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Secret Invasion, la recensione completa: l’ennesima delusione seriale di casa Marvel

di Filippo D'Agostino

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Nella mattina del 26 luglio 2023 ha fatto il suo debutto il sesto episodio della prima stagione di “Secret Invasion“. Attualmente è disponibile su Disney+, piattaforma televisiva dove è andata in onda anche il resto della prima stagione. Nel cast troviamo Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Emilia Clarke, Olivia Colman, Martin Freeman, Kingsley Ben-Adir, Charlayne Woodard, Killian Scott, Samuel Adewunmi, Dermot Mulroney, Christopher McDonald, Richard Dormer, Katie Finneran e Don Cheadle.

Lo show televisivo, basato sull’omonimo fumetto del 2008 scritto da Brian Michael Bendis e disegnato da Leinil Francis Yu, rappresenta il primo prodotto televisivo del 2023 realizzato dai Marvel Studios. Tuttavia, nonostante l’intenzione iniziale fosse di lanciare la serie all’inizio dell’anno, vi sono stati diversi problemi di produzione che hanno causato un ritardo. La serie rappresenta un seguito agli eventi narrati in Captain Marvel (2019), con Brie Larson, e si concentra sulle avventure di Nick Fury e dello skrull Talos.

Secret Invasion, la trama: Casa

Dopo il viaggio in Finlandia con Sonya Falsworth, Nick Fury si trova ora in Russia, per andare da Gravik, con il prezioso DNA dei Vendicatori e dell’Ordine Nero per consegnarglielo. La sua missione sembrerebbe essere quella di cercare una via per una possibile pace tra gli Skrull e gli umani. L’obiettivo è consentire agli alieni mutaforma di trovare un pianeta adatto per stabilirsi autonomamente, mettendo fine alla loro permanenza sulla Terra e prevenendo così l’incombente minaccia di una terza guerra mondiale voluta dal capo degli Skrull.

Ma invece, dall’altra parte del mondo, troviamo ancora lo Skrull scagnozzo di Gravik nei panni del colonnello James Rhodes pronto a convincere un’ancora esamine presidente Ritson che l’attacco avvenuto nei suoi confronti sia stato causato sia dai Russi che dagli Skrull a cui è stato offerto asilo, e che l’unica via per non subire nuovamente attacchi anche di grossa portata sia quella di attaccare nuclearmente il paese russo.

Secret Invasion, o sarebbe meglio non chiamarla così

Fin dal suo annuncio, era chiaro che Secret Invasion avrebbe preso delle libertà rispetto all’opera letteraria di riferimento. Sebbene una nicchia di fan fosse preoccupata per la non accuratezza ai fumetti, sembrava che questa preoccupazione potesse andare a scemare dopo i primi due episodi dello show, che promettevano un avvincente thriller con elementi spionistici e politici.

Tuttavia, il vero problema si manifesta con il passare degli episodi, soprattutto a partire dal terzo, quando sembra che la serie abbandoni ciò che aveva inizialmente impostato, senza seguire una direzione chiara e definita.

La tanto attesa invasione segreta, non si verifica mai o almeno non viene mostrata nella serie, rendendo difficile considerarla davvero una “invasione”. Invece, assistiamo solo a una piccola mutazione di un gruppo apparentemente limitato di Skrull all’interno della società. Un altro elemento deludente e prevedibile è l’infiltrazione all’interno del governo statunitense, con numerose minacce proclamate, ma che alla fine vengono sempre sventate, facendo apparire gli Skrull come una razza poco minacciosa.

Inoltre, sebbene lo show promettesse di affrontare temi politici, questi si limitano solamente al territorio statunitense, senza essere approfonditi all’interno di altre fazioni nemiche o amiche degli Stati Uniti, il che genera incoerenze narrative e una scarsa evoluzione dei personaggi degli Skrull, soprattutto di Gravik.

Secret Invasion

Un elemento che, a differenza degli altri show Marvel, ha saputo farsi apprezzare è stata la decisione di non affrettarsi e di approfondire l’analisi narrativa per la maggior parte degli episodi. Tuttavia, gli studios hanno ripetuto l’errore commesso negli ultimi anni, presentando nell’ultimo episodio una narrazione estremamente veloce, abbandonando improvvisamente ogni aspetto precedentemente accennato, nel tentativo di concludere la stagione senza offrire una vera conclusione soddisfacente.

La durata troppo breve dell’episodio ha contribuito a rendere il finale poco soddisfacente per essere considerato tale. Ma ciò che delude veramente i fan è quello che accade, o meglio, ciò che non accade nel finale, lasciando un grande punto interrogativo come se nulla fosse accaduto durante l’intera stagione. Rendendo questo risultato particolarmente amaro per il pubblico che aveva sperato in una chiusura degna di nota per una serie che aveva promesso un’analisi più approfondita e coinvolgente.

Nick Fury e Priscilla: ancora troppo presto per salutarli

Nelle nostre precedenti recensioni, abbiamo spesso sottolineato un elemento che, a differenza di altri, è riuscito a mantenere intatta la sua qualità, grazie alla cura dei Marvel Studios nella caratterizzazione di diversi personaggi, e questo elemento è proprio Nick Fury. Durante l’intera stagione, la sua rappresentazione è stata sempre coinvolgente e mai banale.

Vedere un Fury debole, invecchiato e quasi privo di poteri, lottare contro il suo nemico, ci ha mostrato finalmente il suo lato più umano, evocando molti aspetti dell’insignificante Fury della post-guerra civile nei fumetti. Questo ritratto è stato estremamente apprezzabile in ogni istante. E sarà veramente curioso scoprire se questa profonda caratterizzazione di Nick Fury continuerà nei futuri prodotti, come ad esempio in The Marvels, o se il personaggio tornerà a essere simile a come era prima degli eventi di Infinity War.

