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Spaceman, la recensione: siamo veramente soli con il nostro cervello?

di Filippo D'Agostino

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Disponibile da venerdì 1° marzo 2024 su Netflix, “Spaceman” è un film drammatico/science fiction scritto da Colby Day e diretto da Johan Renck. Nel cast troviamo: Adam Sandler, Paul Dano (doppiatore)Carey Mulligan, Isabella Rossellini, Kunal Nayyar, Lena Olin, Sinéad Phelps, Petr Pánek, Marian Roden, John Flanders, Zuzana Stivínová e Sunny Sandler.

Continua l’ormai storica collaborazione dell’icona hollywoodiana Adam Sandler con Netflix. Dopo aver recentemente protratto il suo contratto con la società di distribuzione statunitense, Sandler torna sul piccolo schermo con ‘Spaceman’, dove, a differenza degli scorsi anni, ricopre un ruolo totalmente diverso e distaccato da quelli comici che abbiamo visto negli ultimi anni. E prima di arrivare su Netflix, la pellicola di Johan Renck (Chernobyl) ha fatto il suo debutto alla settantacinquesima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, dove sembrerebbe abbia letteralmente diviso le opinioni degli spettatori. Con alcuni che lo elogiano come un capolavoro, e con altri che urlano all’ennesimo flop di Adam Sandler…

Spaceman, la trama: Un viaggio all’interno della mente di Jacub

There’s a starman waiting in the sky“, cantava il grande David Bowie nel 1972. E Adam Sandler nella nuova pellicola targata Netflix è una sorta di “uomo delle stelle“, o meglio, l’uomo più solo del pianeta solare, come ci precisa proprio la pellicola. Jakub Prochàzka (Sandler) è un cosmonauta proveniente dalla Repubblica Ceca che, lavorando per il Comando Spaziale Europeo, viene mandato in uno degli angoli più remoti dello spazio per un’esplorazione riguardante la presenza di possibili particelle riconducibili alla creazione dell’universo. In questa esplorazione che lo tiene impegnato per circa sei mesi, Jakub, terrorizzato dalla assenza della moglie incinta (Carey Mulligan), si renderà conto che il suo matrimonio una volta tornato sulla terrà potrà non esserci più.

E nel tentativo di trovare una possibile soluzione, Jakub rifletterà per molto tempo su cosa possa essere andato storto durante il suo matrimonio. Ma a sorprendere il protagonista in questo viaggio negli angoli più remoti dello spazio sarà Hanuš, una creatura spaziale risalente alle origini di tutto, ultimo della sua specie, e che lo aiuterà a scoprire proprio i problemi della sua vita coniugale.

Spaceman

Adam Sandler torna al suo massimo splendore

Sul suolo hollywoodiano Adam Sandler è sicuramente uno dei nomi più discussi sin dagli anni ’90. Lo statunitense sin dal suo debutto sia nel piccolo, ma che principalmente nel grande schermo, è riuscito a illuminare gli occhi di milioni di spettatori. Sandler nel corso della sua carriera ha portato straordinarie interpretazioni, degne della massima premiazione. Ma ciò che ha fatto sempre discutere è anche la scelta di recitare in pellicole comiche di “media qualità” che pian piano hanno sempre di più allontanato Sandler dal ruolo drammatico. Ma recentemente, grazie anche alla sua collaborazione con Netflix, lo statunitense è riuscito a portare due magistrali interpretazioni in film drammatici, ovvero in ‘Diamanti grezzi‘ e, più recentemente in ‘Hustle‘.

E proprio quest’ultime pellicole sono una sorta di ritorno alle origini, che sembrerebbe abbiano fatto tornare vive le speranze di molti spettatori nel vedere Sandler in ruoli più “seri”. Ed è proprio Spaceman un grande esempio: vedere Sandler per la maggior parte della pellicola esplorarsi interiormente, grazie anche alla notevole qualità dei dialoghi e alla perfetta rappresentazione nel mostrare i suoi sensi di colpa e la sua solitudine, porta l’attore a mostrare la sua grandezza.

Ma un grande elogio va anche al cast secondario, tra tutti proprio Isabella Rossellini, che, nonostante un limitato screen-time, porta una maestrale interpretazione. A ricevere lo stesso trattamento di questo tempo su schermo abbastanza limitato è tutto il cast, compresa anche la moglie interpretata da Carey Mulligan, che, in questo caso, non riesce a far provare una sorta di empatia allo spettatore. Questo  nonostante le sue scene ambientate nel passato funzionino, ma rimane comunque un personaggio dalla scarsa caratterizzazione.

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Cosa succede a un uomo quando rimane solo?

E se tutto ciò che abbiamo costruito nel corso della nostra vita si andasse a distruggere in pochi semplici momenti? Ed è proprio con questa domanda che Johan Renck ci presenta la sua ultimissa pellicola. Come dice proprio la premessa della pellicola, Spaceman ci porta all’interno della nave spaziale di Jakub, un piccolo spazio dove il nostro protagonista rimane per ben sei mesi allontanandosi da tutti i suoi affetti. Non conosciamo affatto il personaggio affrontato da Adam Sandler: lo spettatore viene direttamente trasportato nella sua navicella, non ci sono momenti per esplorare la sua caratterizzazione, ma veniamo a conoscenza direttamente alla sua più grande debolezza, sua moglie. La tensione che si crea nello scoprire che il suo matrimonio al suo ritorno potrebbe non esistere diventa sempre più grande con il passare dei giorni è soffocante, persino con lo spettatore.

Ma a intervenire in questo grande dubbio è Hanuš, una creatura aliena risalente alle origini e con le sembianze di un enorme ragno. Il suo scopo preciso è uno, esplorare la contorta mente del protagonista, di cui Hanuš rimane tanto affascinato. Quest’ultimo lo aiuterà a comprendere i suoi bisogni ma principalmente i suoi “recenti errori“, andando proprio a esplorare la sua relazione con sua moglie, dagli inizi fino agli ultimi momenti prima della sua partenza. E da qui, la sceneggiatura inizia intelligentemente, e gradualmente, a sciogliere i nodi che si sono creati con il passare della visione. Il rapporto tra Jakub e Hanuš è esplorato da dialoghi e da visioni del passato del protagonista, ciò non ci porta a nulla di concreto, ma questa visione filosofica che si viene a creare ci porta a riflettere grazie anche ai suoi ritmi e, principalmente, anche grazie ai suoi dialoghi.

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Considerazioni finali su “Spaceman”

Spaceman di Johan Renck è un grandissimo film, Adam Sandler riesce a guidare un’ottima pellicola dove funziona quasi tutto: partendo dal lato tecnico, alla presenza di quasi tutto il cast, fino alla sceneggiatura dove spiccano proprio i dialoghi. Ma il miglior elogio va proprio al protagonista, che riesce a portare nuovamente una notevole interpretazione in un ruolo drammatico.

Pro

  • La prova attoriale di Adam Sandler è semplicemente fantastica, lo statunitense ci fornisce nuovamente una delle sue migliori interpretazioni;
  • La presenza del cast secondario, tra tutti Isabella Rossellini e il doppiaggio di Paul Dano;
  • Lo spunto filosofico, con una decisa e forte costruzione dei dialoghi;
  • Il lato tecnico, tra tutti gli ottimi effetti speciali e la colonna sonora…

Contro

  • … Nonostante ciò, il montaggio risulta confusionario e abbastanza pretensioni in alcuni momenti;
  • La presenza della Mulligan è molto limitata per l’importanza del suo personaggio.

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