WASP-121b
Il problema della spazzatura non affligge solo la Terra, ma anche lo spazio. Milioni di oggetti, di cui molti inutili, si trovano nell’orbita terrestre, e per risolvere questo dannoso problema è lodevole l’iniziativa intrapresa da una società italiana.
Una società di Imola, la NPC, ha trovato un’ottima soluzione per risolvere il problema dei rifiuti spaziali. La divisione Spacemind della società ha realizzato una vela solare made in Italy in grado di limitare la spazzatura.
Il progetto, chiamato “ARTICA” acronimo di Aerodynamic Reentry Technology In Cubesat Application, consentirà ai piccoli satelliti di perdere quota alla fine della loro missione. entrando in contatto con gli strati più alti dell’atmosfera, facendoli così all’istante.
Nicolò Benini, marketing manager di NPC Spacemind, sul proprio sito ha spiegato: “Ad oggi, secondo i dati dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), in orbita terrestre vi sono circa 130 milioni di oggetti di varie dimensioni, compresi 20mila satelliti. Limitare la “spazzatura spaziale” sta diventando dunque una vera emergenza per la sicurezza delle future missioni. Siamo perciò entusiasti che, con la corretta apertura della sua vela solare, il sistema “Artica” abbia dimostrato di poter offrire una soluzione semplice, economica e sostenibile al problema degli ‘space debris’ in orbita bassa”.
La vela solare è stata lanciata in orbita lo scorso 13 luglio a bordo del nanosatellite “Alpha“, dalla base di Kourou (Guyana Francese). Il progetto nasce però da lontano. Nel 2012 NPC Spacemind ha iniziato a costruire ARTICA, e nel giugno del 2017 ha lanciato una prima versione della vela a bordo del nanosatellite “Ursa Maior“.
Quella lanciata con “Alpha” rappresenta la nuova versione completamente aggiornata. Attualmente il nanosatellite sta volando a 6mila km di altezza ed è visibile dalla terra grazie agli effetti della vela sulla sua traiettoria.
Presto “Alpha” sarà seguito da altri 4 nanosatelliti, tutti realizzati da NPC Spacemind. Il primo, “DanteSat” decollerà ad ottobre raggiungendo la Stazione Spaziale Internazionale. Gli altri, “Futura 1, 2 e 3” raggiungeranno lo spazio a dicembre grazie a un vettore “Space X“.
Nicolò Benini spiega: “Il lancio dei tre cubesat Futura avrà anche lo scopo di sperimentare il nostro “SM Pod“, un nuovo deployer per cubesat ad alte prestazioni, che consentirà di ridurre sensibilmente tempi e costi del rilascio in orbita. Il nostro Paese potrà offrire così servizi innovativi al mercato mondiale dei nano e microsatelliti che è in grande espansione”.
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