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Spirited, la recensione: tra musica e magia natalizia

Disponibile dal 18 novembre su Apple TV+, “Spirited” è un film diretto da Sean Anders. Nel cast troviamo Will Ferrell, Ryan Reynolds, Octavia Spencer, Sunita Mani, Patrick Page e Tracy Morgan.

Presentandosi come un adattamento in chiave moderna del romanzo più celebre di Charles Dickens, “Canto di Natale”, “Spirited” si mostra sorprendentemente qualcosa di più. La pellicola non si riduce a portare una storia sempre attuale ai giorni nostri, ma costruisce qualcosa di più grande che passa attraverso un semplice ed efficace world building iniziale, fino ad arrivare ai vari numeri musicali. Avete letto bene, numeri musicali, questo perché “Spirited” è un musical a tutto tondo. Rispettando i canoni del genere, che vanno dal ritmo della pellicola per arrivare alla messa in scena, il film diretto da Sean Anders riesce a portare al termine la sua missione e a sorprendere il pubblico grazie alla sua storia e al suo duo di protagonisti.

Salvare l’irrimediabile

Come ogni Natale, gli Spiriti del Natale Passato (Sunita Mani), Presente (Will Ferrell) e Futuro (Tracy Morgan) portano avanti il loro lavoro: tormentare una persona cattiva e farle comprendere i propri errori per renderla migliore. Ma durante la scelta del nuovo bersaglio, lo Spirito del Natale Presente adocchia Clint Briggs (Ryan Reynolds), un esperto di comunicazione che manipola informazioni a suo piacimento. La decisione di Presente, lo porterà in una missione che non solo offrirà a lui la possibilità di migliorare il mondo, ma di comprendere al meglio cosa sia giusto per la sua vita.

Se in apparenza “Spirited” vi sembra la storia di Scrooge in chiave moderna, siete abbastanza distanti. Il film che vede per la prima volta coinvolti in un musical Will Ferrell e Ryan Reynolds, è una storia che diverte e commuove. Nonostante la natura scanzonata della pellicola, Sean Anders riesce a cogliere al meglio l’essenza del romanzo di Charles Dickens e offrire una classica storia di Natale in una chiave inedita e perché no, sorprendente. Infatti la storia di redenzione del difficilissimo Clint Briggs, nasconde al suo interno tante sensazioni e sorprese.

Un duo divertente e con un grande feeling

Il vero punto di forza di “Spirited” risiede nei suoi due protagonisti. Will Ferrell e Ryan Reynolds, alla loro prima pellicola insieme e soprattutto al primo musical a cui hanno preso parte, portano su schermo una sintonia a dir poco impeccabile. Le doti comiche e sorprendentemente anche drammatiche dei due, vengono messe in risalto al meglio. Il merito di questo non va solo alla regia di Anders, ma anche al lavoro svolto dallo stesso regista in veste di sceneggiatore insieme a John Miller. L’adattare il celebre “Canto di Natale”, è solo la punta dell’iceberg dell’intero progetto. La sceneggiatura prende delle libertà per offrire allo spettatore un adattamento differente dai precedenti. Oltre a offrire un world building basilare, ma inaspettato, la scrittura si concentra nel caratterizzare il giusto i suoi protagonisti.

 

 

Non siamo davanti a dei personaggi complessi con moltissime sfumature e zone grigie, ma presentano una costruzione dal basso verso l’alto semplice ed efficace. Ed è proprio questa semplicità, unita alle interpretazioni dei due attori, a rendere la pellicola un ottimo prodotto di intrattenimento. Ma come abbiamo evidenziato nell’introduzione della recensione, “Spirited” è un musical a tutti gli effetti. Lo sviluppo dei due protagonisti non avviene solo con il susseguirsi degli eventi, ma si consolida e si conclude con i vari numeri musicali. Infatti è proprio il suo essere un musical natalizio a rendere “Spirited” completamente differente dai vari adattamenti dell’opera di Dickens.

