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Scienza: La Tigre della Tasmania potrebbe tornare in vita grazie alla genetica

di Tommaso Casolla

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I cambiamenti climatici rappresentano un problema non solo per la condizione di vita umana, ma, soprattutto, per quella animale. Paesaggi ricchi di biodiversità come la foresta amazzonica o l’Australia stanno venendo devastati da incendi e sfruttamento artificiale. Allo stato attuale moltissime specie che abitano questi luoghi rischiano di venire decimate o addirittura di estinguersi. Un programma scientifico sembra però avere la soluzione grazie ad una manovra di “de-estinzione”.

La Tigre della Tasmania come esempio per il futuro

Gli scienziati dell’Università di Melbourne hanno posto le basi per una svolta epocale nel mondo della scienza. L’ambizioso progetto punta a far tornare in vita il Tilacino, noto anche come la Tigre della Tasmania, animale estinto da quasi un secolo. Nonostante il nome possa far pensare ad un felino, il Thylacinus cynocephalus è in realtà un marsupiale, simile per caratteristiche a un lupo, che presenta delle strisce sulla schiena che ricordano quelle di una normale tigre. L’ultimo esemplare in cattività è scomparso nel 1936 nello zoo di Hobart mentre in natura non si ha traccia di lui dal 1930 a causa dei cacciatori. Se questo animale, grazie all’ingegneria genetica, dovesse tornare in vita, segnerebbe un passo importantissimo verso la lotta all’estinzione.

 

Tigre della Tasmania (@Shutterstock)

Il progetto unisce scienza e tecnologia

Skytg24 ha riportato le peculiarità del nuovo progetto scientifico. Quest’ultimo consisterà nella costruzione del materiale genetico dell’animale estinto partendo da quello del Dunnart, un altro marsupiale, parente stretto della “tigre”. Andrew Pask, a capo del Thylacine Integrated Genetic Restoration Research Lab si è espresso riguardo al progetto:

“Questa tecnologia offre la possibilità di risolvere il problema e potrebbe essere applicata in circostanze eccezionali quando le specie fondamentali sono state perse”

Non è la prima volta, infatti, che si cerca di riportare in vita animali estinti. L’esempio di cui sentiamo parlare da anni è quello del Mammut. La differenza tra questo e il marsupiale è, però, il periodo di gestazione che nei pachidermi risulta essere più lungo e va quindi a complicare il processo. Pask, secondo quanto riportato dalla BBC ha affermato che nel giro di 10 anni potremmo vedere il primo cucciolo di Thylacinus dopo un secolo. Ovviamente non sono mancate le critiche di chi vede la “de-evoluzione” come un’idea fantascientifica. Nel caso così non fosse però, potremmo veramente veder tornare tra noi animali che l’uomo moderno legge solo sui libri di storia.

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