Gaming

Riot Games: querela uno studio per violazione di copyright

Le proprietà d’autore ed il copyright sono pane per gli avvocati, specialmente nei videogiochi. Riot Games intavola cosi uno scontro alla “Davide e Golia”.

Riot Games contro Imba Network

Questa è la storia di un piccolo studio vietnamita, Imba Network, specializzato in app per mobile e del suo I Am Hero: AFK Tactical Teamfight. Un simpatico giochino per telefono, in cui basta schierare la propria squadra di eroi e li si guarda combattere autonomamente in veloci scontri. Niente di speciale sul panorama mobile, uno dei tanti giochi che tutti ci troviamo a scaricare sul telefono in un noioso pomeriggio. Cosa porta allora Riot Games, uno studio blasonato e conosciuto in tutto il mondo a citare in giudizio Imba Network?

La particolarità di I Am Hero: AFK Tactical Teamfight è che, principalmente, i personaggi sono delle copie spudorate dei protagonisti di League of Legends. Persino il nome dello studio, a dirla tutta, è un riferimento ad una delle lingue parlate nell’universo di League of Legends.

La cosa non è andata giù a Riot che ha deciso di citare in giudizio lo studio vietnamita per violazione di copyright.

Una copia, bella e buona

La querela, partita dagli studi californiani, si basa su diversi elementi che Imba Network pare aver copiato dal titolo di punta di Riot Games.

E non sono pochi gli elementi che Imba Network ha “preso in prestito”. Non solo l’aspetto dei personaggi, che richiamano pesantemente gli eroi di League of Legends, su cui si poteva anche chiudere un occhio. Lo studio vietnamita, come il peggiore degli studenti, ha letteralmente copiato le descrizioni ed i background dei personaggi, limitandosi ad un becero “copia e incolla”.

Potremo così spiegare in campo Vy, piuttosto che Vi, oppure Tomee invece di Teemo od ancora Dinger al posto di Heimerdinger. Su questi ultimi sembrano essersi impegnati un po’ di più con la fantasia.

Riot Games, come un’insegnante attento, volendo continuare il confronto, ha deciso di non prendere alla leggera l’affronto. Compilando una “cease-and-desist letter” (cessare e desistere), un documento che chiede la cessazione dell’attività in questione. Sempre secondo i documenti di querela Imba Network imperterrita avrebbe risposto negando di aver copiato da League of Legends. Ignorando anche l’estesa serie di prove che Riot avrebbe presentato ai giudici. Sembra che Imba Network voglia giocare col fuoco e Riot non perde l’occasione per proteggere la propria creatura prediletta, League of Legends. Non si andrà per le leggere, Riot Games ha chiesto ben 150,000 dollari per ogni singolo elemento copiato, una cifra che spaventerebbe chiunque.

Stavolta sembra che “Davide”, ovvero Imba Network sia in difetto, contro il colossale “Golia”, Riot Games, ma è ancora tutto da vedere. Voi da che parte state? Fatecelo sapere su NCR!

di Michele Messina

Redazione NCI

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