Cinema & Serie TV

She-Hulk, la recensione della prima stagione: un finale… senza finale

Dopo nove settimane dall’uscita della prima puntata su Disney+, She-Hulk è finalmente arrivata ad una conclusione. Durante i suoi due mesi di vita, la serie di casa Marvel ha mostrato un andamento a dir poco altalenante; dopo un inizio esplosivo infatti la qualità dello show è andata via via scemando, salvo risollevarsi nel penultimo episodio grazie all’apparizione di Daredevil. Quale sarà il verdetto finale sulla serie e sulla sua ultima puntata? Ecco la nostra recensione!

Una puntata di She-Hulk molto divisiva

La puntata di She-Hulk si apre mostrando Jennifer costretta ad affrontare le conseguenze della sua esplosione di rabbia avvenuta nel finale dell’ottavo episodio; limitata alla sua forma umana, Jen è infatti messa al bando dalla società, obbligata a vivere dai genitori dopo aver perso il proprio lavoro. Tentando di risolvere i suoi problemi Jen decide quindi di rivolgersi al suo ex-cliente Emil Blonsky e di recarsi alla sua tenuta per eroi problematici.

Mentre Jennifer cerca un rimedio alla sua difficile condizione, anche la sua amica Nikki è al lavoro. La donna vuole infatti scoprire le vere menti dietro Intelligencia, il sito responsabile degli attacchi a She-Hulk. Inconsapevolmente però anche Jennifer si sta avvicinando ai suoi stessi assalitori. Ma la ferita sembra troppo grande per essere chiusa in poco tempo.

 

 

Da qui in poi la trama si fa troppo complessa per poter proseguire senza rovinare la visione a coloro che ancora non hanno goduto della puntata. In breve, l’apparente finale causa un’enorme rottura della quarta parete; persino Deadpool non si è mai spinto così lontano, demolendo letteralmente la barriera che separa eroi e spettatori. Si giunge così alla vera conclusione dello show, che congeda (almeno per il momento) Jennifer regalandoci anche qualche spunto per il futuro.

Finale controverso? A K.E.V.I.N. piace!

Che qualcosa in casa Marvel stia iniziando a rompersi non è certo una novità. Nonostante i successi infatti la casa delle idee ha inanellato negli ultimi anni anche molti film particolarmente dimenticabili, mentre le serie TV hanno mostrato evidenti difetti di produzione. Kevin Feige non si è mai dimostrato particolarmente turbato da questi problemi, almeno in pubblico, e anzi continua a difendere strenuamente la sua creatura.

 

 

Il finale di questa prima stagione di She-Hulk mostra però con quanta superficialità i prodotti vengano realizzati, tentando di nascondere gli errori sotto ad un tappeto nato dai successi dei primissimi film. Gli ultimi 10 minuti della puntata sono infatti un insulto all’intelligenza dello spettatore che fedelmente ha seguito il progetto fin dal primo episodio; il tanto atteso finale infatti semplicemente non esiste, eliminato da un escamotage sì divertente, ma portato in scena in maniera grossolana ed approssimativa. E non bastano le battute e le gag causate dalla rottura della quarta parete da parte di Jen ed al suo conseguente contatto con la “nostra” realtà a salvare l’idea.

Le ragioni dietro a questa decisione dei Marvel Studios sembrano essere due: risparmiare budget e stupire lo spettatore. La volontà di portare a termine queste due “missioni” ha però compromesso la qualità dello show; similmente a quanto fatto con Moon Knight lo scontro decisivo è infatti stato del tutto cancellato, tentando di nasconderlo dietro ad un espediente fastidiosamente sciocco.

Cosa resta di She-Hulk?

A discapito delle critiche piovute addosso alla serie fin dall’inizio, She-Hulk sembrava in grado di affermarsi come una buona serie. Purtroppo, però, la storia è destinata a ripetersi, e come accaduto con (quasi) tutte le serie del MCU i pregi mostrati all’inizio non hanno atteso a lungo prima di dileguarsi. L’evoluzione di Jennifer è stata eccessivamente lunga, e i suoi poteri non ci sono stati mostrati chiaramente, nonostante la durata dello show; senza contare la scrittura approssimativa, che ha reso il personaggio antipatico agli occhi di molti fan.

Molti dei nuovi eroi (o nemici) promessi poi si sono rivelati inutili, o quasi, per il MCU o addirittura per la serie stessa. Basti pensare a Titania, personaggio piatto e inutile paventato a lungo come il villain principale e rivelatosi poi una semplice macchietta comica. O ancora Abominio, la cui interessante evoluzione è stata totalmente rovinata da Jennifer in persona proprio in questo episodio.

 

 

Un altro problema messo in luce dalla serie è la CGI, perlopiù goffa e mal realizzata. La colpa non è ovviamente delle società operanti in quel campo, quanto più probabilmente delle pressioni Marvel verso le stesse; nascono così personaggi imprecisi e quasi abbozzati, come Abominio in alcune scene dell’ultimo episodio. Questo show è la prova tangibile di come le richieste di Kevin Feige spesso finiscano per danneggiare più Marvel stessa che le altre compagnie.

Conclusioni finali su She-Hulk

Nonostante i primi tre episodi, She-Hulk si è rivelata l’ennesimo fallimento in termini di scrittura e realizzazione tra le serie di casa Marvel. L’ultima puntata conferma il trend negativo, con una sceneggiatura divertente e audace che, nel momento clou dell’azione, decide di rovinare quanto di buono fatto fino ad ora. Jennifer si conferma un personaggio con un grande potenziale, gestito però in maniera troppo approssimativa; allo stesso modo la sceneggiatura riesce nell’arduo compito di affossare ancora di più Abominio, stroncando invece sul nascere il futuro di TitaniaHulkKing.

 

Pro

  • La serie ha sperimentato molto, come dimostrato anche dal nono episodio;
  • Tatiana Maslany è probabilmente l’attrice ideale per interpretare Jennifer Walters;
  • Numerosi personaggi sono stati finalmente introdotti nel MCU, lasciando anche aperte numerose porte per il futuro della saga.

Contro

  • Di nove puntate, almeno due risultano inutili e ripetitive;
  • Troppi personaggi trattati malamente, dovendosi alternare nel ruolo di macchietta umoristica di turno;
  • Inconcepibile aver tagliato, ancora una volta, il combattimento finale;
  • La CGI, sempre distante degli standard a cui il MCU ci ha ormai abituato.

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Nicolò Bacchi

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