Ghostface è tornato e, questa volta, è più brutale che mai! Disponibile nelle sale italiane dal 9 marzo, “Scream VI” è il nuovissimo capitolo della popolare saga horror ideata da Wes Craven. Diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, il film vede il ritorno nel cast di Melissa Barrera, Jenna Ortega, Jasmin Savoy Brown, Mason Gooding e Courteney Cox. A loro, si aggiungono Dermot Mulroney, Liana Liberato, Jack Champion e Samara Weaving. La pellicola è stata scritta da James Vanderbilt e Guy Busick.
Un anno dopo il massacro di Woodsboro del 2021, le sorelle Sam (Melissa Barrera) e Tara Carpenter (Jenna Ortega) hanno abbandonato la piccola città per trasferirsi a New York insieme ai gemelli Mindy (Jasmin Savoy Brown) e Chad Meeks-Martin (Mason Gooding), anche loro sopravvissuti agli eventi del quinto film. Nella Grande Mela fanno amicizia con Quinn Bailey (Liana Liberato), Ethan Landry (Jack Champion) e Anika Kayoko (Devyn Nekoda), giovani ragazzi amanti del genere horror. Tara fa di tutto per vivere una vita normale, estraniandosi da ciò che successe l’anno prima e rifiutando gli aiuti della sorella. Al contrario, Sam è entrata in terapia e deve fare i conti con la sua parentela con Billy Loomis (Skeet Ulrich), serial killer e primissimo Ghostface.
Le due, però, non sono al sicuro a New York: un nuovo killer mascherato è in città e cerca vendetta verso le sorelle Carpenter! Il gruppo di amici deve fare di tutto per scoprire chi si nasconde sotto l’iconica maschera. Che si possa trattare di uno di loro?
Prima di parlare del sesto capitolo della serie, è importante capire il contesto in cui è uscito il primo “Scream“. I primi anni ’90 sono considerati come uno dei punti più bassi di tutto il genere horror. Salvo qualche eccezione, tra cui il sottovalutato “Candyman- Terrore dietro lo Specchio” (per un’analisi dettagliata di questo classico dell’orrore, leggete il nostro NCS Second Chance), sono ben pochi i film che hanno lasciato un impatto nel genere. Il pubblico era ormai stanco dei vari Michael Myers, Jason Vorhees, Freddy Kruger, Leatherface e via dicendo. Per colpa di sequel scadenti, slasher senza originalità e un eccesso di pellicole in questo ambito, l’horror stava venendo piano piano dimenticato.
Tutto questo è cambiato grazie ad un regista ed un film: Wes Craven e “Scream“. L’uomo, già noto nel genere per “Nightmare- Dal Profondo della Notte“, ha completamente rivoluzionato il concetto stesso di “film dell’orrore” grazie a due idee originalissime. La prima è rendere i personaggi della pellicola consapevoli delle “regole” degli horror. Sidney Prescott, Randy Meeks, Billy Loomis e tutti gli altri sono grandi fan degli stessi film dell’orrore diffusi all’epoca. Come il pubblico di allora, hanno visto e rivisto “Halloween“, “Venerdì 13” e i classici. Sanno gli errori fatali commessi dai protagonisti di queste pellicole e, di conseguenza, cercano di non commettere gli stessi sbagli. La linea tra finzione e realtà si fa sempre più sottile.
La seconda grande idea di Craven è la vena autoironica e citazionista verso il genere. Visto che, appunto, i personaggi di “Scream” conoscono molto bene l’horror, sono presenti continue citazioni e prese in giro nei confronti di questi film. Grazie all’incredibile sceneggiatura di Kevin Williamson, la pellicola è allo stesso tempo un omaggio verso l’orrore come filone cinematografico e una attenta critica dei trend del genere. Ogni singolo film di questa saga seguirà questo modello: “Scream 2” decide di analizzare i sequel horror; “Scream 3” esplora la conclusione delle trilogie; “Scream 4“, l’ultimo film diretto da Craven prima della sua morte nel 2015, commenta la diffusione dei reboot e della sottocategoria del “torture-porn” (resa popolare grazie a film come “Saw- L’enigmista“). Infine, “Scream 2022” rende omaggio al recente fenomeno dei requel e dell'”horror elevato” (un esempio di questo filone è “Midsommar“).
