di Francesco Iob
“È stata la mano di Dio” è l’ultimo capolavoro del regista napoletano Paolo Sorrentino ed è attualmente candidato agli Oscar come miglior film straniero. Questa non è però l’unica fantastica notizia di cui Sorrentino deve ritenersi fiero; egli ha infatti ricevuto negli ultimi giorni, il riconoscimento per il suo lavoro da uno dei pilastri del cinema hollywoodiano.
Robert De Niro e la lettera a Sorrentino
Protagonista di celebri pellicole come “Raging Bull” ed il più recente “The Irishman“, è l’attore Robert De Niro a complimentarsi con il regista italiano. L’artista italo-americano, rimasto colpito e affascinato dal film, ha deciso di omaggiare il regista italiano inviandogli la seguente lettera:
“Ci sono così tante cose fantastiche in ‘È stata la mano di Dio’, la ricca storia di formazione di Paolo Sorrentino. ‘È stata la mano di Dio’ è un film incredibilmente personale. Sorrentino, che ha scritto oltre che diretto il film, ha creato il suo surrogato Fabietto dal proprio Dna e dalle proprie esperienze e ha ambientato il film nella sua nativa Napoli“.
“Il co-protagonista più importante di Fabietto non è un membro del meraviglioso cast bensì la città stessa. L’amore di Sorrentino per Napoli si condivide da subito nelle prime inquadrature bellissime di un avvicinamento aereo alla città dal Golfo di Napoli. Amore che si vede nel suo affetto per la varietà dei personaggi della storia: eccentrici, spesso molto divertenti, ‘larger than life’, appassionati, pieni di gioia e speranza” – prosegue.
“Sono stato a Napoli solo poche volte ma per me questo film è decisamente napoletano nel modo in cui molti dei film di Martin Scorsese (Wolf of Wall Street, Bringing Out the Dead, Mean Streets, Taxi Driver, ecc.) come molti altri film di Woody Allen (Annie Hall, Broadway Danny Rose, Manhattan, ecc.) sembrano essenzialmente New York City. Napoli per molti versi mi ricorda la New York italo-americana che amo” – confessa De Niro.
“La realtà è solo il punto di partenza per una storia. Deve essere reinventata. Qui a Napoli abbiamo un modo divertente di reinventare i ricordi. Nonostante la tragedia che è al centro del film, ‘È stata la mano di Dio’ trabocca di divertimento. Scene come il pranzo all’aperto della famiglia allargata e la successiva gita in barca sono così affascinanti e divertenti“.
“E mentre la storia centrale vede Fabietto strappato alla sua precaria giovinezza e trascinato a un’età adulta prematura, le storie che si incontrano lungo la strada non hanno prezzo. Ad esempio, c’è Armà, il contrabbandiere di sigarette/teppista violento/amico solidale e infine carcerato; stravagante, sì, ma per me del tutto credibile per via delle mie esperienze a New York da bambino. E c’è Capuano (il vero Antonio Capuano, famoso regista napoletano, divenne mentore del giovane Sorrentino)“ – afferma.
“In una scena meravigliosa verso la fine di ‘È stata la mano di Dio’, Fabietto supplica Capuano di dargli una direzione. Capuano lo interroga e allo stesso tempo lo rimprovera, le loro voci si alzano, quasi musicalmente. Sembra la scena di una grande rappresentazione operistica. Fabietto gli dice: ‘Non mi piace più la realtà. La realtà è scadente. Ecco perché voglio fare film’. Vuole andare a Roma per sfondare nel cinema. Capuano gli urla: ‘A Roma vanno solo gli stronzi! Sai quante storie ci sono in questa città… Guarda! … Possibile che questa città non ti ispiri per niente? … Hai una storia da raccontare? Trova il coraggio di dirlo! … Sputalo fuori!’. Fabietto va comunque a Roma alla fine del film.. E ora – 35 anni dopo – Sorrentino è tornato a Napoli grazie a ‘È stata la Mano di Dio’. Va bene. Mille Grazie, Paolo!” – conclude la stella di Hollywood.
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di Francesco Iob
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