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Supereroi: perché il pubblico ama l’eroe

di Gabriele Di Nuovo

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Perché amiamo i supereroi? Risponderemo a questa domanda attraverso il loro genere cinematografico: il cinecomic. Esplorando i vari progetti dedicati ai super, comprenderemo al meglio i motivi dietro l’amore del pubblico per i loro eroi.

La risposta alla domanda che ci poniamo, è possibile trovarla nei fumetti. Tutti noi amiamo i supereroi per le loro avventure e il loro modo di affrontare i pericoli. Ma soprattutto amiamo gli eroi per un semplice motivo: ispirazione. Il loro approccio ai pericoli e la responsabilità del loro ruolo, portano il lettore o lo spettatore ad immedesimarsi nel loro supereroe preferito e ispirarsi a lui anche nella vita di tutti i giorni. Può sembrare una cosa sciocca, ma il compito dell’eroe è proprio quello di ispirare e renderci migliori.

Sono tantissimi i casi di eroi che ispirano il lettore. Si passa dai Vendicatori che affrontano Loki nei primi numeri degli anni ’60, fino ad arrivare alla figura di Superman e all’iconica frase “da un grande potere, derivano grandi responsabilità” che renderà Peter Parker Spider-Man. Ma un altro pregio dei supereroi è la loro umanità. Questo porta ancora di più ad empatizzare e comprendere il supereroe, rendendolo di fatto umano quanto il lettore. Una storia che mette in evidenza questo ha per protagonista Iron Man e il suo problema con l’alcool intitolata “Il demone della bottiglia”.

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Ma queste emozioni sono arrivate anche su schermo? La risposta è si. Infatti esploreremo le origini di quello che è ormai un genere cinematografico vero e proprio e di come sia riuscito a portare le stesse emozioni della sua controparte cartacea.

Le origini dei supereroi su schermo (anni ’40/’60)

Subito dopo il successo dei vari fumetti, arrivano le prime interazioni su schermo dedicate principalmente ai ragazzi. Il primo nel 1941 fu “Adventures of Captain Marvel” basato su Shazam, personaggio targato DC Comics. Subito dopo arrivò la serie di cortometraggi dedicata a “Superman” seguiti da dei serial cinematografici dedicati a Batman e al Capitan America della rivale Marvel.

Il declino dell’industria dei fumetti arrivato negli anni ’50, portò il genere in televisione. Ma la rivoluzione arrivò il decennio successivo. Arriva sui schermi televisivi il famosissimo “Batman” con Adam West. Pop, irriverente e molto fumettistico, la serie con Adam West ha ufficialmente lanciato il mondo dei super su schermo come lo conosciamo. Le storie di questi serial erano semplici come la loro controparte cartacea. Infatti il genere si è evoluto insieme alle storie su carta. Ma non è oro tutto quello che luccica.

Bonus: La serie di “Batman” con Adam West, ha anche un film arrivato nel 1966. Infatti la pellicola è la prima trasposizione dell’uomo pipistrello sul grande schermo.

Gli anni ’70/’80: supereroi tra gioie e dolori

Dopo il grande successo di “Star Wars” al cinema, i nostri eroi dei fumetti ritornano in pompa magna in sala. Infatti nel 1978 arriva “Superman” di Richard Donner. La storia di Clark Kent/Superman interpretato da Christopher Reeve fu un successo di pubblico e critica. Ancora oggi il lavoro di Donner è ricordato come uno dei migliori cinecomic della storia. La forza di questo progetto è proprio la fedeltà nel riprodurre su schermo la figura dell’uomo d’acciaio. Christopher Reeve portò un Superman fedelissimo alla sua controparte cartacea, rendendo al meglio la figura dell’eroe senza macchia e di grande ispirazione.

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Infatti proprio questi erano gli elementi assenti dalle interazioni precedenti. Non più storie per ragazzini, ma racconti universali. Ma nonostante la pellicola di Donner abbia ottenuto dei sequel non riuscitissimi (tranne per il secondo capitolo del 1980), alla fine degli anni ’80 arriva un altro step in avanti per il genere.

