fbpx The Boys 3, la recensione dei primi 3 episodi: la follia continua!
Cinema & Serie TV

The Boys 3, la recensione dei primi 3 episodi: la follia continua!

di Nicolò Bacchi

Condividi con chi vuoi

Dopo un’attesa di quasi due anni, Venerdì 3 Giugno 2022 Prime Video ha rilasciato i primi tre episodi dell’attesissima terza stagione di The Boys; gli altri 5, per un totale di 8, arriveranno a cadenza settimanale sulla piattaforma fino all’8 Luglio. Nel cast tornano Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Laz Alonso, Tomer Kapon e Karen Fukuhara. Ora, senza perderci ulteriormente in chiacchiere, ecco la nostra recensione dei primi tre episodi di The Boys stagione 3.

Un’inizio (poco) scoppiettante per The Boys… o forse no?

La terza stagione di The Boys si apre con un’apparente calma: dopo la morte di Becca e la definitiva sconfitta di StormfrontHughie Campbell ha appeso al chiodo la divisa da vigilante, diventando membro del Bureau of Superhero Affairs. Il suo ruolo è fungere da tramite tra i Boys (meno LM) e Victoria Neuman, a capo proprio del dipartimento. La vita di Hughie sembra così perfetta, diviso tra un lavoro che lo soddisfa e la vita di coppia con Starlight, con la quale si presenta addirittura ad eventi Vought. Persino Butcher sembra aver seppellito l’ascia di guerra, lasciando i supers in vita ma incastrandoli con operazioni sotto copertura assieme a Kimiko Frenchie.

 

The Boys

 

La verità si cela però dietro l’idilliaca facciata. Stormfront ha scatenato l’Io nascosto di Patriota, portando la sua instabilità mentale ad un livello mai sperimentato finora. L’eroe più potente del pianeta deve convivere con i pregiudizi della gente, che ora lo vede soltanto come il compagno della Nazi-super; inoltre, dopo aver sperimentato l’odio di coloro che lo amavano, non sembra più interessato all’amore del popolo, quanto più alla sua personalissima gloria e al potere. Difficile prevedere cosa succederà, ma le rivelazioni del colonnello Mallory durante il terzo episodio lasciano intendere che presto potremmo scoprire in che modo lo show potrebbe concludersi.

Psicopatici in calzamaglia

Nonostante la bravura dell’intero cast, chi più e chi meno, un plauso particolare va fatto ad Antony Starr, che interpreta il personaggio di Patriota con una naturalezza disarmante. I continui sorrisi ambigui, gli sguardi colmi di odio e rabbia e persino i toni usati incutono un naturale timore nello spettatore, che cresce con il passare dei minuti. Siamo intrappolati in una bolla di ansia, da cui non vogliamo uscire per scoprire cosa potrà mai succedere. È difficile, quasi impossibile, riuscire a rendere così bene un personaggio simile, con migliaia di sfumature e una personalità così intricata, ma Starr ci riesce alla perfezione, in maniera addirittura migliore di quanto fatto precedentemente.

 

The Boys

 

A tenergli testa dal lato dei “buoni” (anche se il finale del primo episodio ci fa dubitare di potergli affibbiare questo appellativo) è Butcher, ovvero Karl Urban. Proprio come il collega Starr, anch’egli neozelandese, Urban è perfetto per interpretare il violento capo dei Boys. La rabbia repressa in maniera approssimativa e i continui scatti d’ira verso i compagni e gli odiati super sono trasposti sullo schermo in maniera sorprendente; è quasi naturale pensare che l’attore non stia recitando, bensì provi davvero tutto l’astio che porta in scena. Specialmente quando parla con il piccolo Ryan, l’abilità sul set di Urban si mostra in tutta la sua grandezza, risultando convincente sotto ogni punto di vista.

Come già detto è importante però applaudire anche gli altri interpreti; a dispetto degli irraggiungibili colleghi già citati, riescono ugualmente a trasmettere una certa sicurezza mentre interpretano i proprio personaggi. Unica pecca, se così possiamo chiamarla, è Tomer Kapon che, se nelle scorse stagioni appariva sempre in linea con il Frenchie dei fumetti, ora sembra (in rare occasioni ad essere sinceri) in difficoltà.

The Boys, violenza è gratuita o giustificata?

Una delle principali critiche mosse verso le scorse stagioni era la violenza grafica, spesso definita gratuita. Alla fine, dato che il prodotto televisivo non rispetta il fumetto originale, che bisogno c’è di mostrare tutto quel sangue e viscere? La genialità dello show sta proprio qui, nel saper dosare in verità alla perfezione il livello di brutalità portata su schermo. Nonostante sia uno dei punti cardine della serie infatti, il suo utilizzo non è mai opprimente, anzi, aiuta a mettere a fuoco la vera natura di entrambe le formazioni, I 7 e i Boys.

