Il periodo che stiamo attraversando è sempre più evidentemente caratterizzato da forti tensioni tra vari Stati. La guerra tra Ucraina e Russia ha ormai raggiunto e superato i 160 giorni dall’inizio del conflitto e non accenna a diminuire. Questo clima bellicoso potrebbe aver riportato in auge questioni che sembravano accantonate. Ne è un esempio la crisi di breve durata che si era aperta tra Serbia e Kosovo nel corso della settimana passata. Oggi invece sembra sempre più vicino lo scenario di una nuova crisi tra il governo cinese e l’isola di Taiwan.
Nella giornata del 2 agosto Nancy Pelosi, speaker della camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ha fatto visita all’isola di Taiwan. Il governo cinese ha considerato questa azione come una provocazione statunitense nei loro confronti. Gli USA, infatti, in accordo col governo di Pechino, non riconoscono la legittimità del governo taiwanese nonostante questa visita sembri dimostrare il contrario. La Cina non ha fatto attendere una risposta a questa azione, dapprima minacciando ripercussioni per poi passare ai fatti. Nella giornata di ieri infatti un gran numero di truppe dell’ Esercito popolare di liberazione (Pla) sono state ammassate sulla spiaggia di Xiamen, città che si trova sulla costa limitrofa allo stretto di Taiwan. In una prova di forza senza precedenti il governo cinese ha in seguito ordinato una massiccia esercitazione nelle acque dello stretto comprendendo forze di acqua e aria.
Nella notte di mercoledì secondo il nostro fuso orario sono iniziate le manovre di questa esercitazione che mira a circondare l’intera isola di Formosa sconfinando anche nelle acque territoriali di Taipei, capitale di Taiwan. I primi movimenti delle ore 12 locali hanno preceduto il lancio di missili e i primi colpi di artiglieria sempre puntati verso il cielo. Come riportato da Tgcom24 le esercitazioni dovrebbero concludersi lunedì pomeriggio e hanno lo scopo di testare le capacità di combattimento e di coordinamento delle truppe cinesi. Il governo di Pechino definisce queste manovre “necessarie e giuste” e ha attribuito le colpe di una possibile escalation agli Stati Uniti.
Nella giornata di ieri l’Ufficio marittimo e portuale di Taiwan ha emesso una serie di divieti di navigazione. Le navi commerciali infatti potrebbero rischiare di attraversa involontariamente una zona di esercitazione. Oggi a seguito di un lancio di un missile balistico il governo di Taipei ha scelto di attivare i sistemi di difesa. La frase “La Cina ha lanciato missili” che ha motivato la scelta sembra essere il simbolo dell’inizio di questa crisi. il Dipartimento di Difesa di Taiwan ha affermato “L’esercito nazionale continuerà a rafforzare la sua allerta e le truppe a tutti i livelli condurranno l’addestramento quotidiano”.
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