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Russia, la Federcalcio non si arrende: ricorso a UEFA e FIFA

di Tommaso Bersanetti

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Dopo una settimana costellata da squalifiche e penalizzazioni, gli enti sportivi della Russia proveranno a salvare il salvabile. È delle ultime ore infatti la notizia, riportata da Eurosport, che la Federcalcio russa sporgerà ricorso a Uefa e Fifa al Tas di Losanna in merito all’esclusione della nazionale e dei club da ogni competizione internazionale. Una protesta certamente non inaspettata, viste anche le recenti parole del Ministro dello Sport russo, ma servirà a qualcosa?

Russia, ricorso a Uefa e Fifa: porterà a qualcosa?

Ormai sull’orlo del precipizio, la Federcalcio russa presenterà al TAS di Losanna un ricorso contro la UEFA e la FIFA. Una mossa disperata che, con molta probabilità, non porterà a nessuna soluzione effettiva, visti anche i rifiuti degli avversari di scendere in campo contro la Russia in qualsiasi competizione. Il tribunale sportivo internazionale quindi si troverà davanti a una decisione apparentemente scontata, ma in realtà molto difficile.

Prima di tutto la questione mondiali è decisamente spinosa. La nazionale infatti è stata squalificata dai playoff per Qatar 2022 e qualunque nazionale si è rifiutata di scendere in campo nel caso dovesse incontrarla. Di conseguenza anche le coppe europee sono molto complicate da gestire. Lo Spartak Mosca è stato eliminato dall’Europa League dove avrebbe dovuto disputare gli ottavi di finale.

Cosa c’entrano gli atleti con la guerra?

L’argomento principale del discorso del Ministro dello sport russo è stato proprio questo: perché escludere gli atleti dalle competizioni sportive, quando con la guerra non c’entrano nulla? Le varie squalifiche sono state considerate “discriminatorie” da Oleg Matytsin. Le esclusioni non hanno preso però in causa solo il calcio: anche gli altri sport di squadra non vedranno la Russia tra le partecipanti.

La domanda che viene inevitabilmente da porsi è: ogni atleta russo dovrebbe avere il diritto di giocare, magari senza rappresentare la sua nazione, o la decisione presa attualmente è quella giusta?

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di Tommaso Bersanetti

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