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Taiwan: ore di forti tensioni fra Usa e Cina per la visita della Pelosi

di Lorenzo Peratoner

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Nel pieno della guerra in Ucraina, l’attenzione del mondo si sta spostando in queste ore verso un’altra zona calda, Taiwan; una polveriera che minaccia di esplodere da un momento all’altro. La speaker del Congresso americano Nancy Pelosi, infatti, è da poco atterrata in suolo taiwanese, scatenando le ire di Pechino. La Cina infatti considera l’isola di Formosa come un tutt’uno con la Cina. Vediamo le ultime informazioni emerse in queste ore.

L’arrivo della Pelosi

È notizia di pochi minuti fa l’avvenuto atterraggio della Pelosi, riportata anche da Tgcom24 che probabilmente avrà un faccia a faccia a Taipei con la presidente taiwanese Tsai Ing-wen. Inevitabile dire che queste sono ore di grande tensione, per un evento che di per sé ha già una portata notevole. È dal 1997 che nessuna figura politica di alto rilievo degli Usa mette piede nell’isola. Gli Stati Uniti, infatti, sebbene non riconoscano ufficialmente il Paese come legittimo, è da decenni che hanno intrapreso relazioni economiche e commerciali con esso, tanto da impegnarsi a difenderlo militarmente in caso di aggressioni dal governo di Pechino. L’isola è oggetto di rivendicazione cinese da dopo la guerra civile, conclusasi con la vittoria dei comunisti di Mao Zedong nel 1950 e la fuga dei nazionalisti nell’isola di Formosa.

Le tappe del tour asiatico

Come riportato anche dall’ANSA, in questi giorni la Pelosi, insieme al suo entourage, è nel pieno di un viaggio nel continente asiatico. Lo scopo è quello di “riaffermare l’impegno irremovibile degli Stati Uniti nei confronti di alleati e amici nell’Indo-Pacifico“. La prima tappa dell’itinerario è stata la città-stato di Singapore, dove ha discusso con le più alte figure politiche del Paese. Nei prossimi giorni sono previsti degli incontri in Malesia, Corea del Sud e Giappone. L’entourage non aveva mai ufficializzato la sosta a Taiwan, sebbene girassero già diverse voci, anche nei media cinesi, che tale possibilità si concretizzasse.

Le minacce cinesi

Diversi esponenti del governo cinese, temendo tali voci, hanno rilasciato delle dichiarazioni volte a mettere in guardia gli Stati Uniti, in quanto Taiwan è considerata come la “linea rossa” da non superare. Zhang Jun, ambasciatore cinese alle Nazioni Unite, ha affermato che un’eventuale visita “è molto pericolosa, minerebbe le relazioni tra Cina e Usa“. A questa voce si è aggiunta quella di Pechino stessa, che con una nota ufficiale ha avvertito: “Alcuni politici si preoccupano solo dei propri interessi, giocano apertamente con il fuoco su Taiwan e diventano nemici di 1,4 miliardi di cinesi che non finiranno mai bene“. Tradimento: è questa l’accusa del governo cinese rivolta agli Usa, giudicati come “i più grandi distruttori della pace odierna“.

Come rivelato dalla stampa taiwanese e riportato su Tgcom24, stamane Pechino è passata all’azione: numerosi aerei e navi da guerra hanno attraversato lo Stretto di Taiwan (dove la Cina ha anche chiuso gli spazi aerei per i voli civili) attestandosi al confine ufficioso fra i due Paesi. Oltre alle provocazioni militari, il regime ha adottato delle ritorsioni economiche e commerciali, sospendendo l’import di beni alimentari di quasi 200 aziende taiwanesi. Tale misura provocherebbe un duro colpo all’industria locale.

La visita a Taipei

Il ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu, ha accolto la Pelosi direttamente all’aeroporto, da cui capeggiava un’insegna che recitava: “Benvenuta a Taiwan, grazie speaker Pelosi, Taiwan ama gli Usa“. Nonostante le tensioni, la politica americana su Twitter ha affermato che “la visita della nostra delegazione a Taiwan onora l’impegno incrollabile dell’America a sostenere la vibrante democrazia di Taiwan“. In ogni caso, se dovessero esserci delle azioni militari cinesi, il Ministro della Difesa dell’isola ha garantito la preparazione dell’esercito, “determinato, capace e fiducioso” a sua detta.

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