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Rick and Morty Stagione 6 Parte 2, la recensione: le avventure classiche!

di Gabriele Di Nuovo

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Disponibili su Netflix dal 2 febbraio, i restanti 4 episodi della sesta stagione di “Rick and Morty”. Il cast vocale originale è formato da Justin Roiland, Spencer Grammer, Sarah Chalke e Chris Parnell. La serie è ideata da Justin Roiland e Dan Harmon.

A sorpresa e senza grossi annunci sui social, Netflix  ha rilasciato gli ultimi episodi della sesta stagione di “Rick and Morty”. Portando con sé l’unica pecca che affligge lo show sin dal suo primo episodio, gli ultimi 4 episodi elevano al cubo la follia della creatura ideata da Justin Roiland e Dan Harmon. Tra lo stravolgere le regole del meta cinema, mondi assurdi e robot, “Rick and Morty” conclude la sua sesta stagione al meglio. Tutti i pregi evidenziati nella prima parte (trovate qui la nostra recensione), sono presenti anche in queste 4 puntate che concludono il nuovo ciclo di episodi. Ma giunti alla conclusione di questa sesta stagione, le classiche e folli avventure di Rick e Morty, sono sufficienti per intrattenere lo spettatore?

Alla ricerca delle avventure classiche di Rick e Morty

Dopo aver riparato la pistola spara portali, Rick e Morty ritornano con le loro classiche avventure auto conclusive. Con il ritorno di alcuni acerrimi nemici di Rick, su tutti Storylord, gli ultimi episodi della sesta stagione riportano lo show sui binari passati. Se in precedenza confidavamo in una ripresa della trama orizzontale, i restanti quattro episodi di “Rick and Morty” ci raccontano semplicemente nuovi viaggi dei due protagonisti. A differenza della prima parte, la follia tocca vette mai viste in tutte le sei stagioni. Prendere in giro il proprio stesso concept narrativo e basando un episodio intero su come la meta referenzialità sia una minaccia per Rick, “Rick and Morty” regala non solo una delle migliori stagioni dello show, ma contiene in questa seconda parte uno degli episodi più folli e geniali mai visti.

Complessivamente, la conclusione della sesta stagione di “Rick and Morty” conferma l’alto livello dei nuovi 10 episodi. Le idee sempre più bizzarre, folli e al limite del surreale, rendono la serie di Roiland e Harmon un prodotto imprescindibile dell’animazione occidentale e non solo. La regia e le animazioni si confermano ancora una volta di altissimo livello e la narrazione delle varie avventure si mostrano sorprendentemente con tante sfumature. Ma a peccare è ancora una volta l’assenza dell’avanzamento della trama orizzontale. Dopo 6 stagioni, non vedere passi in avanti concreti nello sviluppo di quella che è la storia di Rick Sanchez, rischia di portare “Rick and Morty” verso un punto di non ritorno.

Grandi storie per una trama che non avanza

La seconda e ultima parte della sesta stagione di “Rick and Morty”, è all’insegna di una parola d’ordine: avventure classiche. Dopo un settimo episodio fuori di testa e irriverente allo stato puro, prendendo in giro il proprio schema narrativo, la stagione si conclude con episodi “classici”. Sin da subito sono evidenti le idee brillanti della writers room della serie, consegnando al pubblico storie assurde e sempre sorprendenti per il loro approccio surreale. Le citazioni alla cultura pop continuano ad essere onnipresenti, arrivando a citare persino il Corpo delle Lanterne Verdi targate DC Comics. Ma a peccare come in precedenza, è l’assenza della trama orizzontale. Sappiamo tutti che lo show è stato rinnovato per altre quattro stagioni, ma con il passare del tempo le idee assurde degli autori potrebbero finire e portare la serie ad un punto di non ritorno.

 

Rick and Morty

 

La trama orizzontale di “Rick and Morty” è da sempre il punto più oscuro dell’intero show. Nonostante alcuni maxi eventi che portavano avanti la narrazione, quella che è la storia principale della serie resta in secondo piano. Parlando in termini videoludici, la trama orizzontale viene posta sullo stesso piano di una missione secondaria. A prevalere, come già menzionato in precedenza, sono le varie trame verticali. Gli episodi autoconclusivi, che anche in questa seconda parte mostrano una certa maturità nei toni del racconto, si rivelano geniali e a dir poco assurdi nella costruzione delle dinamiche che colpiscono i nostri protagonisti. Lo sci-fi e la cultura pop rendono ancora una volta le avventure di “Rick and Morty” un mix letale di follia e divertimento allo stato puro.