Sempre un personaggio targato DC Comics, nel 1989 arriva nelle sale di tutto il mondo “Batman” di Tim Burton. Il regista attraverso il suo stile, riesce a trasporre le atmosfere delle avventure del cavaliere oscuro e del suo nemico numero uno: Joker interpretato dal grandissimo Jack Nicholson. Lo scontro tra bene, quindi Batman interpretato da Micheal Keaton, e male (rappresentato da Joker) viene riprodotto come i lettori lo hanno sempre visto su carta (nonostante alcune differenze a fini narrativi).

Ma Batman e Superman diedero inizio agli anni ’90 e al grandissimo numero di cinecomic, nel tentativo di restituire le stesse emozioni offerte dalle fedeli interazioni dei personaggi DC.

Gli anni ’90: si inizia a sperimentare

Gli anni ’90 sono un periodo di transizione per il genere perché le produzioni cercano di portare svariati personaggi completamente differenti dalla classica comfort zone di un lettore di fumetti. Non si cercano più storie che ispirino le nuove generazioni, ma racconti più dark. Tutto questo inizia nel 1994 con “Il corvo” diretto da Alex Proyas, basato sul fumetto scritto da James O’Barr. Questa storia violenta e matura di vendetta è ricordata non solo per essere una sorta di pioniere nel genere, ma anche per la tragica morte sul set del suo protagonista Brandon Lee.

Con il successo di “Il corvo” arrivano altri personaggi dark su schermo, ma con meno fortuna. Nel 1997 arriva nelle sale “Spawn”, basato sull’iconico anti eroe creato da Todd McFarlane. La pellicola con Micheal Jai White non fu un successo e nonostante questo, con il passare degli anni è diventato un cult movie. Ma la vera vittoria sul fronte dark arriva nel 1998 con “Blade”.

Il cacciatore di vampiri targato Marvel e interpretato da Wesley Snipes, ha aperto completamente la strada ai supereroi con tono horror. Infatti il successo del primo film portò ad una trilogia e una serie TV sequel. Ma nonostante questo, il tono orrorifico è andato perduto e sostituito da un approccio più classico, ma efficace.

Bonus: Non solo dark. Negli anni ’90 abbiamo avuto cinecomic come “Dreed – la legge sono io” del 1995 con Sylvester Stallone (nel 2012 è arrivato un adattamento più fedele all’iperviolento fumetto, con Karl Urban nei panni del protagonista) e “The Mask” con Jim Carrey. Il film del 1994 è un adattamento “leggero” del fumetto omonimo creato nel 1989 da John Arcudi e Doug Mahnke.

Anni 2000: il ritorno dei veri eroi

Dopo un decennio di sperimentazione, tornano al cinema i veri supereroi con i loro super problemi. Nel 2000 tocca a “X-Men” di Bryan Singer. Il film dedicato ai mutanti Marvel è uno dei primi titoli in assoluto toccare il tema della diversità in modo differente. Infatti la controparte cartacea si focalizza molto sulla paura del diverso e di come i mutanti abbiano difficoltà a trovare un posto nel mondo.

Se la pellicola del 2000 è stata un successo, non si può dire lo stesso per i suoi sequel. Ma la vera rivoluzione arriva nel 2002 grazie a Sam Raimi e il suo “Spider-Man”. Il film di Raimi è tutto quello che dovrebbe essere un prodotto sui supereroi. Non solo fedele al cartaceo, ma anche una fonte di ispirazione. Infatti “Spider-Man” è un passo in avanti che riporta a titoli come il Superman di Donner, ma con un tocco moderno.

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Il successo della pellicola di Raimi ha portato tante produzioni a seguire il suo esempio, ma regalando però delusioni una dietro l’altra. Infatti titoli come “Daredevil” e “Punisher”, hanno cercato di copiare il titolo di Raimi, fallendo completamente. Non tutti i personaggi sono come Spidey e l’approccio usato da molte produzioni, ha portato sul grande schermo molti prodotti banali e con grossi problemi.

Ma se la Marvel è ritornata dopo tempo con pellicole sue, anche DC insieme a Warner non sono restate a guardare. Infatti nel 2005 e nel 2006 arrivano al cinema rispettivamente “Batman Begins” di Christopher Nolan e “Superman Returns”. Se il primo ha lanciato una trilogia entrata nella storia, non si può dire lo stesso del secondo. Il film dedicato a Superman, nonostante dei buoni incassi, non ha soddisfatto le aspettative, mostrando soprattutto una grande difficoltà nel gestire il personaggio.

