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Scienza: nuova tecnica per risvegliare braccia e mani con stimoli elettrici in seguito a ictus

di Federico Minelli

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Negli Stati Uniti, due donne di 31 e 47 anni colpite da ictus, sono riuscite a riavere il controllo del braccio e parzialmente anche della mano. Tutto questo grazie ad uno studio durato anni, sviluppato prima tramite computer e che ora, finalmente, è stato pubblicato sulla rivista Nature Medicine e testato anche su delle persone…

Lo studio sull’ictus: una speranza per il futuro

Ma come funziona questa sperimentazione? I ricercatori hanno impiantato degli elettrodi all’altezza del collo dei volontari; i sistemi in questione inviano impulsi che mettono in azione le cellule nervose che si trovano dentro il midollo spinale. Così facendo, il paziente ha il pieno controllo dei movimenti, andando a combattere l’indebolimento dei muscoli. Le due donne hanno quindi potuto afferrare oggetti e chiudere un lucchetto, operazioni per loro impossibili prima dell’impianto.

Ai microfoni dell’ANSA ha parlato anche Silvestro Micera, docente all’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa:

“Si tratta di un esperimento molto interessante dal punto di vista delle potenzialità cliniche e che vede soluzioni bio-ingegneristiche molto raffinate. Con questo studio sono passati dalle lesioni del midollo spinale ai danni al sistema nervoso centrale causati da un ictus quindi dagli arti inferiori a quelli superiori”.

Anche degli italiani nel team degli studi

C’era anche un po’ di tricolore nel gruppo di ricercatori che ha messo a punto l’esperimento; Marco Capogrosso ed Elvira Pirondini. I due scienziati lavorano presso l’University Pittsburgh Medical Center (UPCM), che insieme alla Carnegie Mellon, un’altra università di Pittsburgh, hanno condotto lo studio.

A questo proposito, i due italiani si sono detti emozionati ed entusiasti dei risultati ottenuti [ANSA]:

“Questo è stato un primo studio pilota che abbiamo dovuto interrompere dopo quattro settimane, ma speriamo di arrivare ad un uso clinico di questa tecnologia in 5-10 anni”.

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