di Redazione NCI
Manca solo un giorno alla prima finale del 2022, quella che determinerà la vincitrice della Supercoppa Italiana nella sfida tra Inter e Juventus, due squadre accomunate nei loro cammini dalle idee tattiche di Antonio Conte, uomo simbolo del ritorno alla gloria dei nerazzurri, e di un passato ciclo di successi dei bianconeri.
In questo articolo, cercheremo di capire come scenderanno in campo le due compagini.
Inter, pericolo scampato
Nonostante il rischio fino all’ultimo secondo, data l’importanza della sfida contro la Lazio in campionato, Simone Inzaghi e tutti i tifosi interisti possono tirare un sospiro di sollievo. L’Inter si presenterà in campo al gran completo, dopo aver recuperato Calhanoglu dalla squalifica e aver evitato quella del diffidato Lautaro; spazio dunque per il solito 3-5-2.
Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez.
Juventus, tra assenze e recuperi in extremis
La squadra di Allegri invece, torna dalla trasferta vittoriosa contro la Roma, con ben tre assenze importanti per la Supercoppa: l’infortunato Chiesa, il diffidato Cuadrado e l’espulso de Ligt.
Le soluzioni per i bianconeri non sembrano essere molteplici, ma in extremis i bianconeri potrebbero recuperare Danilo, e anche Bonucci, permettendo la reunion della coppia centrale italiana, con Chiellini.
È probabile anche l’impiego a sinistra di De Sciglio, galvanizzato dal gol vittoria contro la Roma. Inoltre, potremmo anche vedere Bernardeschi, che nelle ultime uscite è sembrato molto simile a quello ammirato ai tempi della Fiorentina e della prima Juve targata Allegri.
Il dubbio sul modulo è la scelta fra un 4-2-3-1 e un 4-3-3, con il primo molto favorito come soluzione tattica.
Perin; De Sciglio, Rugani, Chiellini, Alex Sandro; Locatelli, McKennie; Bernardeschi, Dybala, Kulusevski; Morata.
Al campo l’ardua sentenza: chi riuscirà ad aggiudicarsi la Supercoppa Italiana? Sarà la solida Inter di Inzaghi, o sarà la Juventus di Allegri a spuntarla con il suo famoso “hortomuso“?
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di Alessio Caruso
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