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Texas: arriva l’obbligo di esporre i Dieci Comandamenti in classe?

di Alessandro Colepio

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Il Texas è uno degli Stati più conservatori di tutto il panorama americano ed è quasi sempre stato una roccaforte del Partito Repubblicano. La sua peculiare situazione socio-economica e l’importanza che questo Stato riveste nel conteggio elettorale statunitense hanno fatto sì che nel corso degli anni la popolazione si avvicinasse sempre di più all’ala destra della politica nazionale, identificandosi in quei valori tradizionalisti che il “Grand Old Party” persegue da sempre.

Il “Lone Star State” (soprannome del Texas) è il terreno più fertile a disposizione dei Repubblicani, che qui trovano forte appoggio anche per le manovre politiche più azzardate. L’ultima decisione del governo texano ha fatto molto scalpore anche fuori dai confini dello Stato e ha scatenato un dibattito accesissimo. Il Senato del Texas ha infatti accettato una proposta di legge che obbliga gli istituti scolastici a esporre una copia dei Dieci Comandamenti e reintroduce l’usanza della preghiera durante le ore di lezione. Il Bill (questo il termine statunitense per le leggi ancora in via di discussione) ora passerà alla Camera dei Rappresentanti che deciderà se accettarlo o apporre modifiche al testo.

Il contenuto della nuova legge

La proposta legislativa è frutto del lavoro del senatore repubblicano Phil King e si esplicita in due Bill separati. Il primo prevede che ogni classe esponga una copia dei Dieci Comandamenti in una posizione che sia visibile e leggibile da ogni angolo della stanza, mentre l’altro introduce in tutti i campus scolastici e universitari l’obbligo di offrire tempo e strutture agli studenti e ai dipendenti che vogliano pregare o leggere le Sacre Scritture.

La duplice proposta è stata accettata dal Senato lo scorso giovedì e se dovesse passare anche il controllo della Camera dei Rappresentanti entrerebbe ufficialmente in vigore. Si tratta dell’ennesima manovra dei Repubblicani per cercare di riavvicinare i cittadini statunitensi ai valori cristiani tradizionali. All’interno del Bill che propone l’affissione dei Dieci Comandamenti, il senatore King argomenta la sua tesi sostenendo che la libertà religiosa è uno dei princìpi fondanti degli Stati Uniti e che negli ultimi decenni questo diritto è stato limitato a più riprese.

Entrambi gli atti prevedono un’immediata entrata in vigore nel caso in cui dovessero raggiungere i 2/3 dei voti a favore fra Senato e Camera dei Rappresentanti, altrimenti bisognerebbe aspettare il 1° settembre per poterne vedere gli effetti concreti. La classe politica texana, nel frattempo, si è schierata a favore di questi due provvedimenti: il vice-governatore del Texas, Dan Patrick, ha pubblicato una nota sul proprio sito ufficiale in cui sostiene che l’introduzione dei Dieci Comandamenti nelle scuole è un passo importante per assicurarsi che i texani possano esprimere liberamente la loro fede religiosa.

Dal Kentucky al Texas sotto la guida dei Repubblicani

Non è la prima volta che qualcuno prova a portare i Dieci Comandamenti all’interno degli istituti scolastici. Nel 1980 una legge simile fu approvata in Kentucky dal governo Repubblicano, salvo poi essere abrogata dalla Corte Costituzionale americana perché in contrasto con i princìpi dedotti dalla sentenza Lemon v. Kurtzmann del 1971. Il caso del Kentucky, chiamato Stone v. Graham, ha sollevato grandi polemiche da parte dei sostenitori della destra. Negli Stati Uniti vige infatti un sistema legale che, in breve, regola i casi futuri sulla base delle decisioni giudiziarie passate ed affini. La sentenza del 1971 aveva fornito i mezzi per stabilire se una legge fosse incostituzionale circa la separazione dello Stato dalla religione, ma è stata superata lo scorso anno quando un coach di football di Washington è stato prima esonerato per aver pregato in campo e poi reintegrato nel suo ruolo dalla Corte Costituzionale.

Si è quindi aperta la strada per il ritorno delle politiche di stampo religioso all’interno della vita politica degli Stati confederati, e l’opposizione si sta già esprimendo in merito. L’Unione Americana per le Libertà Civili del Texas ha pubblicato un Tweet in cui sostiene che solo i genitori hanno il diritto di indirizzare i propri figli verso una religione precisa, e che lo Stato non dovrebbe immischiarsi in certe faccende.

Questa faccenda può aprire lo spiraglio verso altre proposte di legge a carattere fortemente religioso e tradizionalista non solo in Texas, ma in tutti gli Stati in cui i Repubblicani hanno appoggio popolare. E mentre in Texas sembrano quasi tutti d’accordo, c’è anche chi sostiene che la mossa del senatore King segna un ritorno nel passato di quasi 40 anni.

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