di Melissa Marocchio
Un ente certificatore con sede a Venezia certificherà la qualità del piatto tipico giapponese: il sushi. Questo è stato incaricato di stabilire le regole e i requisiti che devono soddisfare i professionisti del settore, e certificherà i processi che portano alla produzione del piatto. La patente, ovvero il bollino che attesta la qualità del prodotto, verrà rilasciato entro l’anno in corso insieme al documentario, anch’esso realizzato in Italia; quest’ultimo servirà a testimoniare la storia del piatto e gli influssi orientali nel Bel Paese…
La norma
Stando a quanto riportato da “La Stampa“, il CEO di UESE Italia spa, la società veneta a cui è stato accordato l’incarico, ha spiegato che la norma Uni Cei En Iso/Iec 17024:2012 pone l’obbligo di accertare se una determinata persona, esaminata da una terza parte indipendente secondo criteri prestabiliti, possegga le prerogative indispensabili e sufficienti per operare in un particolare settore di attività con competenza e professionalità.
La certificazione delle competenze oltretutto, permette di creare una rete di connessione tra i professionisti di diversi Paesi. Infatti, vantare le competenze dei propri professionisti rappresenta un’agevolazione, soprattutto per le attività come ristoranti e negozi. Per quanto riguarda il sushi, come detto, sarà l’azienda veneziana ad occuparsi di definire le regole e i requisiti che dovranno rispettare i professionisti del comparto e certificare i processi. Ad oggi il 55% della pietanza in commercio è taroccato, come ha affermato lo stesso CEO, ma entro l’anno sarà pronto il bollino di qualità che permetterà di riconoscere quello originale.
Rispettare le tradizioni del sushi
Le procedure che verranno applicate rappresentano le fondamenta del processo di certificazione in atto e saranno raccolte in un documentario, anch’esso interamente italiano. Daniele Gramiccia, produttore cinematografico, ha affermato a riguardo:
“Il sushi originale deve seguire criteri molto rigidi. Il processo produttivo prevede una riconciliazione e una rivalutazione dell’esigenza originale per cui nasce il sushi. Circa duemila anni fa infatti, il sushi nasceva in Giappone per il mantenimento del pesce fresco; per questo lo stesso pesce veniva raccolto nel riso fermentato.
Da qui si capisce che la scelta delle materie prime e la lavorazione stessa devono seguire quasi un rituale che rispetti le antiche tradizioni. Siamo felici che le piattaforme TATATU e CHILI abbiano compreso e abbracciato la nostra idea, così da poterla diffondere in Italia e nel mondo”.
Il documentario
La serie, composta da 36 episodi dalla durata di 50 minuti ciascuno, parlerà della storia del sushi ma non solo, secondo quanto ha rivelato il CEO di Emy Productions, un broadcast con sede a Roma. Il documentario si pone quindi l’obbiettivo di riscoprire la tradizione giapponese e la sua “contaminazione” con la nostra. Questo è un tentativo per rendere la pietanza ancora più familiare e alla portata di tutti; a commentare l’iniziativa è stato lo stesso CEO di UESE Italia spa:
“Capire come nasce e come si produce non è elemento secondario. Certo, il consumatore non può fare il detective ma, con il lavoro combinato che stiamo realizzando, avrà comunque gli strumenti per riconoscere quello doc. Ma non solo: certificare i processi e definire le regole e i requisiti dei professionisti del settore significa anche mettere fuorigioco chi quelle regole non le segue.
A quel punto si penalizzerà chi proverà a vendere sushi che sushi non è, mentre chi seguirà le giuste procedure sarà premiato dal mercato. Questo perché i consumatori sapranno dove trovare prodotti fatti a regola d’arte da professionisti certificati”.
Un sushi “italiano”
L’amministratore delegato dell’azienda veneta ha poi concluso riferendo che questo lavoro di certificazione procurerà benefici non solo al consumatore, ma anche al produttore. Infatti, basandosi sulla patente rilasciata dall’ente, si potrà entrare in contatto con chef stellati di tutto il mondo e si creerà una rete incredibile, e i controlli di qualità verranno effettuati in più in Paesi, così da creare anche una maggiore occupazione. Dietro tutto questo lungo lavoro si cela però una grandissima soddisfazione per noi italiani; dare il bollino di qualità ad un prodotto internazionale come il sushi è sinonimo di credibilità e competenza.
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