Meta cinema, cultura pop e sci-fi a livelli psichedelici

Come nei precedenti episodi e per tutta la sua vita televisiva, “Rick and Morty” offre al pubblico racconti vicini alla propria cultura pop e non solo. Anche in questi 4 episodi, la presenza di riferimenti che pongono le fondamenta per le strambe avventure dei due protagonisti, sono un valore aggiunto. Dal mondo del cinema, passando a quello dei fumetti, “Rick and Morty” ci regala una parte finale che racchiude al meglio l’essenza del prodotto. Come menzionato in precedenza, un intero episodio si “scomoda” citando il Corpo delle Lanterne Verdi. Ma a spiccare su tutti gli episodi di questa sesta stagione, è il settimo episodio che apre questa seconda parte. Riportando su schermo una delle nemesi di Rick, cioè Storylord, lo show mette su schermo un racconto folle, auto citazionista e meta cinematografico.

Sin dalle prime stagioni, “Rick and Morty” ha mostrato una certa autoironia nell’utilizzare il linguaggio meta cinematografico. Anche la nuova stagione non è da meno e lo fa con un episodio che eleva come non mai il delirio narrativo delle avventure dei due protagonisti. Aprendo l’episodio con un inaspettato “negli episodi precedenti”, Rick cerca di fermare questo circolo vizioso risvegliando Morty e fuggire all’interno della sigla della serie. Questo è solo l’inizio dello scontro tra Storylord e Rick, portando su schermo uno degli episodi più psichedelici, folli e meta cinematografici di “Rick and Morty”. Ed è proprio grazie a questi episodi che la serie riesce ancora ad avere una identità, nonostante lo stallo della macrotrama.

Un comparto tecnico animato che funziona ancora

Ad accompagnare una scrittura degli episodi ottima, troviamo uno stile animato che si mostra per l’ennesima volta funzionale alle varie storie raccontate. Con il progresso tecnologico e alcuni picchi raggiunti nel settore, basti pensare a “Into the Spiderverse” e al sequel de “Il gatto con gli stivali” della Dreamworks, “Rick and Morty” con il suo stile, riesce ad essere ancora un punto di riferimento. Le animazioni e lo stile scelto sin dal principio per la serie animata, si mostrano impeccabili nel raccontare le surreali avventure del folle scienziato e di suo nipote. Se agli occhi di molti lo stile visivo di “Rick and Morty” potrà sembrare “obsoleto”, fortunatamente non è così.

 

Rick and Morty

 

Ancora una volta l’aspetto visivo della serie si sposa al meglio con il mondo immenso creato da Justin Roiland e Dan Harmon. Questo permette di consegnare al pubblico un prodotto divertentissimo e godibile da un punto di vista visivo. Lo stile delle animazioni offre una libertà creativa che altri stili non possono offrire ai vari autori in giro per il mondo. Infine, i restanti 4 episodi di “Rick and Morty” possono contare su un cast vocale di livello e con special guest come Jack Black. Ma a non deludere ancora una volta, è l’ottimo doppiaggio in italiano che si mostra anche superiore al prodotto in lingua originale.

Considerazioni finali

La sesta stagione di “Rick and Morty” si conclude con quattro episodi che riportano lo show sui binari passati. Le idee ci sono ancora una volta e sorprendono il pubblico, consegnandoci anche uno dei migliori episodi mai realizzati per la serie. Nonostante questo, la trama orizzontale non progredisce restando così l’unica pecca di un prodotto animato di altissimo livello.

Le animazioni si prestano ancora una volta alle folli avventure dei protagonisti, portando su schermo una resa visiva unica nel suo genere. Il doppiaggio in lingua originale presenta ancora una volta numerose guest star, ma a spiccare è il doppiaggio italiano dello show. In conclusione, gli episodi finali di questa sesta stagione di “Rick and Morty” dimostrano che il prodotto di Justin Roiland e Dan Harmon ha ancora molto da dire al suo pubblico e non solo.

Pro

  • La scrittura degli episodi sempre fresca e irriverente;
  • Le citazioni alla cultura pop, più dirette e irriverenti rispetto gli episodi precedenti della sesta stagione;
  • Le animazioni e la follia delle avventure dei protagonisti che prende vita;
  • Il doppiaggio italiano.

Contro

  • La gestione della trama orizzontale, ancora una volta lasciata ai margini dello show.

 

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