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Super Mario, quando la storia la scrive un idraulico

di Vincenzo Del Bello

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Super Mario, Mario o, come originariamente doveva chiamarsi, Jumpman, è l’idraulico più famoso del mondo. Ma perché un tecnico delle tubature e dei sifoni è così importante per noi e per l’intero mondo videoludico? Perché, molto semplicemente, Mario ha scritto la storia.

Berretto rosso, salopette blu, guanti bianchi e, soprattutto, gli immancabili baffi, vera firma dell’amatissimo Mario. Uno stile inconfondibile che da ben 41 anni riempie i cuori dei giocatori di tutto il mondo. Mario, però, non è solo un videogioco. L’universo Super Mario è riuscito a travalicare i confini del media, per diventare un vero e proprio fenomeno di cultura popolare.

Videogiochi

Super Mario, le origini del mito

Siamo nel lontano 1981, il mondo è completamente diverso da come lo conosciamo noi oggi, e Shigeru Miyamoto si appresta a creare un personaggio che presto diverrà immortale. Nasce Super Mario, un idraulico italiano ma nato in Giappone, un personaggio buffo e amabile sin dal primo momento. «Nella mia mente, Mario è uno di quei personaggi del Vaudeville dei vecchi tempi. Un uomo pieno d’energie e vivace che si diverte a fare cose stravaganti». Sono queste le idee di Miyamoto: creare un personaggio poliedrico, affabile e votato al divertimento.

Un titolo che è entrato sicuramente nella leggenda è Donkey Kong, il capolavoro, datato 1981, oltre che essere un caposaldo del media è il palco della prima apparizione del nostro idraulico. All’epoca, però, il nostro saltatore non possedeva ancora il nome con cui l’intero globo lo conosce. Nel 1981, infatti, l’idraulico più famoso del mondo portava il nome di Jumpman, il saltatore. Ma le discrepanze col presente non si fermano qui: Super Mario, all’epoca, è persino figlio unico. In pochi sanno che il nostro amato baffo è il fratello maggiore, della famiglia che si andrà a completare solo nel 1983, anno che vedrà la nascita del fratellino Luigi; nascono così i leggendari Mario Bros (letteralmente I fratelli Mario).

L’infanzia di Mario

Ma il nostro baffuto saltatore non è sempre stato baffuto, e nemmeno è sempre stato saltatore. Nel 1995, infatti, venne pubblicato Yoshi’s Island per Super Nintendo, nel titolo è presente una curiosa versione di Mario in miniatura. Niente baffi, niente salopette e nemmeno i balzi di cui solo lui è capace, ma solo un visetto glabro e un grosso pannolino; l’immancabile cappello però è lì saldo in testa. Ecco Baby Mario, il simpatico frugoletto, però, non avrà un ruolo grandemente approfondito in questo capitolo della serie. Per essere approfondito il personaggio di Baby Mario, infatti, bisognerà attendere l’annata 2005/2006, epoca d’oro di Nintendo DS. Verrà pubblicato Mario & Luigi: Fratelli nel tempo che vedrà un ruolo più centrale riservato al piccolo Mario.

cinema e videogiochi

Un film tanto odiato

Super Mario, però, non è solo videogiochi ma anche cinema. Spostandoci nel 1993 troveremo infatti la pellicola Super Mario Bros., un film tanto odiato quanto carino. Ad interpretare il nostro simpatico connazionale abbiamo uno dei più grandi attori internazionali del secolo scorso, il compianto Bob Hoskins (1942-2014). Il film si presenta con tutte le caratteristiche delle riduzioni cinematografiche dei videogiochi più conosciuti di qualche anno fa. Approssimazione, scarsa cura, elementi inutilmente ritoccati e forzature di ogni sorta. La pellicola è terribile? Stando al giudizio dello stesso Hoskins sì, senza ombra di dubbio, lo considerava uno peggiori ruoli della sua carriera.

Tutto sommato, però, tenuta presente l’epoca da cui salta fuori (si pensi a Street Fighter, il film, del 1994) è un’opera del tutto godibile. Anzi, tutti gli amanti dell’idraulico italiano dovrebbero guardarlo almeno una volta nella vita, se non altro per farsi una grassa risata. Basti pensare che il film ricevette all’epoca due candidature ai Saturn Awards, il prestigioso premio riservato alle opere di fantascienza.

nintendo

Super Mario, film, cartoni e tanto amore

Ma non finisce qui, Mario è stato ed è anche cartoni animati con la sua serie andata in onda sulle reti Fininvest tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90. La serie dedicata all’eroe baffuto si chiamava Super Mario – Le avventure di Super Mario ( in lingua originale The Super Mario Bros. Super Show!), ispirata al videogioco Super Mario Bros. 2. L’amatissima serie ebbe in Italia una sigla musicale, scritta da A. Valeri Manera e cantata dalla leggendaria Cristina D’Avena, che celebra le virtù dell’idraulico di casa Nintendo:

«Che tosto Super Mario / coi baffi all’insù / si butta sempre in tutto a testa in giù. / Che sballo Super Mario / se ingrassa ancora un po’ / diventerà più tondo di un oblò. / Con Super Mario è necessario / che il sogno sia realtà. / Con Super Mario l’immaginario / diventa verità.»

Solo a leggere alcune righe del testo sembra di sentire suonare la sigla. Un pericoloso momento amarcord si sta avvicinando e la lacrimuccia è proprio dietro l’angolo; meglio fermarsi. Super Mario è tante cose, videogiochi innanzitutto, ma anche cinema, televisione, musica se vogliamo e tanto, tantissimo merchandising. Ma, forse, più di ogni altra cosa Mario è folklore, un personaggio simpatico, affabile e facile da amare che ci accompagna da ben quattro decenni.

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di Vincenzo Del Bello

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