Ne è un esempio la magra fine del super Termite, che a causa di uno starnuto imprevisto finisce per uccidere il suo compagno durante una perversa pratica sessuale. La reazione del super, più confusa che sconvolta, non lascia spazio alla fantasia, chiarendo subito come il suo pensiero sia corso alla conseguenze legali. Allo stesso modo, Victoria Neuman non si fa problemi ad utilizzare il suo potere per liberarsi dei suoi nemici.

Ma non sono solo i cattivi a fare della violenza un simbolo. Come visto nei trailer infatti Butcher entra in possesso del V24, una fiala in grado di far diventare chiunque un super per 24H. E dopo aver acquisito un’enorme potere, il capo dei Boys non si fa scrupoli ad utilizzarlo su un uomo momentaneamente indifeso. Specificando quindi come nessuno sia immune dalla sua crociata contro gli odiati eroi.

Un veloce cenno alle inquadrature adottata in queste occasioni, in particolare per l’incontro tra due Boys e la Contessa Cremisi. La scelta di far cadere parte del corpo (non diciamo di chi, ma state tranquilli) addosso alla telecamera è a dir poco geniale; dà quasi l’impressione di trovarsi nel bel mezzo di un malato POV, rendendo il tutto ancora più terrificante e al contempo divertente.

Ironia e sarcasmo, tra le vittime illustri di The Boys c’è anche la Disney

Nonostante non venga mai fatto il nome di compagni rivali ad Amazon, la satira verso le politiche societarie altrui è limpida quanto spassosa. Soltanto nei primi minuti viene presa in giro la Snyder Cut’s, il perbenismo politically-correct di Disney e i film  rigirati per compiacere il pubblico. Persino Disney+ viene schernito, dicendo che il film con Stormfront nei panni dell’eroe potrebbe finire su Vought+ per evitare problemi. Un chiaro rimando alla crescente moda, lanciata proprio da Disney, di pubblicare i film direttamente in streaming.

Tra le altre citazioni, un chiaro parallelismo tra Patriota e un ex-presidente degli USA, recentemente al centro di qualche piccolissima manifestazione di nazionalisti. Senza contare tutte le varie satire politiche, come la convinzione dei giovani che gli influencer (in questo caso gli eroi) siano per forza buoni; o il merchandising fatto per lucrare su di essi. C’è spazio persino la religione, con Abisso ormai al di fuori della Chiesa della Collettività che la rinnega paragonandola ad una setta. Non un caso che proprio in America si sia ritornato negli ultimi mesi a parlare di Scientology; una setta che accoglie tra le proprie fila celebrità come Tom Cruise, e bersaglio da decenni di teorie del complotto di vario genere.

 

The Boys

 

Da notare invece la maggior cura nei confronti dei personaggi principali, le cui vere emozioni vengono ora analizzate e mostrate con più attenzione. I dialoghi sono infatti rivelatori della natura mortale di ogni protagonista, a partire dall’indistruttibile Patriota fino a Hughie passando per A-Train. Uniti alla violenza di cui abbiamo già parlato, formano un mix inaspettatamente piacevole alla vista, che regala momenti ancora più spassosi ma al contempo ricchi di riflessioni profonde.

Considerazioni finali sui primi tre episodi della terza stagione di The Boys

I primi tre episodi di The Boys confermano quanto di buono visto nelle scorse stagioni, aggiungendo anche elementi di grande interesse. La violenza spregiudicata e l’irriverente satira politica, e non solo, si confermano un punto di forza della serie, aggiungendo però una maggiore introspezione psicologica nei confronti dei personaggi. Nel cast spiccano fra tutti Antony Starr e Karl Urban, che sarebbero in grado di portare avanti da soli l’intera serie. Nessuna nota dolente per il momento, ma l’uso del composta V24 e le rivelazioni fatte da Mallory andranno gestite con cura, per evitare buchi di sceneggiatura o una scrittura pigra. Per ora però non possiamo fare altro che sederci ed applaudire il lavoro di Eric Kripke e compagni, in grado di creare la miglior serie di supereroi vista finora. Persino migliore rispetto a tutti i prodotti Marvel.

 

Pro

  • Azione violenta e frenetica, ma dosata con cura;
  • L’interpretazione del cast, primi fra tutti Antony Starr e Karl Urban;
  • L’imprevedibile satira politica e verso le altre società rivali;
  • Una maggiore introspezione psicologica nei protagonisti.

Contro

  • Nessun contro vero e proprio, solo la strana modalità di pubblicazione degli episodi che potrebbe infastidire i fan come fatto per la scorsa stagione.

Per essere sempre aggiornato sulle news provenienti da tutto il mondo continua a seguirci su Nasce, Cresce, Streamma.

Forse potrebbe interessarti anche:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi