Cinema & Serie TV

The Boys: lo showrunner parla dei progetti futuri legati al VCU

La terza stagione di “The Boys” si è conclusa proprio la scorsa settimana con l’ottavo episodio. In attesa di scoprire quali saranno i progetti futuri legati alla serie televisiva, lo showrunner Eric Kripke ha rilasciato alcune dichiarazioni alla nota rivista Variety.

Cosa c’è nel futuro di “The Boys”?

I lavori per la quarta stagione della serie sono già iniziati e Kripke con il suo team sta già scrivendo la sceneggiatura, mentre Tara Butters e Michele Fazekas hanno già iniziato le riprese della serie spin-off, ancora senza titolo, sempre secondo la rivista statunitense.

Al momento, lo showrunner e creatore della serie TV, si sta occupando delle storie che ruotano attorno al “Vought Cinematic Universe“, noto anche come VCU. Si tratta di un universo ispirato al “Marvel Cinmatic Universe“, che allo stato attuale comprende: “The Boys“, la serie antologica animata “The Boys Presents: Diabolical” e lo spin-off dal titolo ancora sconosciuto.

I progetti futuri legati al VCU

Il creatore dello show televisivo, in un’intervista rilasciata a Variety, ha dichiarato:

“Lo spin-off è già quasi a metà delle riprese. Penso che l’obbiettivo generale sia quello di iniziare a far crescere l’hype tra i fan, in modo che, qualche mese dopo la conclusione di ‘The Boys’, la stagione 1 dello spin-off possa essere rilasciata. E poi, ancora qualche mese dopo, possa debuttare la stagione 4”.

Lo showrunner ha anche espresso il suo parere circa il lavoro svolto da Kevin Feige con il MCU, paragonandolo al suo con il VCU:

“Rendo merito a Kevin Feige perché stiamo facendo quella cosa per cui, in un certo senso, lo spin-off riprende elementi della conclusione della stagione appena conclusa, portando avanti la palla, e la prossima stagione di ‘The Boys’ la riprenderà in seguito, perché ci sono dei crossover di personaggi e c’è anche una campagna presidenziale in corso.

Ci sono tutte queste cose nel mondo, che dobbiamo affrontare e integrare. L’universo condiviso è fo****amente difficile da gestire, perché alla fine sono tutti episodi della stessa gigantesca serie. Quindi, per renderli tutti non solo divertenti e al loro posto, ma anche per raccontare questa enorme storia che si evolve, mi ispiro al lavoro di Kevin Feige. Gli manderò un cesto di frutta e un biglietto con scritto ‘Bel lavoro!'”.

Tutto quello che (attualmente) sappiamo sullo spin-off

I dettagli sullo spin-off, al momento, sono minimi, ma grazie ad alcuni dettagli presenti nella terza stagione di “The Boys“, possiamo notare alcuni spezzoni di trama che seguono le vicende di studenti di un college per supereroi gestito dalla Vought. Un primo dettaglio è emerso quando nel corso della terza stagione ci è stata mostrata una foto di Jaz Sinclair, il protagonista dello show spin-off, tra le immagini dei supereroi cresciuti in un orfanotrofio per bambini dotati di poteri. Un secondo invece, lo ha fatto notare lo stesso Kripke durante l’intervista:

“C’è un dettaglio molto, molto piccolo, nel momento in cui A-Train e Falco Blu stanno parlando. Falco Blu fa riferimento a: ‘Ci siamo allenati entrambi con Brink a scuola, che ci ha insegnato a dominare totalmente.

Entrambi si sono diplomati alla Good Oak, che è il nome della scuola [dello spin-off], e Brink è un riferimento al grande addestratore di supereroi di quell’istituto, e sarà un altro personaggio dello spin-off”.

L’attore Patrick Schwarzenegger, anch’egli tra i protagonisti dello spin-off, durante una recente intervista rilasciata al podcast “Just for Variety“, ha descritto la serie TV definendola simile ad “Euphoria“, ma con i supereroi. Queste le parole di Kripke a riguardo, che hanno in qualche modo confermato solo a metà le affermazioni dell’attore:

“Si tratta di ragazzi psicologicamente complicati che si mettono nei guai. Quindi, in questo senso, è come ‘Euphoria’. Francamente non so se sia dark allo stesso modo; in effetti ‘Euphoria’ riesce a essere più dark dell’universo cinematografico di ‘The Boys’. I ragazzi non si fanno di sostanze stupefacenti nei corridoi della loro scuola, per esempio. Ma speriamo di rappresentare qualcosa di reale su cosa significhi essere un ragazzo in questo particolare mondo”.

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Alessandro Bergamaschi

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