L’università della Georgia, tramite i primi esperimenti condotti su un gruppo di 1200 persone, ha ipotizzato una correlazione tra ansia, stress moderato e miglioramento della memoria… Andiamo quindi a scoprire di più riguardo questa curiosa supposizione.
Stando a quanto si legge sullo studio pubblicato da Neuropsychologia e riportato da Focus, un gruppo di neuroscienziati ha chiesto a un campione di giovani adulti di riconoscere alcuni volti o utensili precedentemente memorizzati, tenendo sotto controllo le rispettive attività cerebrali. In seguito, tramite autovalutazione, sono stati rilevati i livelli di ansia, e i risultati ottenuti sono fortemente incoraggianti; infatti, bassi o moderati livelli di stress hanno statisticamente riportato un generale miglioramento dell’attività cerebrale nelle aree della memoria. Non si può però affermare lo stesso per chi si è ritenuto molto stressato, condizione che ha invece messo in “crisi” queste zone. I risultati ovviamente non costituiscono una prova sufficiente a formulare teorie assolute, anche se ciò può essere considerato come un primo passo verso l’evidenza scientifica.
La spiegazione verosimile dei risultati potrebbe risiedere effettivamente in una dinamica precedentemente osservata sugli animali, riconducibile a una minima quantità di tensione dovuta a una fase di allerta; questa permette di anticipare problemi futuri tramite un meccanismo di premonizione, migliorando i livelli di attenzione e di memoria di lavoro, ovvero l’insieme di informazioni immagazzinate e da cui si andrebbe ad attingere nel momento di necessità. Questa interpretazione porta effettivamente a galla i limiti di questo sistema, il quale interrompe i suoi benefici in caso di ansia eccessiva.
Se, infatti, i livelli di stress superano una determinata soglia o le gestione della tensione non è supportata adeguatamente da una rete di sostegno affettiva, emergono notevoli problematiche legate agli effetti clinici riconosciuti dell’ansia; tra questi figurano tensione, problemi cardiaci, malattie intestinali e immunitarie, perdita di sonno e, nel caso specifico, diminuzione di memoria di lavoro.
Lo studio, che pur non porta risultati certi, sottolinea in maniera netta come sia importante una corretta gestione della tensione. L’ansia accumulata da varie fonti non è un problema da sottovalutare o trattare come un vantaggio; difatti, le conseguenze possono seriamente essere di notevole gravità. I livelli moderati di stress a cui si fa riferimento sono effettivamente una condizione naturale e che funge da stimolante per il cervello, molto lontani dunque da quelli che possono causare sovraccarico, o essere addirittura tali da determinare una condizione clinica e medica.
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