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Secret Invasion S01 Episodio 4, la recensione: Amato

di Gabriele Di Nuovo

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Dal 12 luglio è disponibile su Disney+ il quarto episodio di “Secret Invasion”. Il cast della serie è formato da Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Emilia Clarke, Olivia Colman, Martin Freeman, Kingsley Ben-Adir, Charlayne Woodard, Killian Scott, Samuel Adewunmi, Dermot Mulroney, Christopher McDonald, Richard Dormer, Katie Finneran e Don Cheadle. L’episodio è diretto da Ali Selim.

Dopo che Nick Fury e Talos hanno fermato l’attacco Skrull contro le Nazioni Unite e lo sconvolgente finale dove vediamo G’iah morire (?) per mano di Gravik, “Secret Invasion” ritorna con il quarto episodio e pone le basi per quello che sarà il finale di serie, iniziando a rispondere ad alcune domande che lo spettatore si è posto nelle scorse settimane. Dopo tre episodi complessivamente soddisfacenti, la serie diretta da Ali Selim si mostra fin troppo frenetica nel raccontare la sua storia. Nonostante i tempi lenti che contraddistinguono lo spy thriller, lo show targato Marvel Studios si rivela fin troppo sintetico, al netto di alcuni approfondimenti dedicati a Fury. Ma dopo tre episodi, “Secret Invasion” porta l’azione in una scena cardine che avrà grosse ripercussioni non solo per i protagonisti, ma per il mondo intero.

L’amore oltre le differenze

Fury (Samuel L. Jackson) continua le sue indagini in modo da poter fermare definitivamente Gravik (Kingsley Ben-Adir). La missione da cui dipende la salvezza del mondo intero si scontrerà definitivamente con sua moglie Priscilla (Charlayne Woodard), chiarendo definitivamente il loro rapporto. Nel frattempo il nuovo leader degli Skrull prepara un attacco ai danni del presidente degli USA (Dermot Mulroney). “Secret Invasion” in questo quarto episodio continua il suo lavoro quasi introspettivo su Nick Fury, approfondendo definitivamente un suo lato mai visto sin dalla sua prima apparizione nel MCU. Ma se questo lavoro di approfondimento funziona, a funzionare meno è lo svolgimento degli eventi.

La velocità con cui alcuni eventi e dinamiche avvengono nel corso dell’episodio, vanificano in parte le atmosfere da spy thriller che la serie presentava dal primo episodio. Non è che questa scelta danneggi la qualità complessiva del prodotto, ma un racconto fin troppo veloce mette in evidenza alcuni tagli avvenuti in fase di montaggio degli episodi. Inoltre questo quarto episodio finalmente porta in scena l’azione, con una sequenza gestista discretamente ma senza grandi guizzi.

Il Nick Fury uomo

Forse sin da subito il più grande punto di forza di “Secret Invasion”, il Nick Fury di Samuel L. Jackson è la rappresentazione fisica di come una serie del MCU può avere come protagonista un uomo senza poteri. Visto sin da subito invecchiato e stanco, Fury si appresta ad affrontare quella che è la sua battaglia più difficile di tutte. Diviso tra la sua vita privata e il destino del mondo, l’ex direttore dello S.H.I.E.L.D mette in mostra il suo lato più umano. Dal rapporto con Talos, che mostra anche in questo episodio un’ottima chimica con Ben Mendelsohn, fino ad arrivare a quello che è il punto cardine di questo episodio: sua moglie Priscilla. Lui umano e lei Skrull, i due si ritrovano divisi a causa del passato Blip che ha cambiato caratterialmente Fury e la minaccia di Gravik che nasconde al suo interno la possibilità di dare una nuova casa agli Skrull dove poter vivere.

 

secret invasion

 

La situazione del loro rapporto culmina in questo episodio dove lo spettatore vede definitivamente un altro lato di Fury. Attraverso un lungo dialogo tra i due, unica parte dell’intero episodio che non viene velocizzata, emerge questo lato amorevole del personaggio interpretato da Samuel L. Jackson a dir poco inaspettato. Ma se questa svolta umana e romantica sorprende in positivo anche grazie ad un’ottima scrittura dell’episodio, a trascinarsi in modo molto repentino è il resto dell’episodio ponendo molti dubbi sulla gestione di alcuni personaggi della serie.