Un’opera natalizia amata e stravolta nel modo giusto

“Spirited” non è un classico adattamento. Nonostante siamo nei giorni nostri, troviamo uno Scrooge completamente differente rispetto a quello dei romanzi. Diverso perché appunto non è il protagonista del libro di Charles Dickens, ma un personaggio completamente nuovo. Il giocare con nuove dinamiche e sfruttare il fattore musical, ha permesso a Sean Anders di portare su schermo un prodotto differente rispetto al passato. Non è sufficiente rinnovare il racconto ai giorni nostri, ma “Spirited” non si limita a questo e ci consegna un prodotto che mette le mani in pasta nell’attualità. Per chi conosce la storia di Dickens, è consapevole del tono quasi cupo che pervade per quasi tutto il racconto, nonostante il messaggio di speranza finale.

“Spirited” riesce anche in questa sfida, strappando sorrisi e sorprendendo lo spettatore con momenti che possiamo definire molto più seri. Definirli cupi potrebbe essere eccessivo, nonostante la potenza visiva di una determinata sequenza durante il terzo atto, ma siamo davanti a momenti decisamente maturi e che affrontano tematiche molto attuali. Ovviamente alcuni momenti portano a dei paralleli con l’opera madre facilmente evidenti a chi conosce il libro o ha visto uno dei vari adattamenti arrivati su schermo. Ma a sorprendere di più, è la presenza di alcuni colpi di scena che stravolgono la storia della pellicola e del romanzo stesso di Dickens. Per questo vi rimandiamo direttamente alla visione del film.

Un musical che funziona

Se fino ad ora abbiamo elogiato i due protagonisti, la loro scrittura e la capacità di stravolgere un racconto natalizio celebre, arriviamo al musical. “Spirited” porta all’interno della pellicola numerose canzoni inedite, dove la magia natalizia e lo sviluppo della storia si muovono all’unisono. Oltre a trovarci delle canzoni molto valide, siamo davanti ad un musical di ottimo livello. Ma per quanto tutto questo funzioni, se vogliamo essere precisi, a peccare è la messa in scena delle sequenze musicali. Per quanto cast, ballerini e cantanti di supporto siano ottimi, la regia e la messa in scena di Sean Anders sono molto basilari. Osare anche lato musical, avrebbe reso il film un prodotto migliore del suo livello attuale, che comunque è molto buono.

 

 

Oltre a segnalare questo, a non essere brillanti sono il resto dei personaggi. Per quanto presentino una caratterizzazione semplice, non riescono a lasciare il segno nel corso del racconto. A differenza degli altri personaggi, questo è meno evidente in Kimberly, interpretata da Octavia Spencer. L’assistente personale di Clint Briggs riesce a emergere rispetto agli altri comprimari del racconto, ma non lascia il segno come i due protagonisti, nonostante l’attrice prende parte a ben due numeri musicali della pellicola.

Considerazioni finali

“Spirited” è un musical che riesce ad alternare risate e momenti più seri. L’aver preso come base il “Canto di Natale” di Charles Dickens, stravolgerlo in parte e adattarlo ai giorni nostri, rende il musical con Will Ferrell e Ryan Reynolds un prodotto natalizio assolutamente da non perdere. Infatti le interpretazioni dei due attori sono ottime e anche la costruzione dei loro personaggi è sorprendentemente buona e funzionale al racconto. Le musiche sono ottime e le canzoni cantate dal cast della pellicola sono molto belle e trasportano direttamente lo spettatore dentro le festività natalizie. Ma per quanto la componente musical sia valida, purtroppo non è rivoluzionaria e si rivela molto basilare. I comprimari non brillano come i protagonisti e nonostante questo, “Spirited” riesce a portare al termine la sua missione ed è pronto a essere il film di Natale del 2022.

Pro

  • Le interpretazioni canore e non di Will Ferrell e Ryan Reynolds;
  • La capacità nello stravolgere e adattare ai giorni nostri un racconto celebre come il “Canto di Natale”;
  • Le musiche e le coreografie delle sequenze musicali;
  • La scrittura semplice ma efficace dei due protagonisti e della loro crescita.

Contro

  • I comprimari non al livello dei protagonisti a causa della sceneggiatura;
  • Il non aver osato con il musical, regalando così un prodotto semplice e basilare sotto questo punto di vista.

 

 

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Gabriele Di Nuovo

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