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“The Bear”, la recensione della seconda stagione

di Lorenzo Procopio

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Torna su Disney+The Bear”, e lo fa carica di aspettative pesanti dopo la rivelazione della prima stagione. Torna con 10 nuovi episodi, una brigata che freme per tornare in cucina e un’ardente lezione: quella su come trasformare un secondo capitolo in un piatto persino migliore del precedente. Ai fornelli ancora Jeremy Allen White nei panni del geniale chef Carmen Berzatto, fresco di Golden Globe, insieme a Ayo Edebiri, Ebon Moss-Bachrach e Abby Elliott, membri di una squadra di interpreti affiatata e in grado di dare ancor più spessore ai personaggi a cui ci eravamo affezionati.

“The Bear”: torna la serie rivelazione dello scorso anno

Ben pochi fino al 2022 avevano sentito parlare di Christopher Storer, autore e regista di alcuni spettacoli di stand-up comedians (come Bo Burnham) stando ben lontano dai loro riflettori. Ma si sa che il mondo della serialità televisiva, specie quella americana, rappresenta ormai quel calderone in grado di rigirare gli ingredienti giusti per il successo. Anche per chi, come Storer, alla soglia dei quarant’anni quei riflettori li ha sempre schivati.

Ed eccoci adesso, ad un anno di distanza, a parlare di “The Bear” come uno dei prodotti televisivi più freschi dell’ultima stagione, chiamato a confermare le sue qualità con una seconda tornata che alza decisamente la posta in palio. Perché un conto è conquistare i palati degli spettatori con la sorpresa, muovendosi a basso profilo. Un altro è presentarsi da ristorante di alta classe, forte di 13 nominations ai prossimi Emmy Awards, senza lasciare nessuno insoddisfatto. Quindi, com’è andato questo ritorno in cucina?

 

The bear

Si può fare una seconda parte migliore della prima? Sì chef!

Partiamo subito col dire che se la prima stagione di “The Bear” ci aveva elettrizzati con le sue acrobazie emotive, trascinati con il dinamismo dei movimenti (quelli dei personaggi in cucina, ma anche quelli “nervosi” della regia dello stesso Storer), questi nuovi episodi riprendono con un piglio leggermente diverso. I nuovi episodi si concedono il lusso di rallentare, forse per necessità biologica, forse per intuizione drammaturgica. In entrambi i casi, non si tratta certo di tirare il freno, quanto di fermarsi per inspirare una lunga e profonda boccata d’ossigeno.

Il ristorante di Carmy è in ristrutturazione, i tempi della cucina sono in attesa, e così anche i ritmi da essa richiesti impongono un secondo movimento più disteso, un’occasione per scendere più in profondità nelle vite – e nei caratteri – dei diversi personaggi. E così buona parte degli episodi sembra essere concepita perché vengano degustati uno alla volta, un boccone dopo l’altro, ciascuno dal sapore dedicato ad uno degli attanti della storia, creando di volta in volta una composizione calibrata, inserita coerentemente con lo sviluppo delle portate. Almeno fino all’ultimo paio di episodi, quello che potremmo chiamare il “gran finale”, un concentrato esplosivo di tutto quanto accumulato in precedenza.

 

The bear

Una storia corale: la famiglia allargata di “The Bear”

In questo senso va letta la presenza di alcune guest star di prim’ordine, attori ospiti della serie che aiutano a confezionare i momenti più emotivamente intensi della serie. Tra loro Will Poulter, Bob Odenkirk, Jon Bernthal (già visto nella prima stagione), Sarah Poulson, Olivia Colman e infine Jamie Lee Curtis, che in modo straordinario dà anima e corpo a Donna Berzatto, la complessa e problematica madre di Carmy (Jeremy Allen White). La nuova stagione si configura perciò come un movimento ancor più corale che in passato, aumentando il numero degli interpreti tanto da rubare la scena al protagonista.

È un secondo capitolo più introspettivo, dicevamo, più lento ma ugualmente carico di tensione latente, come riposto in una pentola a pressione pronta ad esplodere negli ultimi episodi. Lo sa bene il protagonista Carmen, lontano dal suo ambiente naturale, dietro i fornelli, e alle prese con le proprie difficoltà emotive nell’affrontare i sentimenti contrastanti che lo attraggono alla sua vecchia amica Claire (Molly Gordon). Lo sa ugualmente Richie (Ebon Moss-Bachrach), al quale la nuova apertura offre l’occasione per essere finalmente una persona diversa, per visualizzare uno scopo e un posto nel mondo. E ne è infine consapevole Sydney (Ayo Edebiri), presa nella morsa delle difficoltà altrui, che combatte per avere l’attenzione dei colleghi e l’approvazione del padre.

 

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Conclusioni

Non è certo facile, nel panorama audiovisivo di oggi, presentare un prodotto che risulti allo stesso tempo fresco, genuino, con una storia avvincente e dei personaggi credibilmente affascinanti. Ma è ancora più difficile alzare la posta in palio, confermare le aspettative e mantenere viva l’attenzione – e il palato – di una clientela esigente e facilmente volitiva come quella dei consumatori seriali. Con la seconda stagione di “The Bear” Christopher Storer è riuscito a superare quanto fatto al debutto, aggiungendo ancora più profondità alla storia di Carmen, della sua brigata e della sua incasinata famiglia. Grazie Disney+, è già ora di rivolgere le aspettative alla terza stagione.

Pro

  • Seconda stagione che supera le aspettative della precedente, prendendosi il tempo necessario per scendere più in profondità nei caratteri dei personaggi;
  • Ogni episodio è curato come un piatto a sé, allo stesso tempo ben integrato nell’evolversi della serie;
  • Aggiunte al cast formidabili, su tutte la presenza di alcune guest star d’eccezione.

Contro

  • L’adrenalina e la frenesia della cucina lascia un po’ lo spazio alla riflessione, ritrovandosi solo negli ultimi episodi.
  • Quando esce la terza stagione?

 

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