline ripreso un po’ da New York, ma anche da Hong Kong.

Purtroppo non si possono fare commenti troppo positivi sulla gestione delle tempistiche. È vero che finalmente ci ritroviamo dinnanzi a un episodio lungo, ma stavolta non sono riusciti a gestire per bene i tempi. La 30ina di minuti incentrata sul Dottor Pershing ha un ritmo molto lento, e le possibilità che più di uno sbadiglio arrivi durante la visione sono molto alte. Si percepisce però come questa puntata sia di fondamentale importanza per il futuro della serie, e che sia giusto che se la siano presa con calma per narrare per bene il tutto. Infine vediamo un atteggiamento strano da parte di Bo-Katan, che, dopo ciò che ha vissuto, pare aver realizzato che Mandalore non è perduto, e che qualcosa per riportarlo in vita si può fare.

Gli apprezzamenti finali vanno alla qualità tecnica generale. La CGI è impeccabile, fino ad arrivare a confondersi con gli effetti pratici. Anche la fusione tra il set fisico e la tecnologia Stagecraft è di altissimo livello, dato che non si riesce mai a distinguere la differenza tra i due, soprattutto in un contesto pieno di elementi e difficile da gestire come Coruscant. Un plauso anche alla colonna sonora, che spesso va anche a riprendere temi degli altri film della saga (come la “Marcia della Resistenza” presa da Episodio VII).

 

The Mandalorian, episodio 3: conclusioni

Terzo appuntamento che si distacca molto dal canonico episodio di The Mandalorian, andando a concentrarsi anche su ulteriori personaggi che non siano per forza Grogu e Din Djarin, quasi assenti in questa puntata. La serie si concentra sulla creazione di una base solida per quello che (probabilmente) porterà al gran finale della serie. Il problema risiede principalmente nella gestione del ritmo di questa grande sequenza intermedia. Non mancano comunque i soliti scontri spaziali che caratterizzano la saga e soprattutto, anche se solo per un breve minutaggio, la storia è incentrata sui Mandaloriani.

Pro

  • Realizzazione di Coruscant;
  • L’approfondimento di personaggi diversi dai protagonisti;
  • Effetti speciali e pratici.

Contro

  • Il ritmo di tutta la sequenza su Coruscant, troppo lento.

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