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“Stress per il naufragio della Concordia”: ottiene maxi risarcimento

di Redazione NCI

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La notte del 13 gennaio 2021 è una notte rimasta impressa nella mente di molti.

Quella notte, all’Isola del Giglio, è naufragata la Costa Concordia, lasciandosi dietro una scia di morti e di feriti. Proprio in virtù di ciò, è recente la notizia di un maxi risarcimento a uno dei passeggeri sopravvissuti. Il clamore circa l’accaduto sta nella motivazione della sentenza: stress post-traumatico subito dal naufrago a causa dell’incidente.

La sentenza in tribunale 

Il tribunale di Genova ha stabilito che Costa Crociere dovrà risarcire con circa 77mila euro un naufrago della Costa Concordia, oltre a dover pagare più di 15mila euro di spese legali.

Si legge nella sentenza del Tribunale: “La responsabilità che interessa in questa sede è quella per le lesioni lamentate dall’attore, ovvero il disturbo post traumatico da stress (quale lesione della salute) e il danno da esperienza stressante (connesso alle particolari circostanze in cui la vittima visse il naufragio) . Nel caso attuale eventuali colpe in fase di salvataggio dal naufragio non eliminano la responsabilità di chi risponda del naufragio stesso.

In particolare, ecco gli elementi che hanno determinato il giudice a stabilire l’obbligo di risarcimento. «Il nucleo centrale della citazione e delle difese -spiega la sentenza- pare orientato a far constare che, anche in presenza del naufragio, lo stesso avrebbe potuto essere meglio gestito, senza danno per l’attore (il naufrago)», si legge.

risarcimento

Il “naufrago” che ha ottenuto il risarcimento

Il suo nome è Ernesto Carusotti e insieme alla moglie Paola Falconi si era imbarcato sulla Costa Concordia. I due coniugi avevano già raccontato la loro orribile esperienza.

Mentre la nave stava per ribaltarsi su un fianco: “c’era chi voleva buttarsi in mare – fu la sua drammatica testimonianza in aula -. Eravamo terrorizzati. La nave era inclinata e la scialuppa non riusciva a scendere. Non c’era nessuno che ci dava una mano, il personale non si vedeva ed era buio”.

La moglie Paola invece è stata l’ultima, di corsa, a passare da sinistra a destra della nave “prima che si creasse quel maledetto pozzo”.

Ad affiancarli nella battaglia per il risarcimento c’è stato il Codacons.

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di Denise Michela Pengue

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