È innegabile che il passato di Nick Fury, compreso il suo rapporto con Priscilla, abbia lasciato segni indelebili sulla sua personalità. Il finale di stagione ci ha regalato uno sguardo più approfondito su questa nuova dimensione di Fury, rendendolo un personaggio più umano e complesso. La relazione con Priscilla è stata solo accennata, ma ha aperto molte potenzialità per futuri sviluppi, soprattutto considerando le eccellenti interpretazioni dei due attori, che hanno dimostrato un’ottima chimica sullo schermo.

Secret Invasion

Sonya Falsworth e G’iah: due guest star della stessa medaglia

L’attrattiva di Secret Invasion per il suo pubblico è stata innegabilmente amplificata dalla presenza di un cast di grandissimi nomi. La combinazione dei già noti Samuel L. Jackson e Ben Mendelsohn sicuramente ha stuzzicato l’interesse, ma l’aggiunta di Emilia Clarke e dell’acclamata premio Oscar Olivia Colman ha ulteriormente elevato le aspettative dei fan. Ma sebbene i loro personaggi possano sembrare non avere nulla in comune a livello narrativo, un confronto tra le due potrebbe non essere così tanto insignificante.

Effettivamente, sia Emilia Clarke che Olivia Colman hanno avuto un limitato screen-time nella maggior parte degli episodi di Secret Invasion, ma con una gestione completamente diversa dei loro personaggi. È innegabile che Olivia Colman sia stata il vero punto di forza della serie, catturando l’attenzione dello spettatore fin dal primo episodio grazie alla sua magistrale interpretazione, alla spiccata ironia e alla perfetta chimica con gli altri attori con cui ha interagito. La sua presenza ha dato una profondità e un’energia vibrante alla trama, rendendo il suo personaggio indimenticabile.

Al contrario, il personaggio di Emilia Clarke, G’iah, è stato spesso relegato a una funzione di comparsa senza uno scopo ben definito in quasi ogni episodio. Le uscite narrative del suo personaggio sono state mediocri e prevedibili, il che ha portato a un utilizzo poco sfruttato del talento della Clarke e a un’impressione di sottovalutazione del suo potenziale.

Essere o non essere un villain: il grande dilemma per le serie tv Marvel

Sono stati numerosi gli elementi che hanno suscitato malcontento tra i fan dei Marvel Studios negli ultimi anni, e uno di essi è sicuramente il vasto numero di prodotti rilasciati. Questa abbondanza ha portato a dubitare: interessa più la quantità che la qualità delle opere?

Uno degli aspetti negativi che accomuna la maggior parte degli show prodotti dai Marvel Studios è proprio la caratterizzazione dei villain. E purtroppo anche Secret Invasion non sfugge a questa tendenza. Infatti, Gravik si rivela essere un villain piuttosto mediocre e facilmente dimenticabile, con motivazioni poco convincenti e facilmente contestabili. E nonostante un potenziale miglioramento potesse essere fattibile grazie alla sua trasformazione come Super-Skrull, ciò porta addirittura a un peggioramento inevitabile.

Secret Invasion

Considerazioni finali

Secret Invasion si è rivelata una serie televisiva estremamente deludente, posizionandosi probabilmente tra le peggiori prodotte dai Marvel Studios. Nonostante il cast di grandi nomi come Samuel L. Jackson ed Emilia Clarke, ciò non è sufficiente a salvare lo show a causa di una trama estremamente debole e poco coinvolgente. Non sorprende quindi che la chiusura del sesto episodio sia stata affrettata, lasciando irrisolte molte domande sul vero scopo della serie televisiva.

Il problema principale di Secret Invasion risiede nella mancanza di una trama ben sviluppata e avvincente, che avrebbe dovuto tener viva l’attenzione dello spettatore. Invece, ci si è trovati di fronte a una serie con scelte narrative poco chiare e una direzione poco definita. Un mix che ha reso difficile affezionarsi ai personaggi e apprezzare lo sviluppo della storia.

Nonostante il cast di attori di talento, la serie ha faticato a valorizzare appieno le loro capacità, limitandoli a ruoli poco sviluppati e poco interessanti. Questo ha influito negativamente sull’impatto emotivo degli eventi, rendendo difficile per il pubblico connettersi con ciò che accadeva sullo schermo.

Pro

  • L’interpretazione di Samuel L. Jackson e Olivia Colman;
  • La caratterizzazione di Nick Fury è sicuramente uno dei migliori elementi del MCU;
  • I personaggi di Sonya Falsworth e Priscilla funzionano molto bene grazie a un’ottima scrittura;
  • Il lato tecnico, spiccano la fotografia e la gestione delle scene d’azione.

Contro

  • Questo finale non è un finale, come per quasi tutti finali delle serie tv dei Marvel Studios. La sceneggiatura abbandona completamente elementi importanti per correre inutilmente nell’intento di chiudere;
  • Non abbiamo assistito a un’invasione segreta. Escludendo qualche piccolo caso la serie non ha nulla a che vedere nemmeno lontanamente con il concept del fumetto. E nemmeno con quello che gli spettatori potevano aspettarsi;
  • Per essere un finale di stagione il minutaggio è imbarazzante;
  • La caratterizzazione di G’iah è molto altalenante e per la maggior parte delle volte non funziona a causa dello scarso minutaggio;
  • Il villain è abbastanza mediocre senza nessuno spunto interessante.

Secret Invasion” è composta da sei episodi che sono andati in onda a cadenza settimanale su Disney+. Vi lasciamo di seguito il trailer ufficiale.

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