di Lorenzo Peratoner
Simulare una copia digitale della Terra? L’Università di Sidney è riuscita in questa straordinaria impresa, grazie all’impiego di supercomputer che permettono di ricostruire tutti i cambiamenti, da quelli tettonici a quelli climatici, che hanno coinvolto il nostro Pianeta negli ultimi 100 milioni di anni. Vediamo i dettagli di questo lavoro, riportati da ANSA e pubblicati sulla rivista Science.
Gli scopi del progetto
Una collaborazione internazionale, guidata da Tristan Salles dell’Università di Sidney, ha realizzato un vero e proprio gemello digitale della Terra, con un livello di dettaglio che può spingersi fino a 10 chilometri. Un lavoro così complesso e dettagliato è reso possibile dalla notevole capacità di calcolo dei cosiddetti supercomputer, i quali sono in grado di processare quantità enormi di dati; per questo motivo il mondo dell’ingegneria si è avvalso già da tempo di queste macchine, allo scopo, ad esempio, di realizzare copie virtuali di motori di aereo; in questo modo si possono diminuire i test e i dispendiosi esperimenti nel mondo reale.
Una potenza di questo tipo ha permesso di realizzare dei modelli scientifici con cui si possono studiare, se non addirittura prevedere, determinati fenomeni terrestri, come il clima. Il ricercatore Tristan Salles, in merito alla finalità di questa copia virtuale, ha affermato:
“Per prevedere il futuro, dobbiamo comprendere il passato. Il nostro lavoro fornisce una base per scienziati in altri campi per preparare e testare ipotesi, come per lo studio dei cicli biochimici o dell’evoluzione biologica. Non è solo uno strumento per aiutarci a indagare sul passato ma aiuterà anche a comprendere e prevedere il futuro”.
L’obbiettivo del gruppo di ricerca si è rivelato quindi particolarmente ambizioso, ma assai ancorato a un presente minacciato dai cambiamenti climatici; la storia del clima e del suo impatto sulla superficie terrestre, ad esempio, potrebbe fornire dei modelli di previsione per il prossimo futuro.
Un unico modello della Terra
Il lavoro condotto dall’équipe, inoltre, è riuscito a proporre, in un unico e comodo modello, tutta una serie di conoscenze e informazioni molto spesso frammentarie e sparse; in questo modo si possono agevolare eventuali studi di altri team di ricerca, i quali avranno già a disposizione un lavoro completo e dettagliato. Il movimento delle placche tettoniche, i cambiamenti climatici, l’interazione tra i mari e le coste; questi sono solo alcuni esempi della quantità di informazioni estrapolabili da questo modello.
L’Università di Sidney, sul suo canale Youtube, ha proposto un video che illustra i cambiamenti del deposito dell’erosione nel corso di 100 milioni di anni, sfruttando proprio questo modello.
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