“Scream VI” rientra alla perfezione nel modello delineato da Wes Craven: è una vera e propria analisi delle longeve saghe dell’orrore e un omaggio verso la sottocategoria dell'”horror psicologico“. Dopo la triste dipartita di Craven, il collettivo Radio Silence (composto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett e conosciuto nell’ambito dell’orrore per pellicole come “Finché morte non ci separi“) ha ottenuto l’arduo compito di trasportare il franchise di “Scream” negli anni ’20 del ventunesimo secolo. Tra le molte difficoltà che questo comporta, una delle principali è senza dubbio il necessario cambio generazionale richiesto. Un primo tentativo verso questa direzione era già stato provato nel quarto capitolo della saga, ma i nuovi personaggi introdotti in quel film risultarono blandi e con pochissimo carisma rispetto al cast storico.
Per fortuna, “Scream 2022” è riuscito a staccarsi dagli iconici Sidney Prescott, Gale Weathers e Linus Riley grazie alle grandi interpretazioni di tutti i nuovi attori, in particolare Melissa Barrera e Jenna Ortega. Il sesto capitolo ha riconfermato le ottime performance di tutto il cast, riuscendo nell’intento di avvicinare la saga alle nuove generazioni. Non è un caso che la protagonista storica di “Scream“, Sidney Prescott (Nave Campbell), non spunti in questa pellicola. Non si tratta di un horror “new-gen” solo per le nuove facce presenti nel cast: cambia il concetto stesso di “paura”. L’assassino mascherato che insegue le proprie vittime è quasi secondario nel contesto del film. Tara e Sam devono affrontare ostacoli come l’emarginazione nei confronti della società e il terrore di perdersi reciprocamente. Per questo motivo, “Scream 6” si avvicina tantissimo ai grandi horror psicologici di questi ultimi anni (primo tra tutti, “Babadook“).
Uno dei punti di forza maggiori di “Scream 6” è senza dubbio la location. Ambientare il film a New York è un’ottima idea. Per quanto iconica, la cittadina di Woodsboro iniziava a risultare ripetitiva. La Grande Mela dà alla pellicola quella sensazione di ansia costante. Il killer potrebbe trovarsi ovunque e potrebbe essere chiunque. Parlando dell’iconico Ghostface, questa è sicuramente la sua apparizione più brutale. L’assassino misterioso attacca e uccide senza pietà, regalando allo spettatore gli omicidi più cruenti della saga. Purtroppo, però, il sangue in CGI utilizzato in certe sequenze stona abbastanza con gli ottimi effetti pratici. Un altro pregio ricollegabile a Ghostface è l’incredibile coreografia di tutte le scene d’inseguimento tra l’assassino e le sue vittime. In particolar modo, la sequenza nel mini-market mantiene alta la tensione per tutta la durata ed è senza dubbio l’apice della pellicola.
Un punto a sfavore del film, però, è il terzo atto. Da quando viene rivelata l’identità di Ghostface, la pellicola perde tutto il momentum che stava costruendo fino a quel momento. Anche se si tratta di un twist eseguito in maniera magistrale, il piano di vendetta dell’assassino è senza senso e poco realistico. Inoltre, il numero di persone uccise da questo individuo è fin troppo basso considerando la minaccia che rappresenta.
Come buona parte delle produzioni di Radio Silence, “Scream VI” è un film horror di altissimo livello. La pellicola, con grandi apici di suspense, è godibile dall’inizio fino alla fine, anche se perde molta credibilità nel finale. I pochi problemi non rovinano sicuramente l’esperienza. Grazie ad un perfetto miscuglio di cast storico e cast “giovane”, il film riesce a bilanciare molto bene i propri personaggi. Per quanto si senta la mancanza di Sidney Prescott, un suo abbandono nella saga risulta necessario al fine di raccontare nuove storie con protagoniste le sorelle Carpenter. Con incredibili sequenze di inseguimento, un Ghostface più minaccioso rispetto ai precedenti ed effetti pratici mozzafiato, “Scream VI” continua ad iniettare vita in questa rivoluzionaria saga del mondo dell’horror. Wes Craven ne sarebbe fiero!
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