Accelerare per arrivare alla fine della serie

Uno dei problemi che affligge la maggior parte delle serie targate Marvel Studios è quella del ritmo narrativo. Molti prodotti, soprattutto i più recenti, hanno offerto allo spettatore delle serie che si ritrovano a correre con l’intento di raggiungere la conclusione. Purtroppo anche “Secret Invasion” cade in questa trappola evidente in molti aspetti che compongono gli episodi. La gestione di quasi tutti i personaggi, in primis il villain Gravik, è fin troppo superficiale. Con il passare degli episodi il piano del nuovo generale Skrull resta vago e persino poco ambizioso nonostante le loro capacità e le infinite possibilità da loro offerte.

Se nei primi due episodi il villain interpretato da Kingsley Ben-Adir convinceva moltissimo, proseguendo nella storia di “Secret Invasion” è evidente di come questa minaccia sia stata quasi ridimensionata. La velocità con cui i fatti vengono raccontati, non solo portano la perdita in parte del tono spy thriller, ma mette su schermo personaggi e situazioni non sfruttate al meglio. La paranoia che faceva da padrona la saga omonima a fumetti è quasi del tutto inesistente a causa di questa “frenesia” nel raccontare la storia. Ma se la scrittura si mostra superficiale in alcuni aspetti, ad amplificare questo problema ci pensa il montaggio dell’episodio.

Azione e un montaggio che non aiuta del tutto

“Secret Invasion” finalmente porta su schermo una sequenza action. Dopo alcuni momenti di altissima tensione, la serie si lascia andare in un momento action cruciale a fini narrativi. La CGI non è ottimale, ma si comporta molto bene ed è un passo in avanti rispetto alle produzioni precedenti del MCU per Disney+. Ma nonostante la messa in scena sia discreta, proprio come nel finale del primo episodio, il montaggio non convince al 100%. Se nelle sequenze action si potrebbe quasi sorvolare, vista la sua natura spy thriller, nel corso dello show purtroppo no. Come già spiegato in precedenza, la serie mette in scena una brusca accelerata degli eventi, vanificando anche l’essenza della stessa “Secret Invasion”.

 

secret invasion

 

Questa accelerata è evidente nel montaggio degli episodi. I vari personaggi passano da una situazione all’altra in pochissimi secondi e soprattutto senza dare maggiore contesto alla questione trattata. Questo porta a vedere una risoluzione delle situazioni e dinamiche tra i personaggi molto rapide e quasi scollegate tra loro a causa del montaggio. Questo non danneggia la visione dell’episodio, grazie anche alla sua breve durata, e tanto di meno la qualità complessiva dello show, ma porta al pubblico un prodotto “incompleto”, rendendo evidente che parti di girato nel corso della produzione sia stato tagliato in modo da far concludere la serie in 6 episodi.

Considerazioni finali

Il quarto episodio di “Secret Invasion” eccelle nel mostrarci il lato umano di Fury, ma d’altro canto la serie accelera bruscamente evidenziando ancor di più un montaggio poco convincente. La regia di Selim è discreta, soprattutto nella sequenza action finale, e le interpretazioni del cast sono ottime, su tutti Samuel L. Jackson. La velocità con cui alcuni eventi avvengono, mostrano come molte scene girate nel corso della produzione siano state tagliate per sfoltire gli episodi e raggiungere più facilmente la conclusione della serie. Questa gestione porta a perdere in parte la stessa essenza di “Secret Invasion” e della sua controparte cartacea. In conclusione, il quarto episodio della serie dedicata alla minaccia Skrull intrattiene lo spettatore, ma la brusca accelerata narrativa rischia di vanificare quanto fatto di buono con gli episodi precedenti.

Pro

  • Le interpretazioni del cast, su tutti Samuel L. Jackson;
  • La scrittura di Nick Fury;
  • La sequenza action finale che si rivela cruciale a fini narrativi.

Contro

  • Il montaggio fin troppo repentino, aumentando così la velocità del racconto;
  • La gestione del resto dei personaggi, che si rivela quasi superficiale.

 

 

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Ecco a voi la recensione degli episodi precedenti:

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