Ci sono voluti sei giorni e otto votazioni prima che oggi, sabato 29 gennaio 2022 , venisse finalmente eletto il “nuovo” Presidente della Repubblica Italiana. L’ottava e ultima consultazione elettorale ha avuto inizio alle ore 16:30 e si è conclusa ufficialmente alle ore 20:20 con la proclamazione a capo dello Stato di Sergio Mattarella.
Il 12esimo e 13esimo rappresentante del ruolo ha siglato il suo successo al raggiungimento della preferenza numero 505 a suo carico, la quale ha permesso lui di impugnare la maggioranza assoluta.
In totale sono state destinati a Mattarella 759 voti e le schede bianche sono state 25.
L’esito era in realtà già stato preannunciato dalle dichiarazioni dei capigruppo dei grandi elettori; oltre che dall’accettazione informale di Mattarella del nuovo incarico politico.
Difficile dimostrarlo soggettivamente, impossibile farlo oggettivamente, ma quella di Mattarella potrebbe dirsi un’elezione da “pareggio”, in cui le vittorie e i vantaggi equivalgono alle sconfitte e agli svantaggi.
La salita al colle del giurista siciliano non può che essere una disfatta per i leader dei partiti presenzianti al luogo della votazione finale. L’incapacità di decidere, di accordarsi per un “dirigente” comune, dimostra di fatto l’inabilità e l’impotenza dei capigruppo politici.
Lo statista è stato letteralmente tratto fuori dal cilindro in cui si era rifugiato mesi fa, quando aveva dichiarato di auspicare a una “non rielezione” della sua persona. In questo senso, la forzatura che lo ha coinvolto rappresenta un fallimento politico.
Altra nota negativa è configurata dall’impossibilità di augurare all’Italia un cambiamento; sociale, economico o politico che sia. La riconferma del capo dello Stato delinea una mancata occasione che lascia presagire un futuro che sarà, se non identico al presente, sicuramente non troppo diverso. L’Italia in sostanza, rimarrà nella stasi in cui ha riversato negli ultimi anni.
Tra i fattori positivi annoverabili in riferimento a questo traguardo, vi è soprattutto il rasserenamento delle istituzioni politiche nel loro insieme e la scongiura di una crisi di Governo. Mattarella è il collante che tiene ancora unite le forze esecutive e che concede sollievo e sicurezza a tutti gli italiani che non bramano il cambiamento.
In una fase di stallo, d’altronde, non si avanza né regredisce, ma si rimane, per l’appunto, in una situazione di inamabile “parità”.
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di Gabriele Nostro
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