Ed è proprio dagli errori passati, emerge la più grande vittoria del genere: il Marvel Cinematic Universe.

2008/oggi: Il MCU e l’amore del pubblico

Il 2008 segna l’inizio di quella che è la vera essenza dell’amore del pubblico verso i supereroi. Con l’arrivo nelle sale di “Iron Man”, coincide l’inizio del Marvel Cinematic Universe. Tanti film stand alone per poi convergere tutti in un unico e grande film arrivato nel 2012 intitolato “Avengers”. I più grandi eroi della terra insieme in un unica pellicola, il meglio per i fan dei fumetti. Infatti proprio loro e non solo, si potuti immedesimare in questi eroi, vivere e rivivere le emozioni della carta grazie alla magia del cinema.

Infatti se il pubblico ama i supereroi è merito in primis dei fumetti, ma il cinema ha ampliato i confini di questi. E il MCU ha amplificato tutta questa corrente, entrando così a gamba tesa nella cultura pop. Amati, odiati, tweettati, i cinecomic con protagonisti i supereroi Marvel confermano e amplificano tutte le motivazioni dietro l’amore del pubblico per i suoi eroi.

Un esempio recente di come un cinecomic può unire tante persone, sempre targato Marvel Studios,  è “Black Panther”. Il film del 2018 diretto da Ryan Coogler ha dato alla popolazione afroamericana un supereroe a cui ispirarsi. Infatti il clamore mediatico per la pellicola, ha portato il MCU persino sul palcoscenico degli Oscar. Questo tutto grazie all’amore per il proprio pubblico, ricambiato da questo con numeri da capogiro al box office. Numeri culminati dal successo ottenuto da “Avengers Endgame”, che hanno definitivamente consolidato lo status quo di un universo cinematografico ancora in espansione nel 2022.

2008/oggi: l’universo cinematografico DC

Ma se sul fronte Marvel, l’universo cinematografico va benissimo (estendendosi anche sul piccolo schermo), non possiamo dire lo stesso per l’accoppiata Warner/DC. Andando oltre la trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan (che ha raccontato il personaggio in una veste completamente nuova), anche Warner/DC hanno tentato di creare il loro universo condiviso. Affidando il tutto a Zack Snyder, che ha cercato di seguire una via completamente differente rispetto la concorrenza, il progetto è fallito dopo 3 film e numerosi problemi produttivi.

La strategia del regista americano era quella di decostruire il mito dell’eroe, mito portato avanti dalla concorrenza. Infatti il suo film dedicato a Superman “L’uomo d’acciaio”, decostruisce la figura dell’eroe puro e forte dei fumetti, rendendolo così più umano.  Ma nonostante questa prospettiva interessante, il pubblico non è rimasto entusiasta della pellicola. Nel 2016 e nel 2017 arrivano in sala “Batman v Superman: Dawn of Justice” e “Justice League”.

Proprio quest’ultimo ha creato un punto di rottura all’interno dell’universo DC al cinema, generando tanta confusione sul tono delle varie pellicole. Nonostante poche vittorie ottenute con “Aquaman”, “Wonder Woman” e “Shazam”, il 2022 Warner/DC si preannuncia interessante e pronto a regalare allo spettatore grandi storie come quelle dei fumetti con un tono giusto e coerente per ogni progetto.

Perché amiamo i supereroi?

Arrivando alla conclusione di questa rassegna, possiamo rispondere definitivamente a questa domanda. Perché amiamo i supereroi? 

Tutti noi amiamo i supereroi perché stimolano il lettore o lo spettatore a credere e superare noi stessi, come gli eroi contro i loro nemici. Nonostante i super problemi, gli eroi sono persone comuni come i loro fan ed è per questo viene facile immedesimarsi. Se già con le storie degli anni ’70 i supereroi ispiravano le masse, il loro arrivo sul piccolo e grande schermo ha consolidato tutto questo. Ampliando il suo pubblico, anche la concezione visiva dell’eroe è cambiata per i non lettori di fumetti. I supereroi sono uomini come noi ed è questo che li rende così vicini a noi e soprattutto un esempio da seguire.

Per altri approfondimenti dedicati al mondo del cinema e delle serie TV, continuate a seguirci su NCS.

di Gabriele Di Nuovo

 

 

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