La signora Gloria (nome di fantasia), paziente oncologica di 78 anni, è la seconda persona che ha potuto ricorrere al suicidio assistito sotto il controllo del Sistema Sanitario Nazionale. Ad annunciarlo l’Associazione Luca Coscioni. In Veneto intanto una proposta di legge regionale punta a normalizzare questa pratica con il sostegno di cittadini ed associazioni.
La storia della signora Gloria può rappresentare un importante precedente nel Paese per una battaglia che dal caso Cappato-Antoniani accende l’opinione pubblica. In questo caso parliamo della seconda persona in Italia ad aver scelto di porre fine alle proprie sofferenze tramite l’aiuto alla morte volontaria, reso legale a determinate condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 proprio riguardo al caso sopracitato. La peculiarità della vicenda inoltre è dovuta al fatto che Gloria sia la prima persona ad aver ricevuto il farmaco direttamente dal Sistema Sanitario.
Il testo di legge recita che per morte volontaria medicalmente assistita si intende “il decesso cagionato da un atto autonomo, con il quale si pone fine alla propria vita in modo volontario, dignitoso e consapevole, con il supporto e sotto il controllo del Servizio sanitario nazionale“. La vicenda segue di poco quella di Stefano Gheller, che fece il giro dei media nazionali e si spera servirà come caso di scuola per future situazioni analoghe.
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