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Serpenti, presto pronto l’antidoto universale contro il loro veleno?

di Enrico Tiberio Romano

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I serpenti da sempre sono tra gli animali che più spaventano le persone a causa della loro pericolosità, data soprattutto dal veleno che posseggono come strumento d’attacco e di difesa. Presto però le cose potrebbero cambiare. Secondo una nuova ricerca infatti, presto potremo sviluppare un antidoto universale contro il loro veleno.

L’antidoto universale per il veleno dei serpenti

Grazie al lavoro dei ricercatori dello Scripps Research Institute, l’istituto di ricerca biomedica con sede in California, oggi siamo un passo più vicini allo sviluppo di un antidoto universale per il veleno dei serpenti. Circa 100.000 persone all’anno perdono la vita a causa del morso di questi animali, sempre più frequente come conseguenza della crescente urbanizzazione e la perdita degli habitat. Gli strumenti attualmente a disposizione inoltre consentono di proteggersi dal morso specifico di una sola specie di serpente, come il temutissimo mamba nero o il cobra reale. E non per tutti i serpenti esiste un antidoto funzionante.

Gli esperti perciò hanno cercato, traendo ispirazione da loro precedenti studi effettuati sui vaccini contro il virus dell’Hiv, delle somiglianze nelle tossine dei serpenti, che non possono mutare da una specie all’altra e che quindi costituiscono gli obiettivi ideali per un anticorpo mirato.

 

Serpente corallo (@Shutterstock)

 

Come riportato nello studio pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, si è riusciti ad identificare una proteina comune a (quasi) tutti i veleni. Senza considerare le vipere infatti, la cosiddetta “tossina a tre dita”, o 3FTx è contenuta nel veleno di tutte le specie di animale e da questo i ricercatori sono partiti “a caccia” dell’anticorpo più adatto.

Una volta identificato l’anticorpo, i test hanno fornito esiti sorprendenti, poiché si è rivelato in grado di bloccare gli effetti delle tossine letali ed ha protetto i topi su cui è stato testato anche dalla paralisi. Insomma alla luce di questi studi, i ricercatori promettono in breve tempo di poter finalizzare la creazione di uno strumento omologo anche per l’essere umano umano.

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