di Enea Bacciocchi
Il periodo storico che stiamo vivendo attualmente, è il più difficile degli ultimi anni. Una guerra a pochi kilometri dall’Italia, non fa dormire tranquillo nessuno e le tensioni in atto a livello mondiale, continuano a farsi incessanti.
Come se non bastasse la questione bellica in atto in Ucraina, ora anche la Cina è entrata in scena per recriminare il possesso dello stato di Taiwan. Il ministero della Difesa taiwanese, ha denunciato infatti, l’incursione di 13 aerei cinesi nella zona di difesa aerea dell’isola. Si tratta della violazione più grande fatta nell’ultimo mese dall’Esercito di liberazione popolare, che già qualche tempo fa aveva sconfinato con altri 9 velivoli.
Secondo i dati del Ministero di Taipei (isola principale dell’arcipelago nonché capitale dello stato), a violare lo spazio aereo di Difesa di Taiwan sono stati cinque caccia J-16 e sette caccia J-10, oltre a un Y-8, impiegato per il trasporto tattico.
Taiwan: perché la Cina ha violato lo spazio aereo?
La Repubblica di Cina, così chiamato dalla Repubblica Popolare cinese, ha lanciato l’avvertimento e spiegato i propri missili per “monitorare le attività” di Pechino. È ragionevole quindi pensare che il dossier riguardante Taiwan, fosse stato trattato qualche ora prima nel colloquio tra Sullivan e Yung.
A Roma infatti, si sono trovati il consigliere per la Sicurezza nazionale USA, Jake Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista, Yang Jiechi. I due in primis, hanno discusso della crisi Ucraina, per poi passare ad argomenti più interni, come sostengono le principali testate italiane come “IlGiorno.it”.
La Cina rivendica la sovranità di Taiwan e non intende rinunciare alla “riunificazione” dell’isola con la Repubblica Popolare Cinese. Rimane il nodo più difficile da sciogliere nei rapporti con gli Stati Uniti: Pechino si oppone a ogni forma di contatto ufficiale tra funzionari di Washington e le autorità di Taipei.
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