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Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, la recensione: tante idee… ma poco cervello

di Filippo D'Agostino

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Disponibile da venerdì 22 dicembre 2023 su Netflix, “Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco” è un film d’azione/science fiction scritto da Zack Snyder, Kurt Johnstad e Shay Hatten e diretto da Zack Snyder. Nel cast troviamo: Sofia Boutella, Djimon Hounsou, Charlie Hunnam, Michiel Huisman. E ancora: Staz Nair, Bae Doona, Ray Fisher, Cleopatra Coleman, E. Duffy, Anthony Hopkins (doppiatore), Jena Malone, Ed Skrein, Fra Fee, Stuart Martin e Corey Stoll.

Continua la collaborazione del regista Zack Snyder con la società di distribuzione Netflix. Infatti, dopo aver concluso il suo percorso con il DC Universe della Warner Bros., lo statunitense ha deciso di firmare un contratto di prelazione con la piattaforma, che vede la distribuzione di numerosi progetti direttamente sulla piattaforma. Tra questi, ‘Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco‘ è una delle sue esclusive.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, la trama

Se avete amato Guerre Stellari allora amerete (o odierete con tutto il vostro cuore) Rebel Moon“: ambientato in una galassia lontana lontana, l’universo è comandato dal Mondo Madre, una sorta di organismo politico molto simile all’impero galattico. Qui, la stirpe reale ha comandato per moltissimi anni l’universo, fino a quando i due reali vennero misteriosamente uccisi. Mentre si formano numerose fazioni ribelli, il senatore Balisarius sale al comando del Mondo Madre per poter regnare, in modo ancora più feroce, rispetto ai suoi predecessori.

La protagonista della pellicola è Kora (Sofia Boutella), una spietata giovane che ha deciso di abbandonare il proprio passato oscuro nell’impero per potersi concedere una vita bucolica in un piccolo villaggio indipendente. Fino a quando, un giorno, una nave dell’impero, capitanata dall’ammiraglio Atticus Noble, arriva sul pianeta di Kora alla ricerca di una banda di ribelli. E dopo che la situazione sfuggirà di mano, la protagonista scapperà dal suo villaggio insieme a un contadino, per andare alla ricerca di una squadra nel tentativo di potersi non più sottomettere al giogo dell’impero.

Rebel Moon

Con Rebel Moon, Sndyer ci insegna (male) anche l’arte del copiare

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontanaZack Snyder, dopo il disastroso fallimento del suo universo cinematografico basato sui personaggi della DC Comics, e anche della sua carriera lavorativa, si è chiesto come potersi risollevare. Le idee erano tante, forse anche troppe. Così tanto che un giorno, Snyder andò nella sede di Netflix per presentare i propri progetti: e così, la grande N, decise di proporgli un contratto per la distribuzione di molte sue pellicole. Ma ancor prima di incontrare i dirigenti della piattaforma streaming, la geniale mente di Snyder  si era ricordato di quando, da bambino, uscito insieme al padre dalla prima visione di Guerre Stellari pensò a quello che forse molti bambini dissero ai propri genitori: <<da grande dirigerò un film di Star Wars!>>.

Cacciato dai dirigenti Disney dopo aver proposto una sua idea per un possibile film, Snyder, allora, decise di creare un proprio universo cinematografico con Netflix e basato sull’idea dell’universo firmato George Lucas. E da qui nacque Rebel Moon.

Ma Snyder non ci porta solamente una propria versione di Star Wars. Fin da quando ha avuto l’occasione di parlare del suo progetto, il regista ha sempre sottolineato che anche ‘I sette samurai‘ del maestro Kurosawa avrebbero influenzato molto il suo progetto. Ma non solo, i riferimenti si ampliano a capolavori come ‘Il Signore degli Anelli‘, ‘X-Men‘ e  ‘Il Trono di Spade‘. Un’accozzaglia di opere maestre del cinema e della televisione, che Snyder mescola inutilmente sia nella sceneggiatura che nel suo stile tecnico, tanto da portare poca originalità e molta confusione in quello che dovrebbe essere un film sci-fi.

Rebel Moon

Cosa ci lascia la scrittura di Rebel Moon dopo la prima visione?

Dobbiamo dircelo chiaramente, “Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco” è un prodotto estremamente mediocre, probabilmente tra i peggiori della filmografia dello statunitense. Le idee erano carine, ma a progetto presentato, lo spettatore deve valutare ciò che ha visto. Rebel Moon non può essere assolutamente difeso, le prime opinioni della critica non si sbagliavano affatto, mentre Snyder dovrà cercare un altro soggetto per rilanciarsi.

Ma Rebel Moon pecca prevalentemente in solo un elemento, che, inevitabilmente, proprio come un effetto domino, ha portato all’autodistruzione dell’intero calderone di idee degli sceneggiatori.

Ciò che è carente è proprio il worldbuilding della pellicola, con una notevole confusione, tanto da portare lo spettatore ad addormentarsi. E nonostante l’idea dell’impero “cattivo” che va fermato sia solamente l’unico elemento a essere “ben” approfondito, ciò che durante la scrittura della sceneggiatura è stato totalmente evitato è la caratterizzazione dei personaggi, che fin dalla protagonista non portano affatto empatia o un senso di riconoscimento del buono per lo spettatore. E gli attori che tentano, anche se inutilmente, a farsi valere, sono proprio quelli che non ricevono un degno screentime e proprio a causa di ciò, i loro archi narrativi vengono negativamente influenzati.

Rebel Moon

Rebel Moon è un lavoro consegnato troppo presto

Vi abbiamo parlato solamente di lati negativi, e sfortunatamente dobbiamo continuare: perché l’ultima fatica di Snyder porta anche un pessimo lato tecnico. Nonostante la notevole fanbase del regista, ciò ha accumunato i suoi fan con i numerosi hater è stato il lato tecnico. Lo statunitense è conosciuto per la sua fotografia molto oscura e per la sua scelta tecnica di portare nel montaggio innumerevoli slow motion. E con il primo capitolo di Rebel Moon, Snyder non fa assolutamente sconti.

Zack Snyder o lo si ama o lo si odia. Ma se dovessimo immedesimarci nei panni di chi non apprezza Zack Snyder e il suo modo di dirigere allora criticheremmo sicuramente il montaggio: quest’ultimo è abbastanza confusionario a causa di numerosi tagli netti che inevitabilmente portano a far sembrare che manchi qualcosa alla scena che si è appena vista. Ma non solo, a peccare sono le pessime coreografie delle scene d’azione e gli effetti visivi dei primi due atti che sembrano totalmente incompleti. Nonostante ciò, gli unici elementi che si salvano sono, anche se per poco tempo, la fotografia e la CGI del terzo atto, che almeno cercano di bilanciare (senza successo) tutto quello che vi è attorno, come dialoghi dimenticabili e scene d’azione coreografate senza un senso specifico.

Rebel Moon

Considerazioni finali su Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco

Non c’è molto da dire su “Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco”; con un occhio critico non riusciamo a salvare praticamente nulla. Snyder ci porta un altro flop di un futuro universo cinematografico già, a prima vista, destinato alla sua morte. Le speranze che il futuro secondo capitolo “Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice” possa essere un film migliore di questa prima parte sono davvero basse.

Pro

  • La fotografia e gli effetti visivi del terzo atto sono abbastanza mediocri, ma accettabili se si guardano con molta leggerezza e senza molte pretese…

Contro

  • …per il resto, il lato tecnico è davvero pessimo. Che vi piaccia o meno, il lavoro registico di Zack Snyder ha pur sempre le sue  caratteristiche, che in questa pellicola (sfortunatamente) sono molto presenti.
  • I personaggi soffrono di scarsa caratterizzazione, come anche i loro attori che, con le loro doti attoriali, non aiutano di certo a creare una certa empatia con lo spettatore.
  • La pellicola non ha una vera e propria trama, serve solamente a impostare il secondo capitolo.
  • Rebel Moon è un prestito di  elementi di diverse pellicole, non un omaggio.

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