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Serie A 2022-23, come cambia il calendario con il Mondiale

di Federico Minelli

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Sembra precoce parlare di calendario per la prossima stagione, eppure è necessario farlo. Sì, perché la novità del Mondiale d’inverno costringe gli addetti ai lavori ad essere più che scrupolosi. Il programma è tutto nuovo: si parte prima di Ferragosto, si chiuderà addirittura a inizio giugno.

Calendario pieno

Per la prima volta nella storia del calcio, il Mondiale si giocherà d’inverno, e questo influisce non poco sulla stesura del calendario della Serie A. La competizione in Qatar partirà il 21 novembre e si chiuderà il 18 gennaio, costringendo i campionati ad uno stop di almeno un mese.

Il regolamento FIFA, però, impone alle squadre di liberare i calciatori una settimana prima dell’inizio del torneo, per cui il campionato italiano si fermerà dopo la giornata del 13 novembre. Le date per la ripartenza sono ancora da definire: la data dovrebbe essere quella del 5 gennaio, rendendo improbabile la riproposizione del Boxing Day (26 dicembre).

La sosta, così facendo, sarebbe di 53 giorni, ovvero ben sette weekend. E allora cosa c’è di certo? Che si giocherà sempre, riempiendo tutti i buchi: se non ci sono le coppe europee, allora si gioca l’infrasettimanale di Serie A.

Calendario

Nazionale italiana di calcio (@Shutter Stock)

 

Serie A, le date del 2022-23

Tra le tante novità di questo calendario, la partenza non fa eccezione: si comincia il 13 agosto, “record” per la Serie A, che quest’anno ha tagliato i nastri il 20-21 agosto. A rigor di logica, anche il finale slitta: solitamente si chiude a fine maggio (per questa stagione è il weekend del 22 maggio), mentre per il prossimo anno si sforerà fino agli inizi di giugno, per la precisione domenica 4.

Per le ufficialità si dovrà aspettare, ma probabilmente un calendario così pieno provocherà un certo malcontento tra i calciatori. Negli ultimi anni, infatti, si è sollevato sempre di più il problema delle troppe partite, e il prossimo anno la situazione rischia di diventare insostenibile.

Non ci resta che piangere? No, non ci resta che aspettare. Senza dubbio chi è sotto la lente d’ingrandimento è la FIFA, che da anni promuove “il calcio dei tifosi” ma che continua a dimostrare una certa propensione agli affari: il Qatar ne è l’esempio più lampante.

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di Federico